Cronaca

Sentenza sullo stupro alla Fortezza, Strasburgo condanna l’Italia per pregiudizi sulle donne

La vicenda risale al 26 luglio del 2008, quando una ragazza di 22 venne violentata da sette ragazzi che avevano tra i 20 e i 25 anni

Sentenza sullo stupro alla Fortezza, la Corte Europea dei Diritti dell’uomo di  Strasburgo condanna l’Italia per pregiudizi sulle donne. La vicenda risale al 26 luglio del 2008, quando una ragazza di 22 venne violentata da sette ragazzi che avevano tra i 20 e i 25 anni.

Sentenza sullo stupro alla Fortezza: Corte di Strasburgo condanna l’Italia

La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una “presunta vittima di stupro” con una sentenza che contiene “dei passaggi che non hanno rispettato la sua vita privata e intima”, “dei commenti ingiustificati” e un “linguaggio e argomenti che veicolano i pregiudizi sul ruolo delle donne che esistono nella società italiana”. E’ quanto si legge nella documentazione diffusa oggi dalla Corte che ha sede a Strasburgo. Il caso riguarda una sentenza della Corte d’appello di Firenze del 2015 che assolse 7 imputati accusati di uno stupro di gruppo avvenuto nella Fortezza da Basso nel 2008.

A ricorrere alla Corte di Strasburgo è stata la presunta vittima della violenza. Nel suo ricorso non ha chiesto alla Corte di Strasburgo di esprimersi sull’assoluzione degli imputati, ma sul contenuto della sentenza, che secondo lei ha violato la sua vita privata e l’ha discriminata. Oggi la Corte di Strasburgo le ha dato ragione accordandole un risarcimento per danni morali di 12 mila euro.

La vicenda

La vicenda risale al 26 luglio del 2008, quando una ragazza di 22 venne violentata da sette ragazzi che avevano tra i 20 e i 25 anni. Dopo la denuncia per stupro, presentata quattro giorni dopo i fatti, gli accertamenti medici e le indagini, gli imputati vennero arrestati. Rimasero un mese in carcere e circa due mesi ai domiciliari, il processo terminò nel gennaio del 2013 con la sentenza di condanna per sei dei sette accusati a 4 anni e 6 mesi di reclusione. I sei furono condannati per violenza sessuale di gruppo aggravata dal fatto che la vittima era ubriaca, cioè dal fatto che i violentatori avevano approfittato delle sue “condizioni di inferiorità fisiche e psichiche” a causa dell’alcol. I difensori ricorsero in appello e la Corte di appello annullò la condanna in primo grado: i sei imputati vennero tutti assolti con formula piena perché “il fatto non sussiste”.

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