Cultura

Le Università Telematiche sono escluse dalla PA 110 e lode?

Secondo il presidente del Consiglio d'Amministrazione dell'Università Niccolò Cusano è una "scelta assurda, razzista e totalmente anacronistica"

Il presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Università degli Studi “Niccolò Cusano”, Stefano Bandecchi, ha inviato una lettera per richiedere maggiori delucidazioni sull’esclusione delle Università Telematiche dalla PA 110 e lode.

Il PA 110 e lode

Ci si domanda ancora che cosa sia e cosa preveda questo “PA 110 e lode”. Si tratta di un progetto proposto dal Ministero della Pubblica Amministrazione nell’ambito del più ampio piano denominato Ri-Formare la PA. Il progetto intende valorizzare la formazione universitaria professionalizzante, per consentire ai dipendenti pubblici diplomati il conseguimento della laurea o di un master. Il tutto con importanti agevolazioni sul costo delle iscrizioni.


Stefano Bandecchi


Il comunicato del presidente del Consiglio d’Amministrazione

Non è la prima volta che l’Università Telematica Niccolò Cusano fa sentire la propria voce. Il timore è quello di essere etichettati come un’Università di serie B che forma studenti di seconda classe inadatti al mondo del lavoro. Riportiamo qui di seguito la lettera indirizzata al ministro per al Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, al ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa.

Ill.mo Sig. Ministro per la Pubblica Amministrazione
On. Prof. Renato Brunetta
Ill.ma Sig.ra Ministra dell’Università e della Ricerca
Prof.ssa Maria Cristina Messa

sono a chiederVi spiegazioni dettagliate sul protocollo d’intesa preso tra i Vostri ministeri a proposito dell’oggetto.

Ci risulta che nel sistema universitario nazionale siano ancora incluse le università degli studi cosiddette “telematiche” e non riusciamo a capire come sia stato possibile tra Voi creare un accordo che esclude le università in questione, perché non facenti parte della CRUI.

Mi risulta incredibile apprendere che la CRUI è più importante del sistema universitario nazionale o meglio del ministero rappresentato dalla Prof.ssa Maria Cristina Messa e mi sembra paradossale che il Suo ministero Ill.ma Prof.ssa Maria Cristina Messa si possa prestare alla trattativa privata tra un ministero dello Stato e un’associazione privata che non può certamente essere superiore al Suo ministero.

Ill.mo Ministro On. Prof. Renato Brunetta trovo altrettanto abominevole che la Sua volontà sia quella di escludere parte del sistema universitario nazionale, anche se parte eccellente e considerata dal punto di vista scientifico di altissimo profilo, dall’accordo che il Ministero da Lei rappresentato ha fatto con il Ministero dell’Università e della Ricerca ma che poi ha escluso le università che Voi continuate a chiamare telematiche.

Illustrissimi Signori Ministri, ho scritto questa lettera a Voi e al Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Mario Draghi, per conoscenza, in più l’ho inviata a tutti i segretari dei principali partiti politici nazionali, perché reputo questa Vostra scelta assurda, razzista e totalmente anacronistica rispetto alla realtà che l’Italia, l’Europa e il Mondo stanno vivendo.

L’Italia ha bisogno di Ministri illuminati, mentalmente giovani, visionari e di alto profilo, tutte cose che pensavo fossero base del Vostro bagaglio culturale e personale, ma stando così le cose dovrò ricredermi e dovrò comunicare ai miei 1.500 tra dipendenti e collaboratori lo stato delle cose.

Vi comunico sin d’ora che farò pubblicare questa lettera aperta anche su alcune testate giornalistiche, al fine di informare i cittadini italiani, compresi i 40.000 già laureati della Nostra Università, che evidentemente dovranno sentirsi laureati di serie B, poi Voi dovrete evidentemente spiegare perché.

Distinti saluti,

Stefano Bandecchi

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione

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