Cronaca

Saman Abbas, i parenti giurarono sul Corano di non parlare del delitto

I parenti, infatti, avrebbero stretto tra loro un patto del silenzio "con giuramento religioso sul Corano".

parenti di Saman Abbas giurarono sul Corano di non parlare del delitto. È l’ultimo dettaglio che emerge in merito alla vicenda della ragazza pakistana scomparsa dalla sua abitazione di Novellara, nel Reggiano, il 30 aprile del 2021. I parenti, infatti, avrebbero stretto tra loro un patto del silenzio “con giuramento religioso sul Corano”.


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Saman Abbas, parenti promisero sul Corano di non parlare del delitto

Stando a quanto è emerso dagli atti dell’inchiesta per l’omicidio della ragazza, l’accordo segreto imponeva il divieto di rivelare ad altri il nome dei partecipanti al delitto e le modalità dell’esecuzione della ragazza. Una circostanza raccontata da un detenuto compagno di cella di un cugino di Saman.

È datato 4 marzo il verbale della polizia penitenziaria che contiene la testimonianza del detenuto il quale ha raccontato agli agenti tutta la sequenza dell’omicidio della ragazza così come riferitagli dal cugino della giovane.

Com’è morta Saman Abbas, il racconto shock del cugino

Com’è morta Saman Abbas? A rilevarlo ad un compagno di cella è suo cugino: è uno degli arrestati con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Stando al racconto del ragazzo, la 18enne è stata uccisa con una corda, il corpo infilato in un sacco e poi fatto a pezzi prima di essere gettato nel Po.

Ijaz avrebbe anche aggiunto che la madre di Saman, Nazia Shaheen, in preda a una crisi di pianto, sarebbe stata allontanata dal marito, Shabbar Abbas, dopo aver consegnato la figlia allo zio.

Shabbar Abbas è un uomo pericoloso che sarebbe legato anche alla mafia pakistana. A dirlo Ayub Saquib, il fidanzato di Saman, la 18enne scomparsa il 30 aprile 2021 da Novellara e per il cui omicidio saranno processati il prossimo febbraio cinque famigliari: i genitori, lo zio e due cugini. Saquib, 23 anni, oggi vive in un luogo protetto nel Nord Italia e si è costituito parte civile al processo.

Saman Abbas, le parole del fidanzato sul padre

È con lui che Saman è ritrattata in un’immagine che avrebbe scatenato le furie dei genitori, così come emerso da alcuni atti ammesso al processo e trapelati ieri. I due, dopo una conoscenza avvenuta su Tik Tok nell’agosto 2020, si sarebbero incontrato nel febbraio dell’anno successivo e poi ancora ad aprile: si amavano e volevano stare insieme ma la famiglia di Saman non accettava e mai avrebbe accettato quella storia. In un’occasione Shabbar Abbas avrebbe anche raggiunto il Pakistan per minacciare i genitori del 23enne: “Se vostro figlio non lascia Saman sterminiamo tutta la famiglia”.


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Saman Abbas uccisa dal padre per un bacio, proseguono le indagini

A far scattare la follia, la foto di un bacio. In quella telefonata il padre lo dice senza mezzi termini: “la dignità degli altri non è più importante della mia”. Parole chiarissime e agghiaccianti che, intercettate dai carabinieri, sono state messe agli atti del processo. Il prossimo febbraio, al banco degli imputati, ci saranno i genitori, lo zio e i due cugini della ragazza.
L’ultima chat tra Saman e il fidanzato

Di quel bacio a Bologna – ritratto in una foto su Instagram – ora il fidanzato di Saman, anche lui parte civile al processo, non vuole parlare. Chiede “riservatezza” dice Claudio Falleti, l’avvocato che lo assiste e che adesso ragiona a voce alta: “In un bacio tra due ragazzi non c’è nulla di male, il problema è contestualizzarlo in una mentalità arcaica come quella del clan Abbas. Non è stato quello l’evento che ha portato a ciò che poi è accaduto…”.

Ascoltato dagli inquirenti, Ayub ha raccontato di quelle chat con Saman – rientrata a casa dopo la fuga dal centro protetto solo per prendere il suo passaporto nascosto da Shabbar – nelle ore precedenti il presunto omicidio.

Per comunicare con lui, lei usa di nascosto il cellulare della madre. È terrorizzata dallo “zio Danish che ha già ucciso in Pakistan”, resta allibita quando la madre Nazia riceve un messaggio da tale “zio Mamu” “che indica di uccidere Saman”. Ayub, preoccupatissimo, la consiglia: “Cancella tutto”. La chat termina alle 23.22 del 30 aprile e il 4 maggio il giovane va dai carabinieri a denunciare la scomparsa di Saman.

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