Si spoglia contro il velo, una studentessa è stata arrestata in Iran: il video ha fatto il giro del web, ansia e appelli sui social. Della giovane non si hanno più notizie e cresce il timore che possa subire violenze da parte della polizia, simili a quelle che due anni fa colpirono Mahsa Amini.
Si spoglia contro il velo, studentessa arrestata in Iran
Il video ha fatto il giro del web, così come l’angoscia per la sorte della giovane. Una studentessa iraniana è stata arrestata sabato dopo essersi spogliata nel cortile del dipartimento di Scienza e Ricerca dell’università Azad di Teheran, in segno di protesta contro l’obbligo del velo, rimanendo in biancheria intima.
Da quel momento, non si hanno più notizie su di lei, e cresce il timore che possa subire violenze da parte della polizia, simili a quelle che due anni fa colpirono Mahsa Amini, arrestata per non aver indossato correttamente il velo e morta a causa delle percosse ricevute. La sua tragica morte aveva innescato una serie di proteste in tutto l’Iran, dando vita al movimento ‘Donna, Vita, Libertà’.
Cosa è successo
Secondo fonti studentesche riportate da Iran International, la studentessa di Teheran (identificata da alcuni come Ahoo Daryaei) era stata inizialmente ammonita dalla sicurezza universitaria per aver indossato l’hijab in modo inadeguato. In risposta, la giovane si è spogliata, rimanendo in mutandine e reggiseno, con le braccia incrociate e i capelli sciolti. Nel video, si può vederla seduta nel cortile, circondata da studenti increduli e con i telefoni in mano.
Successivamente, la ragazza si allontana a piedi, sempre senza vestiti, prima di essere avvicinata da un’auto da cui scendono degli uomini che la caricano a forza. Amnesty International ha chiesto il suo immediato rilascio, denunciando “accuse di percosse e violenza sessuale durante l’arresto” e sollecitando “indagini indipendenti e imparziali”.
Iran International riporta che, secondo una newsletter studentesca su Telegram, la giovane è stata trasferita in un ospedale psichiatrico su ordine dell’intelligence dei Guardiani della Rivoluzione, notizia confermata dal giornale Farhikhtegan, vicino all’Università di Azad, e dal direttore delle relazioni pubbliche dell’ateneo, Amir Mahjoub, che ha dichiarato che la studentessa soffre di un “grave disagio psicologico”. I media statali hanno diffuso un video in cui un uomo, presentandosi come il marito, afferma che la donna è madre di due figli e ha problemi di salute mentale.
L’ansia sui social
Tuttavia, l’opinione pubblica iraniana denuncia online quella che viene considerata una strategia del regime per delegittimare le manifestanti, etichettandole come mentalmente instabili.
In memoria di Mahsa, il mondo intero tiene d’occhio Teheran. “Monitorerò attentamente la situazione, compresa la risposta delle autorità”, ha avvertito su X la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Iran, Maio Sato, mentre sui social si moltiplicano gli omaggi al “coraggio eroico” della giovane, accompagnati da appelli, hashtag e disegni: una ragazza in slip a righe e reggiseno lilla è già diventata il nuovo simbolo della lotta delle donne iraniane per la libertà.