Salta il tetto degli stipendi di 240mila euro per i dirigenti pubblici: perché e cos’è successo

Stipendi manager pubblici, perché è saltato il tetto e cosa significa. Tutto nasce da un emendamento presentato da Forza Italia al Dl Aiuti

Non mancano le polemiche per la decisione del governo di non fissare il tetto agli stipendi dei manager pubblici. Ma cosa significa e perché è successo? Il Senato, il 13 settembre, ha fatto saltare il tetto di 240mila euro di retribuzione massima per le figure apicali della Pubblica amministrazione, per via di un emendamento presentato in origine da Forza Italia al Dl Aiuti, approvato in fretta e furia in commissione e passato anche in Aula, sia pure con l’astensione di Fdi, Lega e M5s.

Viene quindi stabilito che “al capo della Polizia, al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, al comandante generale della Gdf, al capo del Dap, così come agli altri capi di Stato maggiore, nonché ai capi dipartimento ed al segretario generale della presidenza del Consiglio, ai capi dipartimento ed ai segretari generali dei ministeri è consentito, anche in deroga al tetto di 240 mila euro previsti per i manager pubblici, un trattamento economico accessorio“. Questo potrà avvenire nel limite massimo di un fondo che dovrà essere definito da un ulteriore decreto dal governo, su proposta del ministero dell’Economia.

Stipendi manager pubblici, perché è saltato il tetto e cosa significa

Ma come si è arrivati a far saltare il tetto?  “Non avevamo alternativa a votarlo per evitare…