Cronaca

Scuola, cercasi disperatamente il “referente covid”: nessuno vuole assumersi questa responsabilità

La scuola sta per iniziare, tra mille incognite e mille domande, tra queste ce ne è una che sta togliendo il sonno ai dirigenti scolastici: chi sarà il referente covid? Nessuno vuole assumersi la responsabilità di supervisionare alle operazioni, in caso di positività di un alunno, specialmente perchè questo “incarico” non è retribuito, nè contrattualizzato.

Scuola, cercasi referente covid

La scuola sta lentamente uscendo dal pantano in cui si è ritrovata nell’ultimo mese, ma adesso potrebbe arrivare un altro fastidioso ostacolo, che potrebbe trasformarsi in un muro invalicabile. Nel caso ci si trovi di fronte alla positività di un alunno, il protocollo da seguire è ormai chiaro, ad occuparsene sarà il  referente covid, scelto tra il personale interno della scuola. Ma questa opzione non piace, e i dirigenti stanno facendo fatica a trovare chi voglia ricoprire questo ruolo.

Rischi e responsabilità

Una figura, quella del referente, di cui si parlava da tempo, solo che nessuno ha mai lontanamente contemplato l’idea che sarebbe stato necessario retribuire questo incarico e soprattutto contrattualizzarlo, con termini precisi che possano sollevare la persona preposta da ogni responsabilità, tutelando anche gli eventuali rischi a cui il referente può concretamente andare incontro.

Compenso e manuale d’istruzioni

Adesso, a poche ore dall’inizio dei corsi di recupero e dalle riunioni preliminari dei consigli d’istituto, si pensa (ma non è ancora certo) ad un contratto da almeno 60 ore l’anno, 17,50 euro l’ora lordi (circa 10 euro netti). Ma i compiti del referente covid sono molteplici, gravosi e rischiosi, ma l’Istituto Superiore di Sanità conta di pubblicare un manuale di istruzioni, per preparare adeguatamente chi vorrà assumersi l’incarico. Il manuale non è pronto, i referenti non ci sono ancora, e la scuola inizia tra 15 giorni. Cosa aspettano ancora?

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