Cronaca

Studentesse bloccate a Kabul, prorettore della Sapienza: “Ci batteremo per portarle a Roma”

"Temiamo per loro, ma ci batteremo per portarle a Roma" ha detto il prorettore Bruno Botta

C’è apprensione per le 81 studentesse afghane iscritte all’Università La Sapienza di Roma bloccate a Kabul, in Afghanistan. Il prorettore Bruno Botta, raggiunto da Fanpage.it, ha detto: “Mi batterò per portarle qui, farò tutto ciò che è nelle mie possibilità”. A causa dell’attentato le giovani, il cui elenco dei nomi è stato trasmesso al Ministero degli Esteri, non sono riuscite ad entrare in aeroporto e a salire sul volo che le avrebbe portate in salvo.

Studentesse afghane bloccate a Kabul: cosa è successo

Ci siamo preoccupati da morire, ragazzi e ragazze erano arrivati in aeroporto, consapevoli che sarebbero potuti entare, perché i loro nomi erano già nelle liste d’imbarco e tutto era in mano ai responsabili del Ministero della Difesa.” ha detto il prorettore. “Dopo l’esplosione abbiamo avuto un blackout nelle comunicazioni, fino a quando siamo riusciti a ristabilire i contatti. Studenti e studentesse avevano già trovato supporto e sistemazione da altri coetanei che vivono vicino all’aeroporto di Kabul. Ora la nostra maggiore preoccupazione è di abbandonarli, qualora fossero obbligati a tornare nelle città da dove sono venuti. Dobbiamo trovare la strada per portarli in Italia e a Roma.

La Sapienza in contatto costante con le studentesse

Comunichiamo via WhatsApp, in particolare la professoressa Maramatta, presidente del corso di laurea in Global Humanities, tra i corsi di laurea internazionali che abbiamo alla Sapienza, che vede il maggior numero di ragazze afghane iscritte, lei mantiene i contatti continui, nei quali viene aiutata anche da tre studentesse afghane, che aiutano con la traduzione. Temiamo per loro, sono apparse un paio di lettere nelle quali le ragazze esternavano il loro timore di non vedere la possibilità di realizzare il sogno di studiare in Italia.

L’accoglienza a Roma

La rettrice Antonella Polimeni ha già messo a disposizione delle borse di studio per ragazze e ragazzi che arrivano dall’afghanistan, ci sono tantissime associaizoni che ci stanno aiutando con la raccolta fondi e all’interno dell’Università stessa sono partite altre iniziative per accogliere e rendere più semplice la vita degli studenti e delle studentesse in vista di quando arriveranno a Roma. Ci sono stati tutti vicini e ci rassicurano, il momento più drammatico è stato quello in cui è partito l’ultimo volo, ma l’Unità di Crisi ci ha detto che non li abbandoneremo. Mi batterò per portarle qui, farò tutto ciò che è nelle mie possibilità.

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