Sono anni ormai che si parla di crisi economica, a livello nazionale. Talmente tanti anni che ormai sembra sia solo una frase fatte, utilizzata il più delle volte per giustificare e giustificarsi. Eppure la crisi c’è e si sente ovunque. È quella stessa crisi che impedisce oggi ai ragazzi di realizzare i propri sogni perché per aiutare la famiglia spesso bisogna dover rinunciare all’università, alla gavetta e trovare un lavoro che, magari, neanche amano. È quella crisi che induce le famiglie a rivolgersi alla Caritas o ad un ente in particolare per ritirare il pacco alimentare. Che, magari, costringe le donne – soprattutto straniere giunte in Italia alla ricerca di un futuro migliore – ad arrendersi alla realtà. Lavoro non c’è. E quel poco che si trova nella maggior parte dei casi è veramente mal pagato. E così si ritrovano costrette a prostituirsi. Nell’immaginario collettivo il prototipo di prostituta è una bella donna proveniente dall’est Europa che vende il proprio corpo agli uomini per piacere. Ma non è così. Non è piacere. Almeno non sempre. Spesso è la necessità di guadagnare soldi. Ma cosa succede quando sono le persone anziane a non riuscire ad arrivare a fine mese? Molti chiedono aiuto al Comune, alla Caritas, alle mense per i poveri. Ma non tutti trovano una mano tesa che le faccia sentire meno sole e, soprattutto, meno in difficoltà. E così basta percorrere, magari, la zona industriale di Salerno per trovare un’anziana signora alla ricerca di un uomo. Si, la prostituzione anche a quell’età. E non si dica che a 60 anni una persona si prostituisce per piacere. Magari non è la crisi fatto sta che ha bisogno di soldi per mangiare, mandare avanti la casa, pagare le bollette, comprare i generi di prima necessità. Ma Salerno è solo un esempio. Sono tante, ahimè, le persona che hanno ormai raggiunto una certa età che sono sui marciapiedi di quelle strade abitualmente frequentate dalle donne che donano il corpo in cambio di soldi. E loro sono lì per la stessa ragione: sesso in cambio di denaro. Sembra assurdo. Al limite della realtà eppure ci sono, inutile negarlo. Di fronte a una verità così forte e cruda non si possono chiudere gli occhi e fingere di non vedere. Già dalle 18 del pomeriggio sono in strada nella speranza che un anziano signore le faccia salire a bordo della propria auto per portarle in un luogo appartato senza però dimenticare che anche gli anziani preferiscono le giovani donne. Ma ritorniamo all’esempio di Salerno. Una signora anziana, tutti i giorni, scende dall’autobus e non appena occhi indiscreti sono lontani raggiunge il suo posto abituale. Nell’attesa legge un libro, passa il tempo con i cruciverba e nel frattempo cala la sera. Ma lei è ancora lì. Ancora attende. Ancora spera di portare a casa qualche soldo per mangiare. A questo punto è impossibile non farsi qualche domanda: Ma davvero nessuno può aiutarla? Non ha parenti? Qualcuno sa che si dedica al mestiere più antico del mondo? Tutte domande che resteranno senza risposta. E a questo punto si cerca qualcuno a cui addossare la colpa: lo stato, il comune, le associazioni e gli enti che dovrebbero essere dalla parte dei poveri. Ma è inutile trovare un carnefice. Non c’è e anche ammesso ci sia la sua situazione non cambia perché il giorno dopo la routine sarà la stessa. Forse peggiore perché il tempo passa per tutti, anche per lei che ormai ha i suoi 60 anni e arriverà un giorno in cui non ce la farà più a sostenere quei ritmi. A quel punto come vivrà? Chi le darà da mangiare? Chi le pagherà le bollette? Anche in questo caso risposte non ce ne saranno se non la consapevolezza che la crisi davvero non risparmia nessuno, men che meno gli anziani che in alcuni casi non possono neanche usufruire della pensione e si trovano costrette a vendere il proprio corpo.
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