Dopo 35 anni di domande e speculazioni, l’ultimo episodio de I Simpson ha finalmente svelato un mistero che ha afflitto i fan sin dal debutto della serie: come fa Homer a mantenere il suo lavoro alla centrale nucleare di Springfield nonostante le sue evidenti mancanze. Questa rivelazione, attesa da tempo, ha acceso il dibattito tra gli appassionati, che si sono chiesti per decenni come un personaggio così svogliato potesse avere un ruolo così cruciale nella centrale.
I Simpson: l’ultimo episodio svela un mistero di 35 anni
Homer non è certo un lavoratore modello. Pigro e poco intelligente, spesso preferisce rifugiarsi nel mondo delle ciambelle e della birra Duff piuttosto che dedicarsi al lavoro. Il suo capo, il signor Burns, lo considera un impiegato di scarso valore, eppure Homer occupa il ruolo di ispettore della sicurezza nel settore 7-G. Questo, nonostante non abbia alcuna qualifica e spesso provochi incidenti che mettono a rischio la sicurezza della città. Nonostante sia stato licenziato in vari episodi, Homer è sempre riuscito a tornare al suo posto.
Fino ad ora, la spiegazione di questa sua incredibile resilienza sembrava sfuggire ai fan. Nell’ultimo episodio, però, viene svelato il legame tra Homer e il suo lavoro. Il nonno Abe, infatti, era un detective negli anni ’80 e, insieme al suo socio Billy O’Donnell, stava indagando sui loschi affari del signor Burns. Quando O’Donnell scompare misteriosamente, Burns afferma di averlo “inviato in paradiso”. Abe sfrutta la situazione per fare un accordo con il magnate: se promette di non licenziare mai Homer, lui rinuncerà a indagare sulla scomparsa del socio. Questa promessa spiega perché Homer abbia sempre potuto mantenere il suo lavoro, indipendentemente dai suoi pasticci.
Al Jean, produttore della serie, ha dichiarato su X che questo episodio risponde a una domanda che ha intrigato sia lui che i fan per anni.