Santo del giorno

Santo del giorno 3 giugno: oggi si venera San Carlo Lwanga, martire ugandese

Secondo il calendario dei santi della Chiesa cattolica si festeggia San Carlo Lwanga che, insieme ad altri suoi 12 compagni, fa parte del gruppo dei Santi Martiri Ugandesi

Il 3 giugno secondo il calendario dei santi della Chiesa cattolica si festeggia San Carlo Lwanga che, insieme ad altri suoi 12 compagni, fa parte del gruppo dei Santi Martiri Ugandesi. Alla fine dell’800 c’erano zone dove i cristiani ancora non erano visti di buon occhio, una di queste si trovava alle sorgenti del fiume Nilo, in Uganda.

In questa zona si trovava la tribù Buganda, la quale aveva origini Etiopi di razza Bantù e si pensava fosse stata evangelizzata del tutto da San Matteo, ma all’interno della tribù persistevano stregoni e curatori che portavano avanti le antiche religioni degli antenati che adoravano il dio Katonda.

San Carlo Lwanga oggi, il Santo del giorno

All’epoca, il Re era Mwanga, che pur avendo frequentato la scuola fondata dai missionari cattolici, non aveva imparato ne a leggere ne a scrivere, perché come testimoniano alcuni scritti dell’epoca, era “violento, incapace di concentrarsi e potenzialmente insano di mente”.

Questo re, per i suoi comportamenti, fece dubitare più volte delle sue facoltà mentali e oltre a questo prese brutte abitudini restando a contatto con i mercanti del nord, che lo introdussero alle pratiche dell’omosessualità, all’ubriachezza e al fumare le droghe.

In questo periodo storico viveva Carlo Lwanga un’importante persona che continuava l’opera di evangelizzazione. Carlo e altri missionari cercarono di dissuadere il re che voleva scagliassi contro le religioni che non fossero quelle pagane. Vedeva nel cristianesimo una forte minaccia per la cultura e le tradizioni antiche.


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Tutto questo rancore verso i cristiani esplose quando il Re fece uccidere il vescovo anglicano Hannington. Carlo Lwanga successe quindi come prefetto della sala reale a Giuseppe Mkasa Balikuddembè, ucciso anche lui per aver rimproverato il re dell’assassinio del vescovo anglicano e per aver difeso i paggi dalle continue avance del Sovrano.

Carlo però, cristiano anche lui, diventa ben presto la nuova valvola di sfogo per Mwanga, un po’ perché comincia ad essere oggetto di desiderio del re, un po’ perché persiste e cerca di rafforzare la sua opera di evangelizzazione. I

l sovrano a questo punto opta per la completa eliminazione fisica dei cattolici dall’Uganda e comincia una persecuzione atroce nei confronti delle persone di fede cristiana: in poco tempo vengono uccise nelle maniere più atroci più di 200 persone e il 26 maggio 1886 Carlo Lwanga assieme ad altre 12 persone viene condannato a morte.

Dopo essere stato rinchiuso per giorni ed aver nonostante la prigionia convertito e battezzato in prigionia parecchie persone, Carlo viene portato sulla collina Namugongo e viene arso vivo assieme ad un’altra trentina di cristiani, che non emisero un gemito e continuarono a pregare fino all’ultimo secondo di vita.

Questo ultimo crimine, porterà alla conversione di molte altre persone, fino alla completa evangelizzazione della tribù che si oppose fermamente al re per accogliere la fede cristiana.

La beatificazione

Carlo ed altri martiri ugandesi furono beatificati da Papa Benedetto XV nel 1920 e questo fece un certo scalpore in quanto erano le prime persone sud sahariane ad essere beatificate. Papa Paolo VI nel 1964 lo fece santo, dopo di che sul luogo del suo martirio fu eretto uno stupendo santuario per venerarlo e ricordalo.

Il suo nome deriva dalla lingua locale e dovrebbe significare “Uomo Libero” ed è proprio così che morì, nell’iconografia ecclesiastica è raffigurato con in mano una foglia di palma ed è tutt’oggi patrono ufficiale dell’Uganda.

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