Santo del giorno

Santo del giorno 8 maggio, oggi si celebra Madonna del Rosario di Pompei

La devozione alla Vergine del Rosario nella cittadina di Pompei risale all’arrivo, come amministratore dei beni della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, dell’avvocato Bartolo Longo, tornato alla fede dopo un lungo periodo di crisi

La Madonna del Rosario di Pompei è una delle più celebri raffigurazioni nelle quali la Chiesa cattolica venera Maria. La Vergine è rappresentata con una veste azzurra.

La devozione alla Vergine del Rosario nella cittadina di Pompei risale all’arrivo, come amministratore dei beni della contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco, dell’avvocato Bartolo Longo, tornato alla fede dopo un lungo periodo di crisi.

Per offrire un riscatto civile e morale a popolazioni abbandonate da secoli nella loro miseria, decise di propagare la preghiera del Rosario. Si ricorda l’8 maggio.

La Madonna del Rosario di Pompei oggi, il Santo del giorno

Per questo scopo, ricevette in dono un quadro raffigurante la Madonna in trono con Gesù Bambino sulle ginocchia, in atto di consegnare la corona del Rosario a santa Caterina da Siena e a san Domenico di Guzman.

Il dipinto, inizialmente conservato nella piccola chiesa parrocchiale, fu poi trasferito nella nuova chiesa, in seguito diventata Santuario e Basilica Pontificia.

Al Santuario sono annesse numerose opere caritative, tutte ideate da Bartolo Longo, che la Chiesa onora come Beato dal 1980. I giorni che vedono il maggior afflusso di pellegrini a Pompei sono l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, quando viene solennemente recitata la Supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei, composta dallo stesso Beato Bartolo Longo.

La devozione alla Beata Vergine Maria mediante il Rosario risale al secolo XIII, quando venne fondato l’ordine dei Domenicani. Furono infatti i discepoli di san Domenico a diffondere la pratica del Rosario. 

Ossia la recita di 150 Ave Maria raggruppate in tre serie di episodi della vita di Gesù e di Maria, dette “misteri”, con l’ausilio di uno strumento, la corona, formata da alcuni grani tenuti insieme da una corda o da una catenella.

Quel modo di pregare, detto anche salterio mariano o Vangelo dei poveri, ebbe larga diffusione per la facilità con cui permetteva di meditare i misteri cristiani senza la necessità di leggere un testo.

Ai quindici misteri tradizionali (cinque della Gioia o gaudiosi, cinque del Dolore o dolorosi, cinque della Gloria o gloriosi) San Giovanni Paolo II ha aggiunto, con la Lettera apostolica «RosariumVirginis Mariae» del 2002, altri cinque misteri, detti della Luce. Permettono di meditare su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica di Gesù Cristo.

Lourdes

Alla protezione della Vergine del Santo Rosario fu attribuita la vittoria della flotta cristiana sui turchi musulmani. Questa avvenuta a Lepanto nel 1571.

A seguito di ciò Papa San Pio V istituì dal 1572 la festa del Santo Rosario alla prima domenica di ottobre, dal 1913 spostata al 7 ottobre. Nuovo incremento alla pratica del Rosario si ebbe dopo le apparizioni di Lourdes del 1858. Qui la Vergine fu vista dalla pastorella Bernadette Soubirous pregare con la corona in mano.

La Madonna del Rosario ebbe nei secoli una vasta gamma di raffigurazioni artistiche, quadri, affreschi, statue. Di solito è rappresentata seduta in trono con il Bambino Gesù in braccio, in atto di mostrare o dare la corona del Rosario. A volte, inginocchiati ai piedi del trono, ci sono santa Caterina da Siena e san Domenico di Guzman.


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Bartolo Longo e Pompei

Proprio un quadro che riportava una raffigurazione di questo genere che, il 13 novembre 1875, fu trasportato su un carro di letame fino a Valle di Pompei, un paese ai piedi del Vesuvio, dono di una religiosa, suor Maria Concetta De Litala, all’avvocato Bartolo Longo.

L’uomo, inviato in quella località dalla contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco come amministratore di alcune sue proprietà, si era riavvicinato alla fede dopo essere stato attratto dall’anticlericalismo e dallo spiritismo.

Vedendo l’ignoranza religiosa in cui vivevano i contadini sparsi nelle campagne, prese ad insegnare loro il catechismo. Inoltre, a pregare e specialmente a recitare il Rosario.

