Cronaca, Salerno

Quasi 30 anni di malattia e 22 immobilizzata a letto, la storia di Apollonia D’Arienzo: “Abbandonata con la Sla, ora desidero l’eutanasia”

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Apollonia D'Arienzo

Quasi 30 anni di malattia e 22 immobilizzata a letto, la storia di Apollonia D’Arienzo, conosciuta da tutti come Lola di Cava de’ Tirreni: “Abbandonata con la Sla, ora desidero l’eutanasia”. L’assessore comunale, nella persona dell’assessore alle politiche sociali Giovanni Del Vecchio, si è attivato per far sbloccare i fondi necessari all’assistenza. Lo riporta Il Mattino.

La storia di Apollonia D’Arienzo: “Abbandonata con la Sla, ora desidero l’eutanasia”

Ha vissuto quasi 30 anni di malattia, di cui 22 immobilizzata a letto, prigioniera del suo corpo ma comunque con uno spirito da guerriera. Oggi Apollonia D’Arienzo, conosciuta come Lola, l’ex insegnante di danza classica si sente stanca della condizione in cui vive, abbandonata dalle istituzioni.

Da quattro mesi l’assegno di cura è bloccato e reperire personale per l’assistenza è diventato quasi impossibile. La sua vita, legata ad una macchina che dovrebbe essere alimentata anche da aiuti concreti sempre spezzata. Nonostante il suo carattere, Lola sembra decidere a procedere con l’eutanasia.

L’appello

«Sono stanca di combattere contro tutto e tutti – spiega Lola, con il suo battito di ciglia – la mia vita è stata un inferno anche perché non sono riuscita a restare a casa mia. Vivo a casa di mio fratello che non vuole i soldi dell’affitto, voglio andare in una struttura perché sono certa che dopo pochi giorni morirei mettendo fine a tutti i problemi. Penso che forse sia l’unico modo per mettere fine a questi problemi anche perché sono quasi trent’anni di malattia e di lotte». E continua: «Non mi sono mai trovata in questa situazione, nessun governo di qualsiasi colore si è mostrato così poco sensibile. Con l’autonomia non ci sarà più speranza».

Dopo una vita sulle punte, prima da ballerina e poi come maestra di danza, Apollonia scopre di essere malata di Sla. Dopo i primi tentennamenti, l’ex danzatrice si fa forza e riesce a inventarsi una nuova vita. Con il solo battito di ciglia inizia a scrivere libri, poesie e spettacoli di danza: «La pandemia – spiegano i familiari- ha portato Lola all’isolamento e alla difficoltà di organizzare tutti gli eventi che hanno da sempre significato per lei motivo e opportunità di rivincita sulla malattia. Le difficoltà di reperire personale per la sua assistenza insieme a quelle economiche (vedi assegno di cura prima bloccato per mesi, poi ridotto e ora di nuovamente bloccato, ore di assistenza da parte del Comune risultate incompatibili, dopo anni, all’assegno di cura) già dallo scorso anno, hanno indotto Lola a decidere di contattare personalmente, senza che nessuno della nostra famiglia ne sapesse nulla, l’associazione di Luca Coscioni per organizzare la sua resa. È un anno da quando è venuta a conoscenza del suo proposito, insieme ad amici e persone a lei care, che cerchiamo di farla desistere. Proprio un anno fa nasceva l’ultimo libro scritto insieme al professore Vitolo che sembrava averla fatta desistere dalle sue intenzioni. Da mesi Lola chiede che, se non siamo d’accordo per la sospensione delle cure salvavita, venga almeno portata in una struttura dedicata ad alta specializzazione, dove potrà lasciarsi andare. Non vuole più che la sua assistenza pesi economicamente su di me e su mio fratello. Dopo 22 anni di dipendenza dalle macchine e di totale immobilità ci può stare?».

Cava de' Tirreni