Cronaca

Coronavirus, ecco un vademecum per effettuare i tamponi nelle varie regioni d’Italia

Coronavirus, regole diverse da una zona all’altra del paese per effettuare i tamponi. Ecco una guida per orientarsi fra gli esami che, con la riapertura delle scuole e l’arrivo dell’influenza, diventeranno sempre più compagni della nostra vita quotidiana.

Regole diverse da una zona all’altra del paese per effettuare i tamponi: ecco il Vademecum

Come riporta la “Repubblica”, sarà un autunno fondato sui tamponi. Dovranno farli gli studenti al primo sintomo di febbre. Dovranno farli i loro familiari e le persone che gli sono state accanto. Dovranno farli anche molti adulti, chi per ragioni di lavoro e chi perché manifesta i segni dell’influenza.

Solo per la scuola, si prevede un milione di test al mese, circa un terzo del totale che viene effettuato oggi. In aggiunta ai tamponi molecolari tradizionali, gradualmente verranno schierati sempre di più i test antigenici rapidi, che sono leggermente meno precisi ma permetteranno di ridurre le attese, un problema importante.

Le regioni

Le Regioni, sia pur a macchia di leopardo, si sono date un gran da fare per munirsi dei kit per diagnosticare la presenza di Sars-Cov-2. Rispetto a marzo, quando facevamo circa 30mila tamponi al giorno, oggi la nostra capacità raggiunge i 100mila. È in parte questo il motivo per cui, a parità di casi positivi, oggi l’epidemia riesce a essere contenuta meglio e fa meno vittime.

Lombardia

In Lombardia la media dei tamponi è di 20 mila al giorno. Ma le richieste sono in crescita: solo nelle prime tre settimane di settembre – anche in vista della ripresa delle scuole – sono stati fatti più di 30 mila test a bambini e ragazzi sotto i 18 anni. Con 439 positività riscontrate, e 43 classi fermate dal virus in tutta la regione. La corsa ai tamponi per il Sars-Cov-2 in Lombardia accelera: i laboratori regionali nelle ultime settimane hanno dovuto aumentare ulteriormente la loro capacità di processare le analisi (se ne possono fare, sostengono dalla Regione Lombardia, fino a 25 mila al giorno) per far fronte alle richieste. Che in questo periodo vengono soprattutto dalle famiglie, terrorizzate dall’ipotesi che il proprio bambino, a scuola, possa contagiarsi.

Gli studenti

Finora in Lombardia sono stati fatti, dall’1 al 18 settembre, 30.257 tamponi molecolari a bambini e ragazzi: l’1,45 per cento è risultato positivo. Per accorciare i tempi la Regione ha elaborato un protocollo che prevede la possibilità per le famiglie di far fare il test ai bambini senza prenotazione, in punti prelievi ad hoc, aperti dal lunedì al sabato dalle 9 alle 14 (solo a Milano ce ne sono 14 in funzione).

Necessario, però, un modulo di autocertificazione, che deve essere vidimato dalla scuola – se il bambino inizia a presentare sintomi riconducibili alla Covid-19 durante le lezioni – o dal pediatra di famiglia, se il piccolo comincia a stare male a casa. Il referto dovrebbe essere consegnato entro le 23 della giornata stessa al pediatra di famiglia: se il bambino è positivo al virus, scatta l’isolamento anche per i compagni di classe e gli insegnanti che hanno avuto contatti con lui nelle 48 ore precedenti. Se è negativo, il pediatra invierà un attestato alla scuola in cui certifica che il piccolo non ha contratto il nuovo coronavirus.

Gli adulti

Possono fare il tampone gratuitamente negli ospedali pubblici o privati convenzionati con il sistema sanitario lombardo. Oppure a pagamento nei laboratori privati. L’analisi a carico del sistema sanitario regionale può essere fatta solo se disposta dalle Ats (le ex Asl) nell’ambito dell’attività di “contact tracing”, o su richiesta del medico di famiglia, che lo richiede se il paziente sintomi “sospetti”: dopo la richiesta, l’analisi viene poi prenotata dall’Ats stessa.

