Cronaca

Il testamento di Gigi Proietti, il racconto di una delle ultime interviste

Il racconto di Gigi Proietti in una delle ultime lunghe interviste su Roma, la sua amata città: l'attore fa un salto nel passato

Il racconto di Gigi Proietti, che ci ha lasciati poche ore fa,  in una delle ultime lunghe interviste su Roma, la sua amata città. L’intervista è stata rilasciata da Repubblica.

Il testamento di Gigi Proietti: “Le fontane di villa Borghese”

Gigi Proietti rilasciò l’intervista sulla terrazza di un hotel al Pinciano, dove stava girando gli episodi di “Una pallottola nel cuore”, la serie tv di Rai 1.

Le parole dell’attore:

“Sono nato a via Giulia, ma per favore non mi domandate niente di lì, perché non ricordo nulla. Sono andato via con la mia famiglia da quell’appartamento quando avevo nove mesi. Poi ci siamo trasferiti a via Annia, una stradina del Celio, accanto all’Ospedale militare.

Lì andavo a scuola alle elementari alla Vittorino Feltri e il primo ricordo che mi porto ancora appresso è un odore, l’odore dei libri, mescolato a quello della merendina che mia madre mi metteva dentro la cartella. Avevo due cartelle nere, rigide, di una fibra un po’ strana, che si potevano anche mettere a tracolla.

E mi viene ancora in mente, nonostante fossi piccolo, la vergogna di mettermi il grembiule e il fiocchetto, il fiocco insomma. Non l’ho mai sopportato. Ero un bambino e a Roma nella primissima mattina era consentito di passare addirittura davanti a piazza del Colosseo per andare sulla via del mare”.


gigi proietti una pallottola nel cuore


Un salto nel passato

L’attore fece un ritorno al passato: “Da via Annia abbiamo cominciato a girare e siamo andati ad abitare vicino via Veneto, in un appartamento di fortuna, dopo la guerra. Ci siamo stati due, tre anni e ho conosciuto un luogo che ricordo benissimo e che poi è uno strano ritorno, Villa Borghese, perché andavo al cinemetto, che si chiamava dei Piccoli o Topolino e stava vicino alla Casina delle Rose, dove d’estate facevano il varietà e da dietro un canneto, avevo nove anni, vidi tra le canne, c’era una specie di recinto di piante, Billi e Riva, che facevano lo spettacolo.

Però non sentivamo bene. Un posto dove sono tornato adesso, dato che ho avuto la fortuna di incontrare un sindaco lungimirante, che era Veltroni, che capì l’importanza di mettere su un teatro a Villa Borghese, il Globe Theatre”.

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