BATTIPAGLIA. Lunedì 9 marzo, alle 14:30, il Treno Verde di Legambiente ha lasciato la stazione di Battipaglia per fare rotta verso Napoli, sesta delle 15 tappe previste prima del capolinea Expo 2015 a Milano.
Fermo in stazione per 3 giorni, il Treno Verde ha aperto le porte a tutti: dagli Ambasciatori del territorio ai rappresentanti delle buone pratiche dell’agricoltura di qualità; dalle associazioni del biologico ai ragazzi delle scuole agrarie ed alberghiere di Battipaglia, Eboli e Pontecagnano.
Tanta partecipazione e curiosità alla scoperta dell’agro-ecologia e della sana alimentazione.
Come per ogni tappa, sul Treno di Legambiente sono saliti anche i prodotti tipici del territorio che verranno esposti all’Expo come rappresentanti del patrimonio agricolo.
Da sabato 7 marzo, primo giorno della sua tappa a Battipaglia, si sono svolte le numerose attività che hanno coinvolto tante persone ma, soprattutto, tantissimi studenti.
Si è voluto coinvolgere questi ultimi con la cucina installata sul terzo vagone, messa a disposizione oltre che per i cuochi di professione, anche per gli stessi studenti, per la preparazione e le degustazioni di prodotti tipici della zona.
Come è successo domenica mattina con le Degu-stazioni: lo showcooking degli chef del libro Campania, la terra dei fuochi e la partecipazione degli studenti dell’IIS Alberghiero “E. Ferrari” di Battipaglia.
Sul Treno anche l’associazione Slow Food che ha organizzato i Laboratori del Gusto: protagonisti la birra artigianale, la nocciola tonda di Giffoni sei casali, il fagiolo di Controne e i fusilli di Felitto.
E per Slow Food, presente anche Giancarlo Capacchione che domenica ha fatto sapere: «saremo presenti all’Expo per portare le nostre tematiche con molta forza – e aggiunge – con questo Treno è l’occasione per far conoscere i nostri prodotti eccellenti sul nostro territorio».
Cogliendo la palla al balzo con l’aumento delle iscrizioni nelle scuole agrarie nell’ultimo anno, il Treno Verde è stata un’ottima occasione per far partecipare i giovani al progetto importante lanciato da Legambiente: aumentare le produzioni biologiche fino al 20% entro i prossimi 5 anni.
Come ha spiegato Davide Sabbadin, portavoce del Treno: «L’agricoltura è un pezzo importante per la rinascita del nostro Paese».
In merito al coinvolgimento dei giovani a questo importante messaggio ambientalista attraverso l’agricoltura, in occasione della conferenza tenutasi domenica 8 marzo, sulle produzioni locali e la Dieta Mediterranea, il direttore Op Terra Orti, Emilio Ferrara ha svelato alcuni progetti in cantiere: «con Legambiente stiamo avviando dei progetti per coinvolgere i ragazzi delle scuole elementari e medie, come già sta avvenendo con gli Orti Sociali, un progetto che andrà anche su altri territori».
Tanti gli ospiti intervenuti e tanti i temi discussi alla conferenza di domenica mattina.
Biodiversità, recupero dei territori e dei prodotti agricoli, Dieta Mediterranea
Ad aprire il dibattito è stato Valerio Calabrese, responsabile di Agricoltura Legambiente Campania che ha chiarito come questa conferenza «vuole essere un incontro con i vari operatori del settore, per cercare un dialogo e creare un confronto».
Queste le parole per ricordare che in passato ambientalisti e agricoltori si sono spesso scontrati in merito le pratiche della buona agricoltura e l’eco-sostenibilità dell’ambiente.
«Occorre stringere un’alleanza – continua Calabrese – ed attivare dei processi di miglioramento e sostenibilità ed andare a fare pressione sulle istituzioni politiche rispetto agli investimenti, alla cura e all’attenzione che la politica mostra in merito questa situazione».
A confermare le sue parole è il primo ospite Arteside Valente, presidente Op Alma Seges, che collabora con Legambiente dal dopo-terra dei fuochi, dopo anni di scontri.
Si è parlato di sfruttamento del lavoro di migliaia di braccianti agricoli, da nord a sud, in situazioni di “semi schiavismo” – così definito da Sabbadin, che tiene a precisare in proposito che «va bene un cibo buono, ma se non c’è rispetto in chi non lo produce, è un cibo che non può avere futuro».
Sì è parlato della terra dei fuochi, rimbalzata mediaticamente in tutto il mondo, e che ha avuto conseguenze negative sulle produzioni agricole del territorio campano. Ad esempio, i prezzi dei prodotti agricoli campani in ribasso di quasi il 50% rispetto a quelli prodotti dal resto del territorio italiano.
Oppure, il caso della Philip Morris che non compra più il tabacco campano perché considerato contaminato.