Il tampone viene anche fatto in fase di pre-ricovero in tutti gli ospedali regionali, sia pubblici sia privati. Nelle rsa viene fatto a tutti i nuovi ospiti: dopo l’analisi, anche se negativi gli anziani fanno comunque una quarantena preventiva di 14 giorni prima di essere spostati nei reparti comuni. Nel caso dei laboratori privati, invece, il tampone può essere fatto direttamente dal paziente, che prenota anche senza l’impegnativa del medico.

Laboratori, tempi e costi

L’analisi viene eseguita in tutti gli ospedali pubblici e privati convenzionati, e in moltissimi laboratori privati a pagamento: solo su Milano e provincia, i punti prelievi accreditati per fare i tamponi sono una cinquantina. I tempi variano molto: nel caso del pubblico, di solito il tampone viene fatto entro 48-72 ore dalla segnalazione da parte del medico di base o dell’Ats.

I referti però possono arrivare anche sei o sette giorni dopo il prelievo: di qui le proteste di molti, costretti alla quarantena in attesa dell’esito. Quarantena che, hanno denunciato le autorità sanitarie lombarde, troppo spesso viene però violata: solo nei primi tre giorni dalla ripresa delle scuole, a Milano sono stati riscontrati una decina di studenti positivi al virus.

La circostanza ha determinato l’isolamento di altrettante classi: peccato, però, che almeno nella metà dei casi gli studenti positivi fossero andati a lezione nonostante avessero fatto un tampone il cui referto non era ancora stato notificato, violando quindi l’isolamento. Anche i costi per fare l’analisi sono variabili: nel caso del sistema pubblico, il paziente non paga niente e la Regione rimborsa all’ospedale un costo standard pari a 62,89 euro. Nei laboratori privati, invece, i costi variano da laboratorio a laboratorio, tutti a carico del paziente: si va da un minimo di 70 euro a oltre 120.

Piemonte

In Piemonte anche i centri privati sono stati autorizzati a eseguire il test molecolare e con la fine delle vacanze la richiesta ha continuato a crescere. Il gruppo Cdc, il più grande laboratorio del Nord ovest, processa in questi giorni circa 800 test al giorno. Dopo un veto iniziale motivato dal timore di non riuscire ad avere il controllo dei dati, la Regione a fine luglio ha dato il via libera alla sanità privata che fino ad allora poteva eseguire solo il sierologico. Tutti quelli che risultano positivi vengono inseriti sulla piattaforma Covid, sia che arrivino dai servizi pubblici sia dai centri privati, un data base aggiornato giornalmente che consente di conoscere numeri e identità.

Nei centri privati

Nei centri privati il tampone costa 73 euro, i tempi di prenotazione al momento sono piuttosto rapidi, uno o due giorni, e il risultato arriva al massimo entro 48 ore. Sono otto i centri della sanità privata accreditati dall’assessorato per fare il test per conto della Regione, ma ormai tutti lavorano su richiesta di cittadini preoccupati per la condizione di salute di colf e badanti, delle aziende, delle Rsa, ma anche per il mondo dello sport che ha bisogno di verifiche costanti per evitare il contagio e di recente anche per le produzioni cinematografiche che si sono rivolti alla sanità privata per test che si fanno direttamente sul set.

Nei centri pubblici

Anche nel pubblico si può fare il tampone a pagamento con una spesa di 51 euro. È sufficiente andare all’ora di pranzo in corso Bramante, nell’ambulatorio dell’ospedale Molinette che fa parte della più grande azienda del Piemonte, la Città della Salute. L’accesso è diretto e gratuito per chi rientra dai paesi a rischio, ma chi ha bisogno del tampone ed è disposto a pagarselo potrà farlo all’ospedale di corso Bramante.

E’ sufficiente avere una dichiarazione del medico di famiglia che motiverà la richiesta con un’attività a contatto con il pubblico (per cui si ritiene sia opportuno avere una garanzia in più) o per motivi di viaggio. Anche in questo caso il risultato viene comunicato entro un giorno o al massimo in 48 ore.

