Cronaca

Taranto, anziano in fin di vita sposa il suo compagno

La cerimonia è stata celebrata all'Hospice San Bartolomeo

Anziano in fin di vita sposa il suo compagno. La cerimonia è avvenuta ieri, 7 ottobre, all’hospice San Bartolomeo di Martina Franca (Taranto), centro di cure palliative per malati terminali. I due uomini, un 73enne da qualche tempo ricoverato nella struttura, e un 60enne che aveva conosciuto 32 anni prima e col quale si è ritrovato dopo molto tempo, si sono uniti in matrimonio con rito civile.

Taranto, anziano in fin di vita sposa il suo compagno

La notizia è riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno e la direttrice dell’hospice, Silvana Ausiello, interpellata dall’Ansa racconta che “c’è stata una cerimonia molto bella e significativa in ospedale: le persone che hanno partecipato si sono tutte emozionate perché in un ambiente di dolore ci sono anche momenti di gioia come quello di ieri”.

La storia d’amore tra i due signori

Il 60enne era già sposato, mentre il 73enne è celibe: quando scoprono di nutrire un sentimento l’uno per l’altro le vite li hanno ormai separati. Ma la distanza fisica non aveva placato i sentimenti e i due hanno deciso di giurarsi fedeltà. A ufficializzare la realizzazione del loro sogno d’amore è stato Maria Rosaria Cicero, ufficiale civile del Comune di Martina Franca, alla presenza del nuovo segretario generale Eugenio De Carlo. La struttura si è presa cura di organizzare tutti i particolari della cerimonia, compreso il buffet.

Ci hanno raggiunti – sottolinea la direttrice Ausiello – anche il vicesindaco e altri rappresentanti del Comune e si sono stupiti di questa festa ma io dico che tutti abbiamo diritto alla felicità. C’è una mentalità distorta soprattutto qui nel Meridione che tende a identificare questi hospice come luoghi dove si attende solo la morte, ma non è così». «Le cure palliative – spiega – servono affinché il paziente possa vivere al meglio la sua condizione e anche pensare un giorno di poter essere dimesso, pur restando la malattia grave”.

Questo, fa rilevare la direttrice, “è un residence alberghiero-sanitario, quindi la stanza è solo del malato, pur non pagando nulla. La sua casa si trasferisce in una struttura sanitaria dove ci sono tutte le cure e dove si possono vivere anche emozioni bellissime come quella dei due nostri amici che – conclude – hanno scelto di giurarsi fedeltà e sostegno fino alla fine dei loro giorni”.

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