Cronaca

Simona morì dopo essere sbranata dai cani: arrestato il proprietario

L'uomo è indagato per omicidio colposo

È stato arrestato il proprietario dei cani che hanno sbranato Simona Cavallaro. I 12 cani sbranarono la ventenne il 26 agosto scorso, uccidendola. La 20enne si trovava in compagnia di un amico in un’area attrezzata per pic-nic sita in località Monte Fiorino di Satriano. Si tratta di un 45enne, titolare di un’azienda zootecnia di allevamento di ovini e caprini.

Arrestato il proprietario dei cani che sbranarono Simona Cavallaro

L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, eseguita dai carabinieri della Compagnia di Soverato, è stata emessa dal Gip su richiesta della Procura di Catanzaro. L’uomo è indagato per omicidio colposo. Gli animali, per l’accusa, erano posti a protezione di un gregge. La ragazza si era recata nell’area per organizzare un pic-nic quando ha incontrato il gregge protetto da 12 cani che l’hanno aggredita, causandone la morte per lo shock emorragico dovuto alle lesioni multiple subite.


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L’amico di Simona salvo per miracolo

Alla tragedia aveva assistito un amico della giovane che era riuscito a salvarsi trovando riparo in una chiesetta in legno. Gli accertamenti del Ris Carabinieri di Messina sulle “ciocche” di peli prelevate dagli esemplari poi catturati hanno quindi permesso di appurare la presenza di sangue relativa a profilo genotipico sovrapponibile a quello di Simona. L’ipotesi dell’accusa, che si fonda sugli esiti dell’indagine condotta dai militari dal Nor Sezione operativa della Compagnia di Soverato insieme a quelli della Stazione di Satriano, è che l’allevatore abbia fatto pascolare abusivamente il gregge nell’area attrezzata dal 24 agosto e abbia arbitrariamente invaso il terreno di proprietà del Comune, destinandolo a pascolo.

Per l’accusa, inoltre, l’uomo avrebbe lasciato pascolare il gregge in sua assenza omettendo di vigilare sul comportamento dei cani e di richiamarli nel momento in cui avevano iniziato a mostrarsi aggressivi con la ragazza, visto che non era presente. Quindi, per l’accusa, l’uomo ha tenuto una condotta gravemente imprudente, negligente ed imperita, manifestando, riferiscono gli inquirenti, “totale disinteresse” per le basilari norme nello svolgimento della propria attività oltre che per l’altrui incolumità. Tra i reati ipotizzati figurano anche introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e pascolo abusivo.

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