L’accesso diretto in Piemonte è garantito in tutte le aziende piemontesi. Sono 29 gli hot spot piazzati davanti ai principali ospedali per permettere a chi rientra da Croazia, Spagna, Malta e Grecia – e da pochi giorni anche dalle aree della Francia “a zona rossa” – di essere sottoposto al test appena rientrato. A fine agosto e nei primi giorni di settembre non era un’eccezione vedere giovani mettersi in coda per il tampone con il trolley ancora al seguito per accelerare i tempi. In caso contrario, il tampone si fa su prenotazione: chi rientra compila un modulo, comunica alla propria azienda dove intende trascorrere la quarantena e aspetta di sapere quando. Il test può anche arrivare a domicilio con un drive-in.

Le scuole

Gli hotspot sono stati utilizzati anche per il tampone “scolastico”. Cambiano gli orari ma le tende allestite dalla Protezione Civile sono le stesse. Per le scuole l’orario è dalle 10 alle 15 ogni giorno dal lunedì al sabato. I genitori accompagnano i figli su prescrizione dei pediatri o dei medici. Se i sospetti nascono a scuola la Regione chiede ai direttori scolastici di limitarsi a chiamare i genitori, i quali a loro volta contatteranno i pediatri. I numeri stanno crescendo in modo esponenziale: negli ultimi giorni sono quasi 800 i test eseguiti sugli allievi. Per il momento è bassa la percentuale di positivi, soltanto l’1% dal 14 settembre.

In questo periodo il numero dei tamponi oscilla attorno ai 5 mila al giorno. La potenzialità è molto più ampia, dice il responsabile della prevenzione della Regione Bartolomeo Griglio, con l’attivazione di due nuovi laboratori e l’ausilio dei privati si può arrivare a processarne anche tredicimila. Tutti adesso chiedono i test rapidi. Li vogliono i sindaci del cuneese e della Valle di Susa per i controlli sui rientri dalla Francia.

Li vogliono soprattutto i direttori delle scuole dove un esito in dieci minuti consentirebbe di capire subito se mandare un’intera classe in quarantena oppure proseguire in tranquillità con le lezioni. In Piemonte i test rapidi arriveranno a ottobre, promette l’assessore alla sanità piemontese Luigi Icardi: 500 mila kit che si pensa di utilizzare prioritariamente per le scuole.

Liguria

I report settimanali del ministero della Salute dicono che in Liguria una persona con sintomi Covid, dopo la telefonata al proprio medico, aspetta tre giorni per effettuare il tampone e sapere il risultato del test. Ovviamente non per tutti è così (si tratta della “mediana” dei pazienti interessati). E diverse segnalazioni, in tutte le quattro province della regione, raccontano di attese che possono anche toccare i cinque giorni.

Chi lamenta i ritardi più grandi, però, non sono i malati. Si tratta degli asintomatici provenienti dai paesi esteri a rischio e soprattutto dei “contatti” di positivi, che possono uscire dall’isolamento preventivo solo dopo un tampone negativo. A La Spezia, ad esempio, dove da circa un mese è attivo un focolaio, non pochi cittadini hanno denunciato di aver passato una decina di giorni aspettando il test. In pratica tutto il periodo di quarantena.

Tamponi (quasi) per tutti

Chi accusa sintomi deve rivolgersi al proprio medico, che poi deciderà se fare la richiesta di tampone alla Asl di riferimento (il numero verde regionale creato durante l’emergenza non è più attivo). Il test è gratuito. Chi invece proviene da Spagna, Croazia, Malta, Grecia e parte della Francia, compresa Provenza e Costa Azzurra, e non ha fatto il tampone nelle 72 ore prima dell’ingresso in Italia, deve mettersi subito in quarantena ed effettuare il test entro 48 ore dall’arrivo in Liguria. Attenzione, i lavoratori e gli studenti transfrontalieri che dal confine di Ventimiglia si muovono in Francia (e viceversa) non sono tenuti a sottoporsi all’esame. A questo indirizzo tutti i numeri di telefono, gli orari e le mail per contattare le Asl. Il tampone può essere fatto anche in modalità drive through e, anche in questo caso, è gratis.

