Cronaca

Il “testamento” di Giulia Lavatura: lo stato su Facebook e il folle gesto

Perché Giulia Lavatura si è buttata dal nono piano con la figlia e il cane? La 41enne si è lasciata cadere da un palazzo in via Dradi a Ravenna: la donna, di nazionalità italo-svizzera e di professione ingegnera, lavorava come insegnante precaria e spesso dava ripetizioni online.

Dopo il ricovero all’ospedale Bufalini di Cesena si è salvata, con una prognosi di 40 giorni. Una sua vicina a La Stampa ha raccontato: “Ma è morta dentro”. Il pm Stefano Stargiotti indaga per omicidio volontario pluriaggravato e uccisione di animali. Il marito della donna si chiama Davide Timò, anche lui ingegnere ma impiegato nelle piattaforme petrolifere del Mare del Nord. Al momento della tragedia era in casa, ma non si è accorto di nulla.

Il “testamento” di Giulia Lavatura

In uno stato su Facebook, la donna ha lasciato una sorta di testamento. Uno scritto lungo e a tratti delirante ha accusato il padre Giuseppe Lavatura e il centro di salute mentale che l’aveva in cura dal 2009.

“Perché ho dovuto farlo? Padre violento ed aggressivo. Nessuno me lo tiene lontano. Mi perseguita. Non lo voglio vedere né frequentarlo. Non mi sembra di chiedere tanto. Niente ordinanza restrittiva. Perché non ho video delle brutte violenze domestiche. Inutile questura, ero incinta, nemmeno questo per tutelarmi”.

Nel 2017, la donna si presentò in questura, raccontando del padre e dei parenti che a suo dire la perseguitavano, senza però sporgere denuncia. Le fu diagnosticato un disturbo bipolare. “Mia figlia aveva manie di persecuzione, ce l’aveva con me perché io insistevo affinché si curasse“, ha detto il padre agli inquirenti.

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