Cronaca

Scontri in Libano, manifestazione contro il governo: 400 feriti a Beirut

Scontri in Libano durante la manifestazione contro il governo: quasi 400 feriti a Beirut. I disordini sono destinati a continuare. Ecco la situazione.

Quasi 400 feriti in Libano durante gli scontri

Sono quasi 400 le persone rimaste ferite nei durissimi scontri di ieri a Beirut tra manifestanti e forze dell’ordine durante una manifestazione contro il governo. Lo riferiscono fonti mediche.

Quella di ieri è stata la giornata più violenta dall’inizio delle contestazioni in Libano contro il governo. Il nuovo bilancio della Croce rossa libanese e delle protezione civile parla di 377 persone ferite e ricoverate in ospedale.

Le persone scese in piazza protestano contro il sistema politico, la corruzione e il carovita già dalla metà di ottobre.

Ieri il clima infuocato ha spinto il capo di Stato Michel Aoun e il premier uscente Saad Hariri a chiedere l’intervento dell’esercito per “riportare la calma” nel centro della capitale, dove migliaia di dimostranti si erano radunati spingendo per avvicinarsi alla super-fortificata zona del Parlamento.

Il Paese è da mesi in uno stato di profonda crisi economica e politica. E il sistema bancario locale, per decenni descritto come il più stabile della regione, ha cominciato a razionare la distribuzione del dollaro americano in un contesto di svalutazione graduale della lira locale. E si registra un incremento dei prezzi del 30 per cento e un aumento vertiginoso della disoccupazione.

L’innalzamento della tensione giunge mentre il premier incaricato Hassan Diab, espressione della coalizione di partiti confessionali guidati dagli Hezbollah filo-iraniani, fatica a raggiungere un accordo con i diversi leader politici per un governo che risponda, almeno nelle apparenze, alle richieste della piazza. Diab insiste nel voler presentare un esecutivo ristretto di 18 ministri – circa la metà dei governi precedenti – con esponenti nominalmente nuovi, ovvero che non hanno assunto in passato incarichi ministeriali. Gli analisti osservano che dietro le nomine proposte da Diab ci sono gran parte dei movimenti politici al potere da decenni e messi sotto accusa dal movimento di protesta scoppiato a metà ottobre scorso. Già nei giorni scorsi le forze dell’ordine erano intervenute più volte dopo che cortei di protesta si erano trasformati a Beirut in azioni di violenza urbana, con attacchi ai bancomat, alle sedi delle banche nei centri nevralgici della capitale.

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