Il test dai privati, ecco quali

Ci sono però casi in cui non è possibile ricorrere alla sanità pubblica. Coloro i quali hanno frequentato un luogo “sensibile”, o chi proviene da aree geografiche dove il Covid-19 è diffuso, se è asintomatico ma vuole essere certo di non essere stato contagiato, non può far altro che rivolgersi a un istituto privato. In Liguria non ci sono centri convenzionati ma laboratori che effettuano tamponi antigenici rapidi (più veloci ed economici, ma meno sensibili) o molecolari (i “classici”). Nel primo caso i prezzi variano fra i 35 e i 50 euro, nel secondo fra gli 80 e 100 euro.

I centri autorizzati dall’Agenzia ligure per la sanità a effettuare test molecolari, obbligati a segnalare eventuali positività alla Asl, sono Synlab-Il Baluardo, che effettua i prelievi a Genova e Sanremo. Poi Bio-Data di Lavagna (presente anche a Sestri Levante) che si “appoggia” allo stesso Synlab per processare i tamponi. Alliance Medical, che a Genova è presente con Istituto Salus e Laboratorio Albaro.

Lifebrain, con diversi punti prelievo a Genova, Campomorone e Recco, e il caso tutto particolare di Dante Labs, laboratorio all’Aquila che spedisce il kit fai-da-te per il tampone a casa del paziente (qui il prezzo si abbassa) o manda a domicilio un infermiere. La spedizione del campione, poi, avviene tramite corriere. Il centro Cmd, a La Spezia e Santo Stefano Magra, sta invece aspettando l’ok per il tampone molecolare e per ora offre quello antigenico.

Per gli studenti attesa ridotta

Infine gli studenti. Il presidente della Regione Giovanni Toti ha assicurato il tampone e il relativo risultato per i casi sospetti “entro le 24 ore”. L’hub regionale di riferimento è l’ospedale pediatrico Gaslini, che ha attivato il numero verde 800-936660 e la mail scuolasicura@gaslini.org. A questo indirizzo tutte le indicazioni su come comportarsi nei territori delle cinque Asl della Liguria.

Lazio

Nel Lazio i tamponi molecolari, gli unici capaci di diagnosticare in modo ufficiale il Covid, si possono fare solo nelle strutture pubbliche della Asl o degli ospedali su “ricetta” del medico di base o su chiamata della Asl, in caso di contatto con un contagiato. Al momento si fanno in media 10mila tamponi molecolari al giorno. I tamponi o test rapidi antigenici e sierologici si possono fare anche nei laboratori privati convenzionati. i sierologici si possono fare da mesi, gli antigenici sono stati autorizzati da una settimana: quasi tutti i centri privati sono già operativi.

Tempi e costi

Bisogna attendere da 24 a 48 ore per il referto dei tamponi molecolari. Per i test rapidi, sierologici e antigenici, sono sufficienti 30 minuti sia nelle strutture pubbliche che private. In genere la risposta arriva su mail o su chiamata se si risulta positivo: in questo caso è obbligatorio fare anche il tampone molecolare per avere un referto ufficiale. Quanto ai costi, la tariffa suggerita dalla Regione ai centri privati è di 15,23 euro per il sierologico e 13,94 per gli antigenici. In media i costi vanno da 15 a 20 euro ma molti centri propongono pacchetti con altre analisi. Si possono fare i sierologici e/o antigenici negli ospedali pubblici presentando la prescrizione medica al costo di 15,23 e 13,94 euro.

Duecento laboratori per per l’analisi

I laboratori privati autorizzati dalla Regione sono 200 in tutto il Lazio di cui almeno l’80% a Roma. A questi bisogna aggiungere poi i 25 centri della Asl, i cosiddetti drive-in, distribuiti nei punti nevralgici della città, in cui si possono fare tamponi gratuiti. Sono aperti da lunedì a domenica, in media dalle 9 alle 19. Il drive-in presso il parcheggio di lunga sosta dell’aeroporto di Fiumicino è attivo h 24. Da pochi giorni sono attivi anche un “drive-in” pediatrico presso l’ospedale Sandro Pertini e uno per le persone disabili presso il Santa Lucia.

