Cronaca

Trieste, il killer ha esploso 23 colpi: “Usate entrambe le pistole”

Trieste, le vittime della sparatoria di ieri pomeriggio in Questura sono l’agente scelto Pierluigi Rotta, 34 anni di Napoli e l’agente Matteo Demenego, 31 anni di Velletri.

Trieste, sparatoria in Questura: morti due poliziotti

A sparare ieri pomeriggio, poco prima delle 17, nella Questura di Trieste, due rapinatori dominicani che erano stati fermati per furti, e hanno sparato sugli agenti nel tentativo di sfuggire all’arresto.

Secondo una nota della stessa Questura

I due fratelli autori della sparatoria erano stati accompagnati in Questura da personale delle Volanti dopo un’attività di ricerca del responsabile della rapina di uno scooter, avvenuta nelle prime ore del mattino. Per motivi in fase di accertamento, uno dei due ha distolto l’attenzione degli agenti e ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla Questura, ma sono stati fermati.

Gli assassini

I due rapinatori sono Alejandro Augusto Stephan Meran, di 29 anni, affetto da disagio psichico, e Carlysle Stephan Meran, di 32. A sparare ai due poliziotti è stato Alejandro, che questa matina aveva rubato il motorino. Pentito del suo gesto, aveva chiamato il fratello, ed era stato quest’ultimo ad avvertire la Polizia.

Una volta giunti in Questura, però, la tragedia: Alejandro ha chiesto di andare in bagno e, all’improvviso, ha aggredito gli agenti, sottraendo la pistola ad uno di loro e facendo fuoco.

La sparatoria è avvenuta nella zona tra la via del Teatro Romano e via di Tor Bandena, nel centro di Trieste.

I dettagli della vicenda

Ha scaricato completamente la pistola semiautomatica – 15 i colpi nel caricatore – di Pierluigi Rotta, custodita in un vecchio modello di fondina, poi ha strappato dalla fondina anche la Beretta di Matteo Demenego. Alejandro Augusto, 29 anni, fermato con l’accusa di duplice omicidio di due agenti della questura di Trieste, freddati ieri pomeriggio negli uffici di Tor Bandena, ha esploso in tutto 23 colpi, utilizzando entrambe le armi sfilate ai poliziotti. Intanto è polemica sulle fondine degli agenti che secondo la denuncia del Sap sarebbero difettose. La Questura, però, esclude che abbiano avuto un ruolo nella morte di Rotta e Demenego.

I primi colpi sono stati sparati nell’ufficio Volanti, al piano ammezzato della questura, poi l’uomo si è guadagnato l’uscita e a sparato sei colpi nell’atrio della questura, verso il gabbiotto di guardia occupato da una giovane poliziotta e da un agente rimasto ferito alla mano. Uno dei proiettili ha infranto anche un vetro.

Almeno 23 i colpi in tutto, alcuni però sono stati sparati dai poliziotti per difendersi dai colpi del killer. Altri colpi sono ancora conficcati nell’auto su cui c’erano i due agenti della squadra Mobile che hanno fermato, dopo averlo ferito all’altezza dell’inguine, il giovane di origine domenicano.

Il sangue del fermato è ancora ben visibile sull’asfalto. La pistola completamente scarica – dato che si deduce dal fatto che il carrello-otturatore resta aperto – è stata trovata sotto un’auto, l’altra invece è stata trovata sul marciapiede. Saranno le analisi della polizia Scientifica a stabilire quanti colpi e da quale pistola sono stati sparati, così come gli esami balistici potranno ricostruire le traiettorie dei proiettili.

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