Il quadro fu inizialmente esposto nella piccola chiesa parrocchiale. Subito iniziarono a manifestarsi grazie e miracoli per intercessione della Madonna, a tal punto che si rese necessario costruire una chiesa più grande.

La costruzione del Santuario

Bartolo Longo, su consiglio anche del vescovo di Nola, iniziò il 9 maggio 1876 la costruzione del tempio, che terminò nel 1887.

Il quadro della Madonna, dopo essere stato opportunamente restaurato, venne sistemato su un trono splendido. L’immagine poi venne anche incoronata con un diadema d’oro, ornato da più di 700 pietre preziose, benedetto da papa Leone XIII.

La costruzione venne finanziata da innumerevoli offerte di denaro, proveniente dalle tante Associazioni del Rosario sparse in tutta Italia. In breve divenne un centro di grande spiritualità, elevato al grado di Santuario e di Basilica Pontificia. 

Bartolo Longo istituì anche un orfanotrofio femminile, affidandone la cura alle suore Domenicane Figlie del Rosario di Pompei, da lui fondate. Ancora, fondò l’Istituto dei Figli dei Carcerati in controtendenza alle teorie di Lombroso, secondo cui i figli dei criminali sono per istinto destinati a delinquere. Chiamò a dirigerlo i Fratelli delle Scuole Cristiane.

Il Rosario e la Nuova Pompei

Nel 1884 divenne promotore del periodico «Il Rosario e la Nuova Pompei», che ancora oggi si stampa in centinaia di migliaia di copie, diffuse in tutto il mondo; la stampa era affidata alla tipografia da lui fondata per dare un’avvenire ai suoi orfanelli. Altre opere annesse sono asili, scuole, ospizi per anziani, ospedale, laboratori, casa del pellegrino.


Santuario


Ampliamento del Santuario

Il santuario fu ampliato nel 1933-‘39, con la costruzione di un massiccio campanile alto 80 metri, un poco isolato dal tempio. Nel 1893 Bartolo Longo offrì a papa Leone XIII la proprietà del Santuario con tutte le opere pompeiane e, qualche anno più tardi, rinunciò anche all’amministrazione che il Pontefice gli aveva lasciato.

La chiesa ha la pianta a croce latina. L’interno è interamente ricoperto di marmo, ori, mosaici dorati, quadri ottocenteschi. L’imponente cupola, interamente affrescata, è di 57 metri.

Nella cripta sono sepolte la contessa Marianna, suor Maria Concetta De Litala, padre Alberto Maria Radente (Domenicano, confessore di Bartolo Longo e primo rettore del Santuario) e dei vescovi di Pompei (che, come Loreto, è sede di una prelatura, ossia è direttamente soggetta al governo della Santa Sede) Vincenzo Celli, Giuseppe Formisano, Antonio Maria Rossi e Francesco Saverio Toppi, per il quale è in corso il processo di beatificazione.

Lo stesso fondatore vi era stato tumulato, ma dal 1983 i suoi resti sono stati trasportati a lato della cripta e, dal 2000, in una cappella inserita nel complesso del Santuario: è stato infatti beatificato il 26 ottobre 1980.

Pontefici a Pompei

Il suo auspicio di vedere il Papa affacciarsi dalla loggia delle benedizioni, ricavata nella facciata del Santuario (detta anche monumento alla Pace Universale), è diventato realtà nel 1979. All’inizio del ministero di san Giovanni Paolo II come successore di san Pietro.

Tornò nel 2003, in occasione del compimento dei suoi 25 anni di pontificato, per concludere ai piedi di Maria l’Anno del Rosario da lui indetto. I suoi successori Benedetto XVI e Francesco si sono invece recati a Pompei, rispettivamente nel 2008 e nel 2015.

I giorni nei quali il Santuario è maggiormente frequentato sono l’8 maggio e la prima domenica di ottobre, quando viene solennemente recitata la Supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei, composta dallo stesso Beato Bartolo Longo, anche se adattata nel lessico ai giorni nostri.

Supplica alla Madonna di Pompei

(testo scritto dal beato Bartolo Longo, come atto di amore alla Vergine)

(da recitarsi l’8 maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)

I. – O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.

Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.

Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

II. – È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia! Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.

Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

III. – Che vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie?Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all’inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria. Voi siete l’Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli. Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c’ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.

Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

Chiediamo la benedizione a Maria

Un’ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l’amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti. Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società.

Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del vostro Santuario. Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario. O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Si conclude recitando 

Salve Regina

Salve, Regina, Madre di Misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve.  A Te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a Te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi Tuoi misericordiosi, e mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del Tuo Seno. O Clemente, o Pia, o dolce Vergine Maria.

Storia della supplica

La storia della Madonna di Pompei inizia nel 1872, quando Bartolo Longo, che aveva avuto una giovinezza piuttosto “movimentata” e tutt’altro che esente da qualche vizio, arrivando perfino a diventare un sacerdote satanico quando giunse a Napoli da Brindisi per studiare all’Università, entrando in contatto con il mondo anticlericale e ateistico, udì la Madonna dirgli: “Se propagherai il Rosario sarai salvo” mentre si trovava nei campi. A quel punto Bartolo Longo, che temeva molto per la propria anima, cominciò l’opera di diffusione, la quale però non dava frutti, dunque decise di recarsi a Napoli per acquistare un dipinto, in modo che la gente avesse un oggetto da venerare. In via Toledo incontrò il proprio confessore, che gli disse di rivolgersi a Suor Maria Concetta del convento di Porta Medina: il quadro che questa gli diede era in pessimo stato di conservazione, con le tarme e pezzi di colore mancanti, però l’uomo lo acquistò lo stesso e lo fece trasportare a Pompei su un carretto di solito usato per trasportare il letame.

Insieme al restauro del quadro, che molto tardi si scoprì essere di un allievo di Luca Giordano, iniziò la costruzione della Basilica, nel 1876, proprio lì dove Bartolo Longo sentì la voce della Madonna. Fondamentali furono le cospicue elargizioni della contessa Marianna De Fusco, con cui Bartolo Longo conviveva e poi sposò, per tacere le voci di una tresca amorosa al di fuori del matrimonio. Durante il restauro Santa Rosa fu trasformata in Santa Caterina da Siena, a correzione di un grave errore che poteva portare all’interdizione, cioè il divieto di ogni funzione religiosa nel luogo dove il quadro fosse stato esposto; l’altro santo raffigurato è san Domenico de Guzman. Alla tela furono aggiunte pietre preziose quali diamanti, zaffiri e 4 rarissimi smeraldi donati da due ebrei; tutte queste pietre furono tolte negli anni ’60 durante l’ultimo restauro. Il 13 Febbraio 1876 il dipinto fu mostrato per la prima volta, e già quel giorno si verificò il primo miracolo, la guarigione a Napoli di una ragazzina che l’illustre professor Antonio Cardarelli aveva giudicato inguaribile dall’epilessia. La voce si sparse in fretta e migliaia di fedeli giunsero a Pompei, che allora era soltanto una valle che ha fatto parte fino al 1928 di Torre Annunziata, all’epoca la seconda città della Campania dopo Napoli, esi moltiplicarono considerevolmente le offerte per la costruzione del Santuario, tanto che ancora oggi possiamo vedere i pregiatissimi marmi utilizzati sia all’interno che all’esterno della struttura. Il Santuario di Pompei fu consacrato nel 1891, la facciata fu completata nel 1901 e già nel 1894 fu eletta Basilica Pontificia, grazie all’enorme eco della “rivalutazione” del Rosario che giunse fino a Roma, al papa. Nel 1925 fu completato il campanile di 88 metri e, negli anni ’30, la Basilica fu ampliata passando da una a tre navate e costruendo una cupola più grande, il tutto per meglio contenere le ondate di pellegrini che pregavano la Madonna dei miracoli, come testimoniano i migliaia di ex voto che si possono vedere all’interno del Santuario. Tale è l’importanza della Basilica di Pompei, per il mondo cattolico, che ben 4 volte è stata visitata da un papa, di cui una il 7 Ottobre 2003 (che cadeva come prima domenica di Ottobre) con Supplica alla presenza di Giovanni Paolo II.


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Della Vergine del Rosario è celebre la Supplica, scritta dal Beato Bartolo Longo nel 1883 come “Atto d’amore alla Vergine”, la quale si recita in due occasioni: l’8 Maggio, che è l’anniversario della posa della prima pietra del Santuario di Pompei (era l’anno 1876), e la prima domenica di Ottobre, il mese dedicato al Rosario e in cui ricorre la festa della Madonna del Rosario, il 7 Ottobre. Dal 1876 ad oggi il testo della Supplica è stato più volte modificato dalla Chiesa Cattolica, e tagliato in molte parti, operazioni che hanno avuto il risultato di nascondere i sentimenti più intimi di Bartolo Longo.

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