Chi chiamare per il tampone

Sono tre le possibilità per fare un tampone in caso di febbre, tosse o difficoltà respiratorie: consultare il proprio medico di base, o attraverso la app Lazio Doctor per Covid, o chiamare il numero verde regionale 800-118800. Per emergenze si può chiamare il 112 ma non recarsi al pronto soccorso. La via consigliata è di consultare il medico di base per avere la ricetta dematerializzata, in pratica un codice numerico da presentare al drive-in della Asl con alla tessera sanitaria. Per fare i test rapidi sierologici o antigenici in una struttura privata non serve la prescrizione medica.

Vaccini per l’influenza di stagione

La Regione ha acquistato 2,5 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale e ne ha già distribuite 400mila alle Asl. Il 1 ottobre ne consegnerà una tranche da 1 milione e a seguire partirà la campagna di vaccinazione. Sarà gratuita e obbligatoria per gli over 65 e fortemente consigliata dai 6 mesi ai 6 anni. Chi non è in questa fascia dovrà presentare prescrizione medica. Ci si può vaccinare presso i medici di base e centri Asl.

Campania

Vorrei prenotare tre tamponi per la mia famiglia. Cosa devo fare?” La telefonata a un importante laboratorio di analisi accreditato con il sistema sanitario è partita ieri da Repubblica. Dall’altro capo, la centralinista preposta alla gestione delle richieste dei test di rilevamento Covid: “Lunedì, alle 8, verrà un nostro addetto a fare il prelievo a casa. Deve pagare a lui 62 euro per il tampone e 15 per il servizio domiciliare. Il risultato sarà comunicato via e-mail dopo 48 ore. Adesso mi dia l’indirizzo”.

Il servizio, ineccepibile, rapido e corretto, è a disposizione dei privati. Peccato però che la Regione non lo abbia autorizzato. O meglio, l’appena riconfermato governatore della Campania Vincenzo De Luca, aveva dato il via libera ai centri privati: possono processare i tamponi in proprio, ma solo quelli dei dipendenti di aziende private, mentre non è concesso erogare lo stesso servizio ai singoli cittadini. Contraddizione palese, che ha fatto storcere il naso a più di un titolare dei centri qualificati: se la Regione ritiene valido il risultato fornito da un determinato laboratorio che ha anche le autorizzazioni necessarie alla ricerca dei virus, perché mai vige una limitazione incomprensibile? “È proprio così, noi siamo costretti a non rispettare il divieto, pur operando alla luce del sole – dice il direttore della struttura interpellata e consigliere di Federlab – Ogni giorno, effettuiamo un centinaio di tamponi per privati cittadini.

Di questi, una ventina risulta positiva e noi facciamo subito partire dal nostro laboratorio la denuncia e la segnalazione alla Asl. Quindi, seguiamo una via ufficiale. E se non lo facessimo, questa quota di positivi sfuggirebbe al controllo istituzionale”. Ovviamente, solo una parte dei laboratori privati, chiude un occhio, mentre tutti gli altri subiscono il divieto imposta dalla Regione.

I centri pubblici

Enzo D’anna, è presidente dell’Ordine nazionale dei Biologi: “I professionisti, biologi e medici, che operano nelle strutture pubbliche appartengono alla stessa categoria di quelli che operano in quelle private. Discriminante assurda e incomprensibile”. La parte del leone per l’esecuzione dei tamponi, la fanno comunque le Asl e gli ospedali (pubblici) abilitati all’esecuzione dei tamponi.

