Cronaca

Verona, i genitori litigano sull’iscrizione a scuola del figlio: il giudice fa scegliere l’11enne

Dopo aver finito le elementari, la madre del giovane voleva scegliere una scuola pubblica, mentre il papà preferiva una privata

Verona, i genitori litigano sull’iscrizione a scuola del figlio: il giudice fa scegliere al bambino. A undici anni si è scelto da solo l’istituto nel quale frequentare le scuole medie. Tutto perché i genitori non riuscivano a mettersi d’accordo su quale fosse la scuola migliore per il loro figlio.

Verona, i genitori litigano sull’iscrizione a scuola del figlio

Come riportato dal Corriere del Veneto, infatti, il padre avrebbe voluto iscrivere il proprio figlio a un istituto privato “sia per l’elevata qualità dell’offerta formativa e dei docenti anche sotto il profilo della cura per le lingue straniere, sia per l’attenzione per la didattica a distanza, assicurata in modo pieno e tempestivo fin dall’inizio dell’emergenza pandemica in corso”.

Per il minore, poi, sarebbe così stato possibile avvalersi del tempo pieno, con quindi occupato anche il pomeriggio; la madre, invece, insisteva affinché il figlio restasse nella scuola pubblica sia perché entrambe le sorelle maggiori avevano frequentato quello stesso istituto sia per la sua “vicinanza e comodità poiché ubicato a poche centinaia di metri da casa”.

Difficile trovare una soluzione

I giudici della Prima sezione civile di Verona hanno evidenziato come entrambe le idee fossero praticabili in quanto entrambi gli (eventuali) istituti siano considerati “validi”. E allora, per dirimere la questione, in tribunale è stato convocato il diretto interessato: il bambino è stato sentito dal giudice delegato senza la presenza dei genitori e dei rispettivi difensori.

Ha spiegato di aver parlato a lungo con mamma e papà, e di aver visto la presentazione dei due istituti. E, alla fine di tutto, ha espresso al giudice “una esplicita e autentica preferenza” per la scuola pubblica suggerita dalla madre perché questa soluzione gli garantiva “la possibilità di mantenere i rapporti con i compagni delle elementari” ma anche di poter “recarsi a scuola a piedi, da solo, sintomo di un naturale e comprensibile desiderio di progressiva autonomia“.

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