Cronaca

Covid, Locatelli: “Seconda ondata? Possiamo controllarla, misure prese sono corrette”

Franco Locatelli ottimista sulla seconda ondata del Coronavirus: "Possiamo controllarla, le misure prese sono corrette"

Franco Locatelli è ottimista sulla possibilità che l’Italia contenga la seconda ondata del Coronavirus. In una intervista al Corriere della Sera, il presidente del Consiglio superiore di Sanità e componente del Comitato tecnico scientifico ha dichiarato: “La linea seguita è molto rigorosa. Con i tre diversi coefficienti di rischio che hanno poi portato alla definizione dei cosiddetti colori giallo, arancione e rosso, viene diversificato il profilo d’impatto della pandemia Covid-19 nelle diverse aree del Paese.

Questo per mettere poi in campo, seguendo il principio della proporzionalità e della ragionevolezza, una serie di misure che hanno l’obiettivo di contenere l’epidemia e mitigarne l’impatto”.

Seconda ondata di Coronavirus, l’ottimismo di Franco Locatelli

“Sono stati individuati, col decreto del 30 aprile, 21 indicatori che permettono di effettuare l’analisi settimanale. Questi indicatori possono essere suddivisi in tre grossi gruppi che fanno riferimento alla capacità di monitoraggio (6) e alla capacità di accertamento diagnostico e gestione dei contatti (6).

Si aggiungono la stabilità di trasmissione e la tenuta dei servizi sanitari territoriali che vengono misurati con i rimanenti 9 indicatori. Tra questi ultimi il valore Rt (indice di contagiosità attualizzato), il tasso di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e nell’area medica per malati Covid-19″ ha spiegato Locatelli.

Perché la Campania zona gialla

“Le analisi vengono realizzate dai componenti della cabina di regia, fra i quali rappresentanti dell’Istituto superiore di sanità, ministero della Salute e Regioni. Una volta finalizzate, vengono trasferite agli interlocutori istituzionali e portate a conoscenza dei membri del Cts che fondano il loro lavoro e la loro interpretazione sui dati disponibili.

Va rimarcato che anche in questa fase vi sono contesti epidemiologici intra-regionali significativamente differenti tra loro. Basti pensare, in Lombardia, alla situazione assai più delicata di Varese, Como, Monza e Brianza e dell’area metropolitana di Milano, rispetto a Bergamo e Brescia, molto più colpite la scorsa primavera”.

Gli effetti del nuovo dpcm

“Gli effetti si iniziano a vedere a due settimane dalla loro implementazione e trovano compiuto impatto dalla terza settimana. Gli effetti derivanti dalle misure previste nel Dpcm del 24 ottobre si vedranno dal 9 novembre. La situazione continua ad essere diversa rispetto alla scorsa primavera, periodo in cui ci si trovava a confrontarsi per la prima volta con un virus ignoto.

C’erano criticità in termini di disponibilità di mascherine e di realizzazione di test diagnostici, che fortunatamente sono state superate grazie allo sforzo di tanti tra i quali in particolare il commissario Arcuri. Anche i posti letto nelle rianimazioni sono in numero considerevolmente maggiore e i percorsi terapeutici dei malati sono fondati su più solide evidenze di cosa può essere davvero utile per la loro gestione. Ecco perché continuo a pensare che esistano le condizioni per poter mantenere la situazione sotto controllo ed evitare in questa fase lo stesso impatto sulla salute dei cittadini della scorsa primavera”.


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Il sito del Ministero della Salute

Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali tra cui il quotidiano Metropolis. Redattore per Fantacalcio e Calciomercato.it, nel tempo libero ama dedicarsi alla buona musica.

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