Come funziona la procedura? “Se un paziente è sospetto – spiega Ernesto Di Cianni, medico di famiglia della Napoli 3 Sud – per sintomatologia, si invia la scheda alla Asl via Pec, comunicando le notizie relative al soggetto e anche la motivazione per la quale si richiede il tampone. Le possibilità perché la richiesta sia presa in considerazione sono tre: essere stati a contatto con un positivo, presenza di sintomi fortemente sospetti, positività al test sierologico. A questo punto, la Asl recepisce la richiesta e manda entro 24 ore il team Usca a casa del paziente per il prelievo domiciliare. E il risultato, in genere, arriva entro un paio di giorni via-telefono al paziente, mentre noi medici veniamo informati da quest’ultimo”.

I centri privati

Se poi non si rientra in una di queste tre situazioni – prosegue Di Cianni – il tampone può essere richiesto solo a un laboratorio privato, ma è tutt’ora vietato. Insomma, chi vuole rispettare le regole, alla fine potrebbe essere penalizzato, mentre chi è abituato ad aggirarle ne riceve un evidente vantaggio”.

Il confine tra pubblico e privato, non è sempre chiaro. Tanto che negli ultimi mesi si è mossa anche, come raccontato da Repubblica, anche la procura, su affidamenti sospetti ipotizzando reati di frode e turbativa d’asta a carico del referente numero uno del piano regionale dei tamponi, il Dg dell’Istituto zooprofilattico Antonio Limone. “Il ricorso alle strutture a gestione diretta – aggiunge D’Anna – va a farsi benedire quando ci si rivolge, senza gare, a un unico centro privato come l’Ames di Casalnuovo, a cui la Napoli 1 invia decine di tamponi ogni giorno”?

Sicilia

In Sicilia è corsa al tampone a pagamento in ospedale e nei laboratori privati. Sono una trentina in tutta la Regione, i centri privati autorizzati a farli, in quanto provvisti delle tecnologie adatte per analizzare i tamponi allo stesso modo dei laboratori pubblici. Ai privati si aggiungono l’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, l’unico ospedale in città in cui ci si può sottoporre al test senza avere sintomi sospetti, e l’ospedale Giglio di Cefalù a pagamento solo in modalità drive in. Qui da inizio settembre il prelievo naso-faringeo avviene in macchina nell’area attrezzata attivata alle spalle dell’ingresso principale dell’ospedale, in modo da evitare qualsiasi contatto tra i pazienti che accedono alla struttura sanitaria e quanti devono essere sottoposti a tampone.

Costi e liste d’attesa

La prenotazione avviene solo telefonicamente, la richiesta è tanta quindi c’è una lista d’attesa, chi si prenota oggi può prendere appuntamento tra una decina di giorni. L’esame a pagamento costa 50 euro, sia in ospedale che nei privati autorizzati, con esito in giornata. La richiesta è alta, i privati in particolare arrivano a farne anche 300 al giorno. La percentuale maggiore di chi prenota il tampone a pagamento è costituita da ventenni che frequentano i luoghi della movida. Tra fine agosto e i primi di settembre poi c’è stato il boom dei giovani di rientro dalle vacanze.

I ragazzi telefonavano direttamente da Malta, Grecia e Croazia per prenotarlo chiedendo di sottoporsi al test immediatamente, il giorno stesso del rientro, per non passare neppure un giorno in quarantena. In queste ultime settimane al gruppo dei vacanzieri si sono aggiunte anche tante persone di ogni età che si sottopongono al test per paura, qualcuno è tornato a farlo anche due volte nel giro di un mese, pur essendo risultato negativo al primo e senza il minimo accenno di febbre o tosse.

I centri privati

E i privati stringono accordi con le compagnie di crociera. “Abbiamo fatto un accordo con Costa Crociere e questo fa aumentare ancora di più i dati di alcune giornate – dice Luigi Zummo amministratore unico di Karol laboratorio privato di Palermo – e poi anche le case di cura ci portano i campioni da analizzare. A inizio emergenza avevamo solo una macchina che ci permetteva di analizzare 96 tamponi ogni ora e mezza, adesso ne abbiamo acquistata un’altra che ne fa 386 nello stesso tempo per un totale di quasi 500 risultati. Così li diamo in giornata”.

