Cronaca

Testamento di Berlusconi, l’impero Fininvest a Marina e Pier Silvio

Nel testamento di Silvio Berlusconi c’è la chiave per il controllo dell’impero Fininvest affidato ai suoi due figli maggiori Marina e Pier Silvio. Il nodo delle quote divise in parti (quasi) uguali.

Testamento di Silvio Berlusconi, cosa c’è scritto

L’impero costruito da Silvio Berlusconi dovrà ora continuare attraverso la sua eredità. Da tempo il Cavaliere aveva provato a tracciare delle linee perché le imprese del suo impero sopravvivessero al suo fondatore. Un incastro non facile con due famiglie e un divorzio burrascoso come quello con Veronica Lario. Così una volta archiviato anche il divorzio, gli equilibri e i “pesi” tra i cinque figli e i due matrimoni sembrano essere più chiari.

Da una parte troviamo i primogeniti Marina e Pier Silvio, figli della prima moglie Carla. Dall’altra Barbara, Eleonora e Luigi, figli di Veronica da sempre fuori dagli affari di famiglia. Sarà però il testamento a confermarli snocciolando un patrimonio da 6,8 miliardi. Solo davanti al notaio si scoprirà anche se Marta Fascina, legata con l’ex premier da matrimonio senza valore legale, sarà destinata a parte delle proprietà e conti.

Le imprese

Fininvest, la holding di famiglia, è il cuore dell’impero economico con qausi 4 miliardi di fatturato più 15mila dipendenti e un utile per oltre 360 milioni nel 2021. Oltre al controllo di MediaForEurope, c’è anche il gruppo Mondadori, Mediolanum con il 30%, ed è proprietaria del Teatro Manzone del Monza Calcio. Un patrimonio che si va ad aggiungee a ville e immobili.

Fininvest è controllata dalle sette holding di cui quattro hanno fatto capo finora direttamente a Silvio Berlusconi per circa il 61%. Il resto è suddiviso in parti uguali fra i figli con quote del 7,65%. Diritti azionari uguali per tutti, dunque. Anche se il ramo dei figli più piccoli ha avuto di fatto, finora, un peso maggiore.

Ci sarebbero però altri diritti acquisiti negli anni sul campo. Pier Silvio, ceo di MediaForEurope, considera le tv di casa come un suo “prodotto”. Mentre Marina, determinata come il padre, ha messo le radici in Mondadori, di cui è presidente, oltre a guidare da presidente la stessa Fininvest, nel cui consiglio figurano oltre a Pier Silvio anche Luigi e Barbara. Eleonora e Luigi sono imprenditori ma non hanno ruoli di peso nelle aziende di famiglia e sono titolari anche della B.e.l. Immobiliare. Ora il primo riassetto delicato riguarderà proprio Fininvest, nonostante il richiamo «alla continuità sotto ogni aspetto» espresso ieri in un comunicato della holding.

L’eredità

Quel 61% del gruppo va diviso per una quota pari ai due terzi del valore, in parti uguali tra i cinque figli. Ma la discrezionalità di chi redige il testamento, in questo caso il Cavaliere, permette di distribuire a scelta il restante 33% della quota in modo da assicurare il controllo a Pier Silvio e Marina che potrebbero avere fino al 26% a testa, complessivamente, in caso di destinazione totale della quota disponibile.

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