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Vallo Della Lucania, processo record durato 55 anni

Si sa che i tempi della giustizia italiana sono da maglia nera in Europa, con anni o addirittura decenni di attesa prima di giungere ad una sentenza; per non parlare del meccanismo della prescrizione, differente da molti altri Paesi del nostro continente e non solo.
Però scoprire che nel piccolo Tribunale di Vallo della Lucania si sarebbe potuto rinvenire nei polverosi archivi una causa pendente da oltre mezzo secolo lascia senza parole. Eppure questa è la realtà per un procedimento che riguarda un’eredità contesa dal lontano 1966.

Quella causa civile compie 55 anni

Si vocifera da tempo negli uffici giudiziari del Tribunale di Vallo della Lucania che fosse ancora pendente una causa degli anni ’50 in merito ad una controversia sorta per il riconoscimento del diritto ad una eredità, ma per quanto le lungaggini giudiziarie non siano più in grado di stupire nessuno in pochissimi avrebbero creduto ad una tale lungaggine.

Il procedimento ebbe inizio nel 1966, quando il torinese Giuseppe Saragat era Presidente della Repubblica e l’Italia stava vivendo un periodo di forte ripresa economica del dopoguerra, in attesa dei moti rivoluzionari sessantottini. Quando ancora  tutti gli atti erano scritti nero su bianco, raccolti in voluminosi faldoni che oggi suonano come qualcosa di terribilmente anacronistico.

Oggi sono vari i tentativi di snellire i tempi della giustizia, modificando alcuni riti e con l’avvio della dematerializzazione con l’introduzione del processo civile telematico: un indubbio vantaggio, a cominciare dalla comodità di depositare gli atti in formato elettronico dal proprio computer, risparmiando ore in fila alle cancellerie.

Un’innovazione che in vari Paesi non è cosa nuova. Basti pensare all’Australia, dove già da oltre un decennio è il computer ad emanare le sentenze di separazione coniugale secondo criteri standardizzati secondo le migliori pratiche della cd. “Legimatica”.

Senza andare così lontano, possiamo guardare alla più vicina Spagna. Come specifica Emanuel Suárez per Zonatech: “Nel rapporto biennale eReadiness delle Nazioni Unite, è stata classificata 10ª nella classifica mondiale. Allo stato attuale lo sforzo principale è sull’integrazione e l’interoperabilità tra database delle differenti sezioni giudiziarie, secondo metadati, puntando alla creazione di un network unico di data center, implementando procedure uniche per tutto il Paese, oltre a forti investimenti in software di trascrizione automatica di quanto detto in udienza anche da remoto”.

In Italia ancora molto resta da fare, anche sul carico di lavoro del carente personale in organico. «La causa non può essere assunta in decisione, atteso che sul ruolo assegnato alla sottoscritta pendono oltre 1.700 procedimenti, il primo dei quali risalente al 1966», si legge in un atto di rinvio di un’altra causa al 31 maggio 2022.

Si prospettano tempi ancora più duri, con le possibili migliaia di cause che potrebbero essere attivate a seguito della pandemia per episodi di supposta malasanità oltre alle altre come quella della morte della giovane Rosaria Lobascio per un intervento per dimagrire.

Vallo della Lucania