I centri pubblici

Nel pubblico i tempi sono più lunghi e c’è chi non vuole perdere tempo. “Noi, per disposizione del ministero della Salute, effettuiamo il test a chi è in isolamento al quattordicesimo giorno di quarantena – dice il commissario dell’Asp di Catania Pino Liberti – Stiamo notando che c’è chi, non vuole aspettare due settimane, e effettua il tampone tramite i laboratori privati”. E i laboratori privati siciliani sono riusciti a individuare decine di casi e segnalarli alle Asp. Sono una cinquantina i positivi scoperti tra Palermo, Catania, Ragusa e Messina. Tutti insospettabili perché asintomatici.

Toscana

La Toscana ha da subito puntato sui drive in per fare i tamponi e dalla prossima settimana introdurrà un nuovo sistema di prenotazione. Si tratta di un modo per ridurre le attese, ancora molto lunghe in certi casi, specialmente per chi vive fuori dalle città più grandi. La novità è pensata soprattutto per la scuola. Oggi se c’è un caso sospetto perché ha dei sintomi di Covid, il pediatra fa la ricetta elettronica e il giorno dopo la Asl chiama (o dovrebbe chiamare, perché non si riescono sempre a rispettare i tempi), per fissare l’appuntamento al drive in o per mandare a casa le squadre Usca, se i sintomi sono importanti.

La possibilità di prenotare online

Per sveltire la procedura si renderà possibile la prenotazione online da parte dei genitori, già attuata per chi rientra dai Paesi esteri per i quali il tampone è obbligatorio. Lo stesso sistema dovrebbe poi essere esteso anche agli adulti sintomatici. Tutto diventerà più semplice, come nel resto d’Italia, quando arriveranno gli esami rapidi. Intanto, sempre riguardo alla scuola, la Regione ha deciso di assumere medici per rinforzare i dipartimenti di prevenzione. Ai bandi delle tre Asl, che erano aperti anche a neolaureati e pensionati, si sono presentati ben 1.400 professionisti. Ne verranno selezionati circa 200. Anche loro dovrebbero contribuire a sveltire il percorso dei test.

Attese per chi deve restare a casa

In Toscana nelle giornate migliori si fanno 7-8mila tamponi. Paradossalmente chi incontra più problemi con i tempi adesso è chi deve fare il tampone in casa, adulto o bambino che sia, perché ha sintomi che gli impediscono di uscire. Talvolta deve aspettare troppo tempo, anche tre o quattro giorni, per avere fare il test e avere la risposta. La Regione sta lavorando per ridurre questi tempi. Vanno invece abbastanza bene i tempi dei test svolti su chi deve essere ricoverato in ospedale o comunque accedere alle strutture sanitarie.

Puglia

Nella regione vengono esaminati 3 mila tamponi al giorno in media fra i 13 laboratori pubblici e i 9 laboratori privati accreditati. Ma il numero dei test è destinato a salire da quando il dipartimento Salute della Regione, guidato da Vito Montanaro, ha rimesso in pista le tre macchine superveloci rimaste a secco un mese fa. Ovvero quelle capaci di digerire un tampone e dare il verdetto del test in appena 45 minuti.

Erano state installate all’ospedale Di Venere a Bari, al Policlinico Riuniti di Foggia e al Santissima Annunziata di Taranto, ma l’azienda che le aveva date in comodato d’uso aveva privilegiato il mercato Usa nella fornitura dei reagenti. Risultato: macchine a digiuno e tamponi processati secondo il metodo tradizionale. Con i tempi che vanno dalle quattro alle sei ore per mettere nero su bianco l’esito dei test. “Ormai il problema è superato: abbiamo chiuso un accordo per la fornitura di reagenti per 100 mila test al mese in quei tre laboratori. Centomila, oltre la capacità produttiva delle stesse macchine“, ripete Montanaro.

