Cronaca

Vaccini Italia, Figliuolo a Regioni: “Aumentare contributo medici” | Le linee guida

Il commissario per l'emergenza Covid nelle linee guida per la prosecuzione della campagna vaccinale: "In una fase successiva richiami in tutte le strutture ordinarie del Servizio sanitario nazionale"

Sui vaccini in Italia il commissario Francesco Paolo Figliuolo esorta le Regioni a fare di più per coinvolgere medici di base, farmacisti e altri operatori. Ecco le linee guida della campagna di vaccinazione.

Vaccini: dagli hub alle somministrazioni a domicilio, le nuove linee guida

Nel documento sulle nuove linee guida della campagna di vaccinazione Figliuolo invita le Regioni ad “aumentare in maniera graduale” il contributo assicurato da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacisti ed altri operatori del Servizio sanitario nazionale alle “vaccinazioni giornaliere, mantenendo, in una fase intermedia e di transizione dello sviluppo del piano, completamente operativi gli hub vaccinali”.

Nella fase 2, richiami nelle strutture ordinarie del Ssn

“In una fase successiva – si legge nel documento -, in previsione di eventuali ulteriori richiami, si dovrà valutare la possibilità di ricondurre l’attività vaccinale quanto più possibile nell’alveo di tutte le strutture ordinarie del Ssn arrivando a coinvolgere la totalità dei medici, pediatri, farmacisti ed altri operatori del Ssn, al fine di realizzare un sistema di vaccinazione sostenibile e stabile nel tempo, senza dover ricorrere a misure emergenziali”.

Da hub a vaccinazioni “delocalizzate”

La transizione verso una fase 2 sarà caratterizzata dal “graduale passaggio da vaccinazioni effettuate in maniera centralizzata presso gli hub vaccinali verso un sistema di “vaccinazioni delocalizzate”, molto più capillare e prossimo ai cittadini, permetterà di completare l’immunizzazione delle categorie più fragili, degli over 80, dei cittadini con comorbilità e ridotta mobilità, non ancora completamente intercettati dalla attuale modalità organizzativa e che potranno essere raggiunti a domicilio o in luoghi ad esso prossimi”.

Farmacie: nel Lazio si parte a giugno

Le rete delle farmacie è già pronta a dare il proprio contributo. Sono 20mila i farmacisti che hanno completato i corsi teorici dell’Istituto superiore di Sanità per vaccinare contro il Covid e altri 3mila li concluderanno a breve. L’adesione dei farmacisti al protocollo d’intesa con il ministero della Salute, ha fatto sapere Federfarma, è stata del 60%.

Nel Lazio si partirà ai primi di giugno ma le prenotazioni saranno aperte il 24 maggio sulla piattaforma regionale dedicata. Le persone che sceglieranno di farsi inoculare la dose singola di Johnson&Johnson – l’unico a disposizione delle farmacie – prenderanno l’appuntamento sulla piattaforma della Regione che indicherà il giorno dell’appuntamento e invierà un sms. Con il passaggio successivo bisognerà fare una telefonata alla farmacia scelta per avere l’indicazione dell’orario in cui presentarsi.

Dai farmacisti a regime 150mila dosi al giorno

E le altri Regioni? “Si stanno preparando ma ancora non hanno comunicato la data di inizio” spiega il vicepresidente nazionale di Federfarma Alfredo Procaccini. “Nella fase iniziale – aggiunge Procaccini – le farmacie avranno a disposizione 10 dosi al giorno per cinque giorni a settimana, così come è previsto nel’accordo con il ministero della Salute. Successivamente si passerà a 20 vaccini al giorno per singola farmacia. A regime si avrà una media di 18mila dosi al giorno solo nella Regione Lazio, mentre a livello nazionale saranno 150mila“.

Medici di base per raggiungere i fragili non vaccinati

I medici di base hanno lamentato di essere stati marginalizzati nella prima fase della campagna vaccinale e rivendicano la loro capacità di “recuperare” chi non può o non riesce a prenotarsi. Il loro coinvolgimento viene ora sollecitato da Figliuolo nelle nuove Linee guida della campagna vaccinale.

L’ausilio della rete dei medici di famiglia potrebbe risultare decisiva in particolare per raggiungere i cosiddetti “fragili” che ancora non risultano vaccinati. A questo scopo la Federazione italiana dei medici di medicina generale e Cittadinanza attiva con la collaborazione di Walter Ricciardi hanno realizzato un software in grado di individuare questi soggetti.

L’algoritmo (sviluppato da NetMedica Italia, la società informatica di Fimmg, e il Dipartimento di ingegneria informatica dell’Università politecnica delle Marche), applicato ai database dei medici di famiglia, è in grado di fornire indicazioni che supportano il medico a stabilire la priorità nell’esecuzione della vaccinazione.

Infermieri, vaccini a domicilio per i fragili

Per le vaccinazioni domiciliari per i più fragili scendono in campo infermieri e infermieri pediatrici. Il ministero della Salute, Regioni e Fnopi (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che, basandosi sulla possibilità di deroga all’esclusiva per gli infermieri dipendenti prevista nel decreto Sostegni, prevede che tutti gli infermieri svolgano, con adozione di adeguato triage prevaccinale, il servizio di vaccinazione al domicilio dei soggetti che hanno difficoltà a muoversi per raggiungere i siti vaccinali.

Toti: “Insensato accusare Regioni di stravaganza”

Le Regioni devo fare le Regioni, se avessimo voluto gestire l’Italia intera da Lampedusa a Courmayeur tutta insieme bastava fare uno stato centrale”. Così il presidente della Liguria Giovanni Toti, a Torino per la sigla dell’accordo di reciprocità con il Piemonte sui vaccini in vacanza. “Leggo reprimende circa la stravaganza presunta della politiche delle Regioni. In tutta sincerità oggi si esplica il ruolo che è il cuore delle Regioni, dare dei servizi ai cittadini tenuto conto delle esigenze dei territori”, ha aggiunto Toti.

Ribadisce Toti

Le Regioni devono fare le Regioni – ha ribadito il governatore della Liguria -e se c’è un sistema regionalistico in Italia è perché i territori sono diversi, quindi non vedo cosa ci sia di strano in tutto questo. Si può scegliere un centralismo o un regionalismo ma scegliere il regionalismo e accusare i governatori di agire in modo diverso mi sembra una cosa insensata a cui non riesco a rassegnarmi”.

“Sembra che le Regioni si siano inventate i piani vaccinali di questo Paese, ma vaccinare gli insegnanti, i magistrati, il personale delle forze di sicurezza non lo abbiamo inventato noi era scritto nel piano vaccinale che le Regioni hanno applicato. Se c’è stata qualche stravaganza prima dell’arrivo del generale Figliuolo citofonare ai Governi precedenti e al Parlamento, non alla Conferenza delle Regioni”, ha proseguito Toti, per il quale “le Regioni se hanno peccato di poca fantasia è perché recitato su copione, non a soggetto”.


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