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Supergonorrea, aumentano le infezioni sessuali che non si riescono a curare: le motivazioni

In Italia 4mila nuovi casi ogni anno di malattie trasmesse sessualmente, che si possono prevenire

Nuovo allarme sulla supergonorrea. Sono aumentate le infezioni sessuali che non si riescono a curare. Di recente, nel Regno Unito, le autorità di salute pubblica hanno dato l’allarme per tre nuovi casi di gonorrea. La supergonorrea, seppure un’infezione sessualmente trasmessa, sta destando alcuni timori nel campo medico. Questa infezione è causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae, ed è la seconda più diffusa al mondo dopo la clamidia.

Supergonorrea, in aumento le infezioni che non si riescono a curare

La supergonorrea è stata ribattezzata così proprio perché resistente alle cure antibiotiche. Questo trend è stato avvalorato dal fatto che le persone abusano di farmaci antibiotici in qualunque condizione fisica. Patologie per le quali esistevano terapie efficaci sono evolute, a causa del nostro scorretto uso degli antibiotici, in versioni più cattive che hanno imparato a contrastare l’attacco dei farmaci che, infatti, non hanno più effetto. Pazienti che fino a pochi anni fa potevano guarire con la giusta dose di antibiotico, ora rischiano di morire.

Non si tratta di un problema marginale: soltanto in Italia, i registri dell’Istituto Superiore di Sanità segnalano 4mila nuovi casi ogni anno di malattie trasmesse sessualmente (tra i quali mille circa di gonorrea), con cifre in costante crescita. Per questo la gonorrea preoccupa tanto: ha dimostrato di essere capace di trasformarsi in un batterio resistente alla maggior parte degli antibiotici disponibili.

Supergonorrea: quali conseguenze

Nel 2016 fece molto scalpore il caso di un uomo inglese con un’infezione da gonorrea resistente a tutti gli antibiotici usati fino ad allora – racconta Alessandra Latini, responsabile dell’Unità Malattie Sessualmente Tasmissibili degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (Ifo)-Istituto San Gallicano (Isg) di Roma -. Allora fu coniato il termine di “supergonorrea” o di “supergonococco” per indicare una malattia infettiva o un batterio non più sensibili e non più curabili agli antibiotici generalmente utilizzati. In pratica, già da oltre un decennio combattiamo contro il rischio di non poter più evitare né la diffusione della gonorrea da una persona all’altra né sue le conseguenze per la salute. Un pericolo che cresce a ogni nuova versione di supergonorrea”.

Le complicanze dell’infezione, quando non viene trattata, possono portare a conseguenze gravi (oltre a dolore, bruciore, infiammazioni croniche dei genitali): malattia infiammatoria pelvica per le donne, aborti precoci, gravidanza extrauterina e infertilità in maschi e femmine. Inoltre la gonorrea può facilitare la trasmissione di altre malattie sessuali come sifilide e HIV.

La prevenzione

Problemi che si potrebbero evitare completamente con l’utilizzo del preservativo in tutti i rapporti sessuali occasionali, con ogni nuovo partner e con quelli di cui non si conosce lo stato di salute. La gonorrea, infatti, si trasmette attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale e orale) e per via materno-fetale alla nascita: una donna che si ammala in gravidanza può, durante il parto, trasmettere al nascituro l’infezione.

Il trattamento delle infezioni gonococciche è abbastanza semplice – spiega l’esperta -: è un’infezione batterica e, quando la diagnosi viene fatta precocemente, può essere quindi trattata efficacemente con cicli molto brevi di antibiotici specifici prescritti dal medico. Il gonococco, però, se curato non subito o male è in grado di acquisire (anche rapidamente rispetto ad altre specie batteriche) resistenza a diverse classi di antibiotici come penicilline, tetracicline, macrolidi e fluorochinolonici”.

Fino alla fine delle cure è importante che i pazienti si astengano dall’attività sessuale per evitare d’infettare i partner, che a loro volta devono essere testati sia per gonorrea e sia per altre infezioni sessuali.

Terapie

Le prime segnalazioni di fallimenti delle terapie antibiotiche per la gonorrea risalgono al 2000 in Giappone e da allora la diffusione di nuovi ceppi farmaco-resistenti sta rendendo le cure sempre meno efficaci. Si sono moltiplicati i casi di supergonorrea e quelli di resistenza agli antibiotici di prima linea sono stati segnalati, di recente, anche in diversi paesi europei.

“È la conseguenza di un abuso di trattamenti antibiotici incongrui nel corso degli anni, del curarsi male da parte delle persone, del fai da te, dell’uso di Dottor Google invece di rivolgersi agli specialisti – dice Latini -. E la pandemia Covid ha peggiorato le cose: molti reparti di malattie infettive hanno sospeso o ridotto le attività per mesi, così molti casi di infezioni a trasmissione sessuale non sono stati diagnosticati correttamente e, di conseguenza, più persone sono state costrette all’auto-medicazione. Una situazione che può alimentare l’emergere sia di resistenza alle cure sia di supergonorrea“.

Attenzioni a questi campanelli d’allarme

Quali i sintomi da non trascurare? “Nelle donne, bruciori e difficoltà a urinare, secrezioni giallo-verdastre, dolore durante o dopo i rapporti sessuali, prurito vaginale – conclude la specialista -. Negli uomini, la malattia si manifesta con secrezioni abbondanti, dense e di colore giallo-verdastro, bruciori e difficoltà a urinare. Se trasmessa attraverso un rapporto orale, può infettare la gola e provocare una faringite in entrambi i sessi. E non vanno mai trascurati sanguinamento o prurito anale“.

Per arrivare alla diagnosi è sufficiente un tampone uretrale nell’uomo e cervicale o vaginale nella donna, ma esistono anche tamponi orali e rettali: i test di laboratorio molecolari basati sull’amplificazione degli acidi nucleici (Naat) sono attualmente i test più sensibili. L’esame colturale con l’antibiogramma permette poi di valutare la sensibilità e la resistenza del batterio agli antibiotici.

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