Rosario Rago, presidente di Confagricoltura Salerno, che è intervenuto su questo tema parlando del libro “Campania, la terra dei fuochi” ha detto: «con il libro dobbiamo acquisire delle potenzialità da quello che è successo. Dobbiamo essere spinti verso il controllo del nostro territorio e delle nostre imprese e far venir fuori la Campania per le sue cose positive».
Ma uno degli argomenti principali è stata la biodiversità. Biodiversità legata all’agricoltura sostenibile, al recupero e alla riqualificazione ambientale di tanti territori in degrado, e alla valorizzazione di prodotti agricoli.
Pietro Caggiano, vicepresidente Aop Armonia, ha raccontato del progetto del Mercato Metropolitano a Milano: un’importante vetrina per le piccole imprese agricole che potranno partecipare con uno stand con costi sostenibili, in cui sarà possibile vendere e far consumare i propri prodotti.
«Oggi si è capito che un turismo gastronomico all’interno di un sistema che è di qualificazione ambientale, può sicuramente avere un valore aggiunto molto più importante» – sostiene Caggiano.
Un’altra occasione per far conoscere il territorio.
Recupero dei semi e rivalutazione dei prodotti agricoli
Rosa Pepe, agronomo del Cra Ort, ha parlato della biodiversità legata al territorio.
Con il programma di recupero, promozione e valorizzazione del germoplasma orticolo autoctono, sono stati recuperati tanti semi del territorio di prodotti che non vengono più coltivati da anni.
Semi, però, recuperati e restituiti agli agricoltori per recuperare antiche produzioni.
Così come è successo con il carciofo di Pertosa, oggi si riprova con l’anguria di Altavilla che potrebbe essere rimessa in coltivazione entro quest’anno.
Tra i semi da recuperare che rientrano anche nel progetto Semi di Legalità (perché verranno piantati in terreni confiscati alla Camorra), c’è anche il seme del pomodoro fiaschello di Battipaglia, non più in produzione da più di 40 anni.
Questi semi viaggeranno con il Treno Verde per raggiungere l’Expo 2015.
Per quanto riguarda la rivalutazione dei prodotti che appartengono alla Campania, è intervenuto anche Giuseppe Russo, presidente della Fnp, che ha puntato un riflettore su quello che è successo quest’anno alle coltivazioni castanicole, per via di un insetto che ha debilitato le piante creando enormi problemi non solo economici e che ha portato molti a prendere in considerazione la possibilità di sostituire le varietà del territorio campano, con altre più resistenti. Ma si parla di prodotti francesi o spagnoli.
«Questo rischia di indebolire la nostra economia – spiega Russo – biodiversità è puntare alla valorizzazione, che vuol dire diffusione della biodiversità e recupero dei territori legandoli ai prodotti tradizionali».
La Dieta Mediterranea
Chiaro e deciso il sindaco di Pollica, Stefano Pisani che parla di dieta mediterranea come «il programma di governo del nostro paese perché si fonda sull’agricoltura, sulle produzioni di qualità ed eccellenza che, quando vanno sul mercato riescono ad avere, benché prodotti nel Bel Paese, un valore aggiunto e quindi fanno preoccupazione».
E fa un invito ai territori a collaborare per dare più valore e un futuro certo alla dieta mediterranea: «se il Cilento è riconosciuto comunità emblematica della dieta mediterranea, ma non abbiamo la superficie fisica per produrre, e la Piana del Sele ce l’ha, ma scusate perché non fare un’alleanza dei territori?»
La Regione Campania è il simbolo della Dieta Mediterranea e come ricorda Filippo Diasco, dg Politiche Agricole Regione Campania, anch’egli intervenuto al dibattito, che la Campania «è l’unica regione che si è dotata di una legge che valorizza, tutela e conserva la dieta mediterranea».
Il Treno Verde a Battipaglia è stata una grande occasione e opportunità per il risollevarsi delle produzioni agricole.
«La capacità nostra è quella di non lasciare che l’Expo rimanga un’esposizione internazionale – aggiunge Vittorio Sangiorgio, presidente Coldiretti Salerno – dobbiamo impegnarci a fare in modo che si inneschi un meccanismo di sviluppo per dare una traiettoria al nostro Paese per i prossimi 20 anni».
«Ringrazio Legambiente per questa tappa fatta a Battipaglia – dice Rago – perché io da battipagliese sono contentissimo che battipaglia venga agli onori per le cose buone – e conclude -far vedere che Battipaglia è la città del fare».
Ha concluse il dibattito Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, spendendo le ultime parole sul Treno Verde verso Expo e sul lavoro fatto da Legambiente in questi anni per far emergere il territorio campano.
«Per noi l’agricoltura è una leva straordinaria di cambiamento. La leva per uscire da una sorta di sottosviluppo che ha creato questo enorme divario tra nord e sud».
Foto della conferenza
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