CronacaPolitica

Quali sono i vaccini autorizzati anti Covid in Italia?

Sul sito del ministero della Salute è possibile visionare il Piano vaccini anti Covid-19 e quali sono i vaccini autorizzati in Italia

L’Italia potrà contare sulla disponibilità di oltre 224 milioni di dosi (vedi tabella).
Il primo vaccino ad essere autorizzato in Unione Europea è stato Comirnaty di Pfizer-BioNtech: il 21 dicembre 2020 dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) e il 22 dicembre dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Al Pfizer, poi, sono seguite altre forme di vaccino, di altre case farmaceutiche. Quali sono i vaccini autorizzati anti Covid in Italia?


caso-astrazeneca-oms-vaccino-sicuro

Quali sono i vaccini autorizzati anti Covid in Italia?

In Italia, grazie agli accordi stipulati, giungeranno oltre 224 milioni di vaccini anti Covid. Quali sono le case farmaceutiche autorizzate alla produzione? Il primo vaccino ad essere autorizzato in Unione Europea è stato Comirnaty di Pfizer-BioNtech: il 21 dicembre 2020 dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) e il 22 dicembre dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Il 6 gennaio è stato autorizzato dall’Ema anche il vaccino Moderna, autorizzato da Aifa il 7 gennaio.
Il 29 gennaio è stato autorizzato dall’Ema e il 30 gennaio dall’Aifa anche il vaccino AstraZeneca

Infine, in questa settimana è stato approvato dall’Ema il vaccino anti Covid di Johnson & Johnson. Sarà il primo monodose ed il quarto ad essere raccomandato nell’Ue.

Il piano vaccino anti Covid in Italia

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha presentato il 2 dicembre 2020 al Parlamento le linee guida del Piano strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 (Decreto 2 gennaio 2021), elaborato da ministero della Salute, Commissario Straordinario per l’Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, Agenas e Aifa. Come previsto dal Piano stesso, l’8 febbraio 2021 è stato pubblicato il documento che aggiorna le categorie e l’ordine di priorità per la seconda fase della campagna vaccinale contro il Covid, in base all’evoluzione delle conoscenze e alle informazioni sui vaccini disponibili: Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19.

Punti fondamentali del piano vaccini anti Covid in Italia

  • Vaccinazione gratuita e garantita a tutti
  • 27 dicembre 2020, inizio vaccinazione in Italia ed Europa (Vaccine Day)
  • Identificazione delle categorie da vaccinare con priorità nella fase iniziale a limitata disponibilità dei vaccini: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa per anziani
  • Logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto, di competenza del Commissario straordinario
  • Governance del piano di vaccinazione, assicurata dal coordinamento costante tra il ministero della Salute, la struttura del Commissario straordinario e le Regioni e Province Autonome
  • Sistema informativo per gestire in modo efficace, integrato, sicuro e trasparente la campagna di vaccinazione
  • Farmacosorveglianza e sorveglianza immunologica per assicurare il massimo livello di sicurezza nel corso di tutta la campagna di vaccinazione e la risposta immunitaria al vaccino.

covid-italia-rezza-varianti-vaccino

Sono sicuri i vaccini anti Covid in Italia?

Secondo il ministero della Salute, i vaccini sono assolutamente sicuri, poiché vengono autorizzati solo a seguito di un’attenta valutazione del profilo di sicurezza, in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione.
In ogni caso, assicura il ministero della Salute, il profilo di sicurezza verrà continuamente monitorato anche dopo l’autorizzazione. Inoltre, al momento non è intenzione del governo disporre l’obbligatorietà della vaccinazione. Nel corso della campagna sarà valutato il tasso di adesione dei cittadini.

Quali sono le categorie ad avere la priorità in Italia?

  • Operatori sanitari e sociosanitari. Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario.
  • Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave, a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane.
  • Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull’età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità e disabilità aumenta con l’età. Pertanto, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione rappresenta una priorità per la vaccinazione.

Chi potrà essere vaccinato contro il Covid?

Anche le persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti potranno ricevere la vaccinazione. Infatti, sono appositamente elaborati dati sulle persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti. Sebbene tali soggetti possano non rispondere altrettanto bene al vaccino, non sussistono particolari problemi di sicurezza. Secondo il Piano vaccini anti Covid-19 le persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti dovranno essere vaccinate nelle prime fasi, in quanto maggiormente suscettibili di ammalarsi di Covid.

Inoltre, è possibile la somministrazione di una sola dose di vaccino anti-SarsCoV-2/Covid-19 nelle perscone che hanno già avuto l’infezione da Sars-CoV-2, sia in maniera sintomatica che asintomatica, purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa(Circolare ministeriale 3 marzo 2021).

 

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio