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The Truman Show, il film – ritratto del 2020

Questa sera su La7 va in onda alle 23.30 il film The Truman Show, un film del 1998 diretto da Peter Weir. A più di 20 anni dall'uscita scopriamo che The Truman Show è il film – ritratto del 2020. Perché?

Questa sera su La7 va in onda alle 23.30 il film The Truman Show, un film del 1998 diretto da Peter Weir. A più di 20 anni dall’uscita scopriamo che The Truman Show è il film – ritratto del 2020. Perché? Scopriamolo insieme.

The Truman Show, il film – ritratto del 2020

Questa sera, in seconda serata, va in onda su La7 alle 23.30 il film The Truman Show. Chi guarda The Truman Show per la prima volta, ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un film frutto di una qualche allucinazione visiva o concettuale.


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The Truman Show, un film visionario

Il film The Truman Show, richiama l’opera “1984” di George Orwell e il suo Big brother is watching you! (il Grande Fratello ti sta guardando). 

Oppure sembra richiamare a Kubrick in 2001: Odissea nello spazio in cui quotidiani online sono leggibili attraverso strumenti estremamente simili ai nostri moderni iPad, rappresentando lo strumento essenziale per la vita di tutti i giorni durante il viaggio nello spazio.

Perché The Truman show è da considerarsi il film che nel 1998 è riuscito a cogliere alcuni meccanismi che si sono prepotentemente presentati durante il 2020?

The Truman Show tra finzione e realtà: trama

The Truman Show non parla di un virus che contagia ed uccide molte persone e non vi è nessuna quarantena forzata.

The Truman show racconta la storia di un ragazzo di nome Truman che, sin dalla nascita, è stato il prescelto per un esperimento geniale e diabolico allo stesso tempo. Esso prevede la ripresa integrale di ogni ora, ogni minuto e ogni secondo della sua vita per mezzo di migliaia di telecamere nascoste in uno studio cinematografico di dimensioni bibliche.

L’ideatore dell’esperimento è Christof, regista dello show, che tiene sotto controllo insieme alla sua equipe ogni singolo movimento di Truman. Il ragazzo è incastonato in un’isola di nome Seaheaven in cui giorno e notte sono artificiali e che confina soltanto con una distesa di mare. In questa “bolla” tutti i rapporti umani sono in realtà frutto della recitazione degli abitanti-attori.


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La realtà di Truman nel 2020

Trattandosi di un immenso studio cinematografico, Truman è rinchiuso in un recinto circolare che dà la forma all’isola. Proprio su questo punto si intreccia la storia di questo favoloso film con quella che per quasi due mesi è stata la nostra realtà.

Imprigionato a Seaheaven, Truman comincia a sospettare della realtà che lo circonda e questo dubbio sfocia in un’ irrefrenabile voglia di fuga, nella fattispecie, verso le Isole Figi. È lì, infatti, che gli sceneggiatori dello show gli fanno credere sia scappata Lauren, una comparsa silenziosa della quale si era innamorato tempo addietro.

Lo stress di Truman e il killer invisibile dei nostri giorni

Il desiderio di Truman, inevitabilmente incompatibile con le esigenze dello show, spinge gli sceneggiatori dello spettacolo a far riacutizzare nel ragazzo una vecchia paura legata al “viaggio”. Truman infatti perde il padre a causa di una tempesta avvenuta in mare. Sin da piccolo gli viene repressa quella voglia di esplorazione, attraverso una strategia di terrore che, in qualche modo, lo aveva sempre contraddistinto.

Se ci si sofferma un secondo, infatti, per necessità siamo stati tutti sottoposti allo stesso tipo di stress di Truman. Ci è stato inculcato il terrore di un killer invisibile che miete vittime al fine di limitare quanto possibile la libertà di uscita e di azione.

Una strategia obbligatoria, evidentemente, che sembrerebbe aver dato i suoi frutti. Ma che, metaforicamente, ci ha portato ai confini del recinto come Truman, attraverso un percorso tortuoso accompagnato da una tempesta estremamente burrascosa. Ora, giunti alla porta, è arrivato per tutti noi il momento in cui ci si trova di fronte alla stessa ardua scelta che ha dovuto compiere Truman. Quale?


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Chiusi al sicuro nel 2020

Durante gli scorsi mesi siamo arrivati a pensare che lo spazio interno alle mura della nostra casa fosse l’unico luogo al sicuro per la protezione della nostra incolumità. In realtà, così facendo, ci si è protetti solo dal Covid-19, ma non si è certo rimasti immuni a tante altre malattie ugualmente gravi e mortali.

Su questo stesso concetto fa leva Christof per convincere Truman a restare “chiuso ma al sicuro” all’interno dello studio per mandare avanti lo “show”.

Abbiamo iniziato a pensare che la soluzione più indolore fosse quella di rinviare la morte senza curarci della qualità della vita. E abbiamo tutti quanti, giustamente, sposato la causa del “prima la salute poi il resto”. Truman, quindi, alla soglia della porta, accetta di uscire nonostante i rischi e i pericoli (ma anche le gioie e le bellezze) che la vita riserva quotidianamente.


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Quale sarà la nostra scelta?

Mentre aspettiamo cosa succederà nei prossimi mesi, quali saranno le misure che condizioneranno ancora la nostra vita a causa della pandemia, pensiamo alla frase che Jim Carrey (Truman) dice nel film:

Se non dovessimo rivederci, buon pomeriggio, buona sera e buona notte


 

 

Fonte: artwave.it

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