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Venezia 79, undici minuti di applausi per “Bones and All” di Luca Guadagnino

Il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2022

Undici minuti di applausi e vero entusiasmo del pubblico in Sala Grande per “Bones and Alldi Luca Guadagnino. Grande successo dunque per il primo film italiano in concorso dei cinque in corsa per il Leone d’oro alla 79esima edizione del Festival del Cinema di Venezia. In sala insieme al regista Timothee Chalamet, Taylor Russell, Chloe Sevigny e Mark Rylance.

Venezia 79: undici minuti di applausi per Bones And All

Grande successo dunque per il primo film italiano in concorso dei cinque in corsa per il Leone d’oro alla 79esima edizione del Festival del Cinema di Venezia. In sala insieme al regista Timothee Chalamet, Taylor Russell, Chloe Sevigny e Mark Rylance. 

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Bones And All: la trama

Le vicende della pellicola sono tratte dall’omonimo romanzo di Camille DeAngelis. Nel film, vedremo la storia del primo amore tra Maren, una giovane donna che lotta per sopravvivere ai margini della società, e Lee, un giovane vagabondo che possiede uno spirito forte etenace. I due si uniranno per intraprendere un lunghissimo viaggio per l’America ai tempi di Ronald Reagan tra sentieri nascosti e strade di provincia. Ma per quanto possano sforzarsi, qualunque percorso sembrerà riportarli al loro terribile passato. Infine, la resa dei conti li porterà a decidere cosa fare delle loro vite.

Le parole del regista

Luca Guadagnino è il primo dei cinque registi italiani in gara per il Leone d’oro a Venezia 79 ma è anche il suo primo film americano, girato completamente in America, nei grandi spazi del Midwes: “Il paesaggio americano l’ho sognato sin dall’inizio, fa parte della mia formazione di cineasta e questo copione di David Kajganich è stato l’occasione per viverlo da regista”.

“Il film è bastao sul sogno di trovare un luogo – continua Guadagnino – in cui sentirsi a casa. Maren e Lee vivono una situazione estrema, ma le domande che si pongono sono universali: chi sono, cosa voglio? Come posso sfuggire a questo senso di ineluttabilità che mi trascino dietro? Come possono entrare in sintonia con qualcun altro?”.

Guadagnino ammette di sentirsi da sempre “attratto da coloro che, forse per scelta, non sono al centro dei giochi. Per me, Maren e Lee sono due persone costrette a vivere al limite. Volevo che le persone amassero questi personaggi, li comprendessero e non li giudicassero. Il mio desiderio è che il pubblico veda in Maren e Lee il riflesso cinematografico di tutte le possibilità che fanno parte di noi in quanto esseri umani”.

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