Cronaca

USA: Trump ripristina l’esecuzione capitale per i reati federali dopo 16 anni

L’amministrazione Trump ha annunciato la ripresa delle esecuzioni capitali. Il ministero della Giustizia ha programmato cinque esecuzioni e adottato un nuovo protocollo per l’iniezione letale. Una mossa in contrasto con le crescenti moratorie sulla pena di morte adottate da vari Stati.

USA: riprendono le esecuzioni capitali dopo 16 anni

L’amministrazione Trump ha annunciato, tramite il ministro di Giustizia William Barr, la ripresa delle esecuzioni capitali per i crimini federali.

Si partirà con le esecuzioni tra dicembre e gennaio, dove verranno giustiziati le prime 5 persone, incriminate per omicidi e stupri e detenuti in una prigione federale dell’Indiana. Si tratta, spiega il dipartimento di Giustizia americano, di detenuti che non posso più ricorrere in appello e che sono stati ritenuti colpevoli di “orribili omicidi e crimini sessuali” oltre ogni ragionevole dubbio.

Per la ripresa delle esecuzioni sarà anche introdotto un nuovo protocollo di iniezione letale, che verrà eseguito anche nelle in quelle programmate nei prossimi mesi.

Pena di morte negli Stati Uniti: la situazione attuale

L’annuncio arriva in concomitanza alla presentazione dei programmi di alcuni candidati alle primarie democratiche per le presidenziali del 2020, dove è stata inserita come proposta l’abolizione della pena di morte e dopo svariati anni in cui i singoli Stati hanno promosso un numero sempre crescente di moratorie.

Con il New Hampshire sono ormai 21 gli Stati che hanno eliminato le esecuzioni capitali, e secondo l’istituto di sondaggi Gallup, la percentuale di americani favorevoli alla pena di morte è soltanto al 56%, rispetto all’80% degli anni 90.

L’ultima condanna a morte eseguita a livello federale risale al 2003, ben 16 anni fa, ed allo stato attuale, secondo il Death Penalty Information Center, sono 62 i condannati per cui è prevista la pena capitale.

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