Si taglia il braccialetto elettronico ed evade i domiciliari per cercare l’ex moglie: arrestato dopo 8 giorni

Si è tagliato il braccialetto elettronico che aveva al polso, ha telefonato ai carabinieri di Palermo, evade i domiciliari e parte per il nord Italia. L’obiettivo del pluripregiudicato Vincenzo Serio era quello di trovare l’ex moglie. Lei è il motivo per cui si trovava agli arresti domiciliari e ora avrebbe “fatto di tutto per trovarla”. Dopo una caccia all’uomo durata otto giorni, i carabinieri di Pioltello e di Milano sono riusciti ad arrestarlo mercoledì 1 giugno a Parma.

La prima condanna all’ergastolo e il ritorno in libertà

Vincenzo Serio, palermitano di 44 anni, era stato condannato per omicidio. Aveva ucciso Aurora Labruzzo, moglie di un ristoratore, con 64 coltellate nel 1998. Per gli investigatori, avrebbe cercato di rapinarla anche se non hanno mai escluso il movente sessuale. Gli inquirenti lo descrivevano come “un giovane dalla personalità violenta (aveva circa vent’anni a quel tempo) con problemi sessuali, che usava droghe leggere, che teneva la sorella di 13 anni e la madre sotto una cappa di oppressione”. In un primo momento era stato condannato all’ergastolo, ma nel 2019 è stato scarcerato.

La ricerca dell’ex moglie

Nel 2020 a denunciarlo fu la sua ex moglie. Vivevano a Fidenza, in provincia di Parma, e lei lo accusò di maltrattamenti verso di lei e nei confronti del figlio di 9 anni. Mosso da uno spirito di vendetta, la mattina del 23 maggio ha tagliato il braccialetto. Ai carabinieri ha detto che sarebbe andato in cerca della moglie, e così ha fatto. Arrivato a Fidenza, però, ha trovato solo l’ex compagno della donna che ha avvertito subito i carabinieri. “Farò di tutto per trovarla”, gli avrebbe detto Serio.

Di lui non si hanno più notizie, fino a quando il 31 maggio ha aggredito una automobilista di 66 anni a Verduggio con Colzano (in provincia di Lecco) per rubarle la sua Fiat Panda. Poche ore dopo, è stato rintracciato dai carabinieri e arrestato di nuovo. Serio non sapeva che la sua ex moglie era stata portata in una comunità protetta già ai tempi della prima denuncia e che si era trasferita ormai da diversi mesi a Pioltello.