Cronaca

Sciopero venerdì 15 novembre, si fermano scuole ed Università: lezioni a rischio | Cosa sta succedendo

sciopero venerdì 15 novembre scuole università motivi
Foto di repertorio

Indetto uno sciopero per domani venerdì 15 novembre, si fermano scuole ed Università: lezioni a rischio. I motivi della protesta e cosa sta succedendo. A scendere in piazza anche gli studenti, che manifesteranno con lo slogan «Vogliamo potere».

Sciopero venerdì 15 novembre, si fermano scuole ed Università: lezioni a rischio

La scuola si ferma nuovamente. Venerdì 15 novembre, il sindacato Anief ha proclamato uno sciopero contro l’abuso dei contratti a termine, avviando anche una petizione per rivedere l’età pensionabile e richiedere il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria. Anche gli studenti parteciperanno alla manifestazione, esprimendo il loro dissenso con lo slogan «Vogliamo potere».

Il motivo

«Nonostante una chiara procedura di infrazione, lo Stato italiano ha ridotto il numero di insegnanti di ruolo e ha raddoppiato quello del personale a tempo determinato, continuando a fare un uso eccessivo dei contratti a termine. Inoltre, l’età media degli insegnanti e del personale amministrativo è aumentata, superando il 50% di lavoratori over 50, nonostante l’elevato tasso di burnout riscontrato nella categoria. È evidente che è necessario rivedere le norme riguardanti le uscite del personale scolastico, che spesso possiede titoli universitari non riscattati a causa dei costi elevati, nonostante siano fondamentali per accedere e svolgere la professione». Queste le parole di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. «Al contrario – evidenzia Pacifico – per il personale delle forze armate è previsto il riscatto gratuito, oltre alla possibilità di andare in pensione a 60 anni senza subire penalizzazioni sull’assegno pensionistico». Per tali motivi, il giovane sindacato Anief ha proclamato uno sciopero per il 15 novembre contro l’abuso dei contratti a termine e ha avviato una petizione per rivedere l’età pensionabile e richiedere il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria.

La protesta degli studenti

«Il 15 novembre, l’Unione degli Studenti, il principale sindacato studentesco in Italia, ha proclamato uno sciopero nazionale che coinvolgerà anche numerose realtà sociali e associazioni. Dalle organizzazioni sindacali a quelle ecologiste, antimafia e antirazziste, molte realtà stanno unendo le forze per sostenere le richieste di un sistema scolastico più equo e inclusivo», ha dichiarato la Rete della Conoscenza. «La giornata del 15 novembre è cruciale non solo per gli studenti, ma per tutti coloro che sostengono il diritto a un’istruzione pubblica e gratuita», ha sottolineato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti. «Saremo presenti davanti alle sedi istituzionali a livello locale, regionale e nazionale, fino al ministero dell’Istruzione, per far sentire al ministro Valditara che la nostra voce non può più essere trascurata – prosegue – La nostra piattaforma è il risultato di un lavoro collettivo che coinvolge tutta Italia e mette in evidenza le criticità del sistema scolastico da cui desideriamo liberarci». Francesco Valentini, responsabile della comunicazione dell’Unione degli Studenti, aggiunge: «Questo sciopero è il grido di generazioni stanche di essere ignorate. Non chiediamo solo una scuola diversa: vogliamo un’istruzione che ci consenta di costruire un futuro basato su diritti e dignità, libera da logiche di sfruttamento e subordinazione».

Coinvolte anche le Università

«Il 15 novembre, in occasione dello sciopero studentesco nazionale indetto dall’Unione degli Studenti e da LINK-Coordinamento Universitario, invitiamo docenti, ricercatori, tecnici, personale amministrativo e dottorandi a unirsi agli studenti in piazza. Mobilitiamoci insieme per chiedere una scuola e un’università diverse, al di là dei tagli imposti da questo governo e da quelli precedenti, per restituire all’intera comunità educativa la dignità che merita, per costruire un paese migliore che parta dalla conoscenza». Così ha dichiarato Simone Cigliano, membro dell’esecutivo nazionale della Rete della Conoscenza, in merito allo sciopero studentesco previsto per venerdì. «Per liberarci dall’autoritarismo, dall’aumento dei costi della vita, dal bigottismo e dal patriarcato, dallo sfruttamento e dalla cultura della guerra, il 15 novembre l’Unione degli Studenti e Link-Coordinamento Universitario scenderanno in piazza – si legge nell’appello della Rete della Conoscenza. Vogliamo creare una scuola e un’università diverse, pubbliche, laiche e solidali, accessibili a tutti. Per realizzare questo obiettivo, abbiamo bisogno del contributo di tutte le componenti e di tutte le persone che animano il mondo dell’istruzione». «Docenti, tecnici, amministrativi, dottorandi e ricercatori, il 15 novembre unitevi a noi in piazza e contribuite a costruire insieme una nuova scuola e una nuova università», è l’ulteriore invito degli studenti.

La nota del Ministero dell’Istruzione

Lo sciopero è stato confermato dal ministero dell’Istruzione e del Merito: «Si informa che il 15 novembre 2024 si svolgerà uno sciopero del personale docente, ATA e educativo delle istituzioni scolastiche e educative, sia a tempo determinato che indeterminato, indetto da ANIEF. Nella stessa data, ADL Cobas e Rete di azione unitaria per l’inclusione – RUI hanno proclamato uno sciopero generale regionale per il personale del Comparto Istruzione e Ricerca della Lombardia», si legge sul sito ufficiale.

Cosa sta succedendo

Cosa accadrà nelle scuole? Come già comunicato alle famiglie da ciascun istituto, è possibile che i servizi non vengano garantiti, portando così a un possibile rimando a casa degli alunni. Anche gli idonei al concorso scuola 2023, privi di una graduatoria di merito esaurita, parteciperanno allo sciopero e hanno organizzato una manifestazione davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito in Viale Trastevere, a Roma. Secondo quanto riportato da Money.it, le ragioni sono le stesse che hanno motivato la precedente manifestazione del 27 settembre. Gli insegnanti risultati idonei senza graduatoria si troveranno presto a dover affrontare un nuovo concorso scuola annunciato da Valditara, nonostante abbiano già superato le prove. Si tratta di ripetere le stesse valutazioni a pochi mesi di distanza dalle precedenti (per molte classi di concorso, le prove si sono concluse da poco o sono ancora in corso), motivo per cui chiedono il riconoscimento del merito dimostrato.
scioperoscuole

Ultime notizie