Il tampone prescritto dal medico

I tempi fare il tampone variano. Nei centri pubblici si va da poche ore fino a due-tre giorni per sottoporsi all’esame. Per mettere in tasca il referto, invece, da qualche ora, se chi aspetta quel documento deve accedere a un ricovero programmato, fino a un paio di giorni (sempre che il test sia negativo). In ogni caso, soltanto chi rientra dai quattro paesi a rischio – Spagna, Croazia, Grecia e Malta – oppure dalla Sardegna o da altre regioni italiane può prenotare un tampone. Che resta gratis per il cittadino.

Anche nelle strutture accreditate: la Regione rimborsa 80 euro al privato, se il test viene eseguito su chi torna in Puglia e dimostra di aver compilato il modulo per l’autosegnalazione sul sito Internet dell’ente. In tutti gli altri casi la prenotazione resta off-limits: in caso di sospetto contagio, i residenti dovranno rivolgersi al medico di famiglia, tutti gli altri al dipartimento di Prevenzione della Asl. Valutare se e quando fare il test sarà compito degli specialisti.

Gli screening aziendali

A meno che – è l’unica eccezione – non sia il medico del lavoro a chiedere di poter sottoporre allo screening i dipendenti di un’azienda. Basterà bussare alla porta di un laboratorio privato accreditato. I costi restano a carico delle aziende: “Ma per evitare speculazioni l’amministrazione regionale ha fissato un tetto massimo di 100 euro per ogni test”, ricorda il capo del dipartimento Salute. Capitolo scuole. Non ci sono corsie preferenziali per fare tamponi su studenti, insegnanti e collaboratori scolastici.

Ma i dipartimenti di Prevenzione delle Asl danno di fatto la precedenza ai casi che possono determinare focolai importanti: è stato così per i focolai isolati nelle Rsa a Ginosa Marina, in provincia di Taranto, a Bari e Foggia. “E anche per il focolaio di Polignano a Mare“, rimarcano gli addetti ai lavori. Lo stesso per il quale sono stati eseguiti un migliaio di tamponi nell’arco di una settimana dopo i primi 78 dipendenti della Sop, la Società ortofrutticola polignanese, risultati positivi. Era il 9 settembre. Ora dal quartier generale della task force regionale ripetono come un mantra una cosa: “Qui siamo pronti”.

Emilia Romagna

In Emilia Romagna è possibile fare il tampone anche privatamente, a pagamento. Sul sito della Regione sono elencati 174 laboratori privati accreditati. Alcuni fanno solo il test sierologico, altri eseguono anche il tampone molecolare. Il costo per un tampone varia dagli 80 ai 130 euro, e i risultati del tampone fatto privatamente entrano comunque nel conteggio quotidiano di quelli fatti attraverso la sanità pubblica in regione.

Il referto si aspetta 4-5 giorni

Le richieste di tamponi privati si sono moltiplicate soprattutto dopo le ferie, e vi sono ricorsi in parte coloro che provenivano da luoghi di vacanza non inseriti nell’elenco di quelli considerati a rischio e in parte coloro che trovavano la lista d’attesa per il tampone effettuato dal servizio sanitario troppo lunga. L’attesa per l’esito di un tampone privato è comunque di 24-72 ore, come quella per un tampone effettuato attraverso la sanità pubblica anche se in questo casi i tempi si possono allungare fino a 4-5 giorni.

Gli screening sierologici

Diversa, infine, in Emilia Romagna, la politica sui test sierologici. La Regione ha avviato diverse campagne di screening con test sierologici, che in caso di positività comportano poi l’esecuzione di un tampone. Sono previste campagne di screening per il personale scolastico e, nel mese di settembre, per i giovani tra i 18 e i 40 anni. Tutti coloro che sono interessati possono prenotare un test attraverso il sito dell’Ausl.

Infine, entro 15 giorni verrà avviata in regione anche una campagna di test sierologici gratuiti (si tratta del test pungidito) destinata esclusivamente a studenti e genitori, che potranno fare il test direttamente in farmacia. Il Comune di Bologna ne ha promossa un’altra su base volontaria destinata alla fascia di età 18-40 anni.


Tutte le notizie sul coronavirus

Il sito del Ministero della Salute

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