Cronaca

Strage di Linate, l’8 ottobre 2001 morirono 118 persone: il ricordo

Strage di Linate: l’8 ottobre del 2001 morirono 118 persone a causa di un terribile incidente che vide lo schianto tra un Boeing e un Cessna.

Strage di Linate: oggi si ricordano le 118 vittime del terribile schianto

L’8 ottobre 2001 uno schianto terribile tra un Boeing e un Cessna provoca 118 morti all’aeroporto di Milano Linate.

Un errore umano, nella fitta nebbia che stamani avvolgeva l’aeroporto milanese di Linate: e’ la causa finora più accreditata dello scontro a terra tra un MD87 e un piccolo Cessna che ha provocato la morte di 118 persone, i 104 passeggeri e i sei membri dell’equipaggio del grosso jet, i due piloti e i due passeggeri del piccolo reattore e, infine, quattro dipendenti della Sea, che si trovavano in un capannone contro il quale si e’ schiantato l’ aereo della Sas.

La dinamica dell’ incidente e’ apparsa presto chiara ed ha diradato i timori che si trattasse di un attentato legato al terrorismo islamico. Già dai primi accertamenti si e’ capito che il Cessna aveva attraversato la pista tagliando la strada all’ Md87 che era in fase di decollo diretto a Copenaghen.

L’aereo, lanciato a 350 km/h e con il muso già sollevato, ha urtato con il carrello quello più piccolo, disintegrandolo. Poi si e’ girato di 45 gradi sul lato destro, ha arato il prato e si è schiantato contro il capannone, nel quale una quindicina di persone stavano lavorando allo smistamento dei bagagli. L’impatto e’ stato violentissimo.

Ne sono seguite alcune esplosioni e un gigantesco rogo causato dal carburante fuoriuscito dai serbatoi dell’ aereo, pieni. Non c’e’ stato scampo, nonostante la tempestività dei soccorsi, per chi era a bordo dell’aereo (56 italiani, 48 stranieri e sei membri d’equipaggio) e per quattro dei dipendenti della Sea che lavoravano nel capannone.

Ma quello che ora gli inquirenti si stanno chiedendo e’ cosa ci facesse il Cessna, in quel momento e in quel punto della pista R36, lunga 2.440 metri e larga 60. Nel piccolo velivolo, un ‘Citation 2’ che si era mosso dal settore dei voli privati ‘Ata’, i due piloti tedeschi della compagnia Air Evex avevano preso a bordo per un volo dimostrativo fino a Parigi, Stefano Romanello, rappresentante in Europa della casa costruttrice di velivoli americani e il presidente della industria alimentare Star, Luca Giovanni Fossati, interessato all’acquisto del bireattore da 12 miliardi.

Il piccolo velivolo, invece di fare un lungo giro esterno, ha percorso la bretella di raccordo ‘Romeo 6′ che interseca la pista principale di decollo. Una procedura ammessa, secondo alcuni testimoni, ma che prevede lo stop prima dell’intersezione delle piste e una autorizzazione della torre di controllo prima di attraversare dopo aver superato una segnalazione luminosa rossa.

E poi stamattina, alle 8.14, l’ora dello schianto, l’aeroporto operava in categoria 3B, cioe’ con una visibilita’ per nebbia non superiore a 75 metri e, in quelle condizioni, la torre non poteva vedere i velivoli. A questo punto le domande: c’e’ stato un malinteso nelle comunicazioni tra i piloti e la torre? Il Cessna doveva percorrere la bretella R5, quella che fa il giro della pista senza attraversarla, invece che la R6? Le luci di segnalazione erano in funzione e, soprattutto, erano rosse, cosi’ come le hanno trovate più tardi i poliziotti? Pochi attimi fatali e un bel po’ di sfortuna (l’Md 80 a quel punto avrebbe potuto essere staccato dalla pista di qualche decina di metri un margine sufficiente a passare sopra all’ ‘intruso’ e invece ha staccato più lungo per via della nebbia) e Linate si e’ trovata di fronte al piu’ grave disastro della sua lunga storia, che e’ anche il più grave in Italia negli ultimi trent’anni. Adesso le risposte sono consegnate alle indagini della polizia e del Pm Celestina Gravina la quale, dopo il sopralluogo, ha parlato di ”scena apocalittica” ma ha anche assicurato ”la massima rapidità nella chiusura delle indagini” che, per ora, ipotizzano il reato di disastro colposo a carico di ignoti.

Gli agenti della squadra mobile della questura di Milano e della Polaria hanno sequestrato le registrazioni delle conversazioni tra la torre di controllo e i due velivoli. E’ stato già trovato il segnalatore di posizione del Cessna, sul quale non c’era una vera e propria scatola nera, e si e’ ancora alla ricerca del ‘Flight recorder’ dell’ MD87 tra le macerie annnerite e ancora fumanti del capannone. La scena ‘apocalittica’ della quale hanno parlato tutti quelli che si sono avvicinati al capannone (il ministro dei Trasporti Lunardi, il Presidente lombardo Formigoni, il sindaco Albertini, il cardinale Martini, accorso per portare conforto ai parenti delle vittime) si riferisce anche alle condizioni nelle quali sono stati trovati i corpi devastati dal tremendo rogo.

Dopo quasi dodici ore di lavoro, non si e’ riusciti a recuperare che 75 salme, delle quali solo una ventina sono state identificate dai parenti accorsi a Linate in una struggente processione. Un percorso di dolore che si ripete fino a tarda ora, con l’arrivo dei parenti delle vittime scandinave per tentare di riconoscere quel che rimane dei loro cari allineati in un hangar dell’aeronautica militare.

E stasera si parla ancora del ‘radar di terra’, uno strumento per monitorare i movimenti dei velivoli al suolo, che a Linate e’ inattivo per lavori da molti mesi. Eppure – sottolineano in molti, tra cui anche i rappresentanti sindacali – l’aeroporto di Linate e’ sicuro. ”Lo era con più di 500 movimenti al giorno e la nebbia qui c’e’ sempre stata – dice Dario Balotta, segretario lombardo della Cisl trasporti – e lo e’ ancora di piu’ oggi che il traffico e’ molto inferiore”. Ma intanto conta i suoi 118 morti.

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