Cronaca

Vertice Ue a Porto, Draghi: “L’Italia e l’Europa non sono come dovrebbero essere” 

"Troppe diseguaglianze, non lasciare nessuno indietro" dice il premier nel corso del suo intervento, "con il Recovery trasformeremo il mercato del lavoro in Italia"

Da tempo l’Ue ha fatto del suo modello sociale un punto di orgoglio. Il sogno europeo è di garantire che nessuno venga lasciato indietro. Ma, già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro erano frammentati. Disuguaglianze generazionali, disuguaglianze di genere e disuguaglianze regionali. Questa non è l’Italia come dovrebbe essere, né l’Europa come dovrebbe essere”. Così il premier Mario Draghi intervenendo al Social Summit di Porto nell’ambito di un panel dal titolo “Employment and jobs“.

Draghi al vertice Ue a Porto

I leader dell’Ue tornano a vedersi oggi in presenza in Portogallo, in occasione del ‘social summit’ e del Consiglio informale Ue, convocato dal primo ministro portoghese, Costa. Tre i target del documento che il Vertice sociale sarà chiamato ad approvare. Il raggiungimento del 78 per cento degli occupati nell’Unione entro il 2030, le politiche di formazione continua, la lotta alla povertà.

Al vertice, dov’è assente Angela Merkel, si assiste alla contrapposizione tra i paesi del blocco orientale, con Polonia e Ungheria in prima linea (presente al summit Viktor Orban) in una ‘strana alleanza’ con i Paesi anseatici, promotori di un documento in contrasto con gli obiettivi comuni alla maggioranza degli Stati membri.

Sottolinea Draghi

Cosi come durante la Grande Recessione e la crisi del debito sovrano in Europa, sono i nostri giovani e le nostre donne a pagare il prezzo di questa tragedia” ha sottolineato Draghi. “Queste fratture hanno profonde radici storiche e culturali. Ma svelano – ha spiegato – anche evidenti carenze istituzionali e giuridiche. Troppi paesi dell’Unione europea hanno un mercato del lavoro a doppio binario, che avvantaggia i “garantiti” – in genere i lavoratori più anziani e maschi – a spese dei “non garantiti”, come le donne e i giovani.

Mentre i cosiddetti garantiti sono meglio retribuiti e godono di una maggiore sicurezza del lavoro, i non garantiti soffrono un vita lavorativa precaria”, ha rimarcato il presidente del Consiglio. “Questo sistema è profondamente ingiusto e costituisce un ostacolo alla nostra capacità di crescere e di innovare. L’Italia, grazie al Piano di Ripresa e Resilienza, sta cercando di porre rimedio a questa triste situazione”. 

Investiamo 6 miliardi sulla riforma del lavoro

“Verranno investiti 6 miliardi di euro per riformare le politiche attive del mercato del lavoro. Il Piano prevede un Programma per l’accusabilità e le competenze, destinato alla formazione e alla riqualificazione di coloro che devono cambiare lavoro o che sono alla ricerca di una prima occupazione, seguendo l’esempio del Programma europeo di garanzia per i giovani” ha spiegato il premier.

“4,6 miliardi di euro sono destinati ad accrescere il numero di asili nido e di scuole materne, alleviando il carico delle madri lavoratrici. Sono previste anche misure di lotta alla povertà infantile”, ha ricordato Draghi. “L’Italia sostiene il di proposta della Commissione europea di Garanzia europea per l’infanzia, nonché i principi contenuti nell’agenda relativi all’assistenza di lungo termine e alle pari opportunità di genere”.

Il programma Sure per lavoro diventi strutturale

“Assicuriamoci che il programma Sure di sostegno all’occupazione rimanga al suo posto”, diventando strutturale. Draghi auspica poi che non si riducano “troppo presto gli stimoli di bilancio”. 

Oltre 14 miliardi per infrastrutture al Sud

Nel Pnrr “oltre 14 miliardi di euro sono previsti per le infrastrutture di trasporto al Sud, per aumentare la produttività e l’accesso al mercato per imprese e lavoratori”. 

Von der Leyen: “Tutto deve cambiare”

“Il mondo sta cambiando e anche noi dobbiamo cambiare. Come ha detto il celebre Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo: tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante il suo discorso introduttivo del Summit sociale di Porto.

“Dobbiamo agire sul cambiamento climatico e voglia che l’Europa sia all’avanguardia nella transizione digitale, ma anche dare vita alla promessa sociale dell’Europa e questo ci ha portato oggi a Porto”, ha aggiunto.

“Ora arriva un secondo passo importante, il Recovery: l’Europa fornirà un grande pacchetto di 750 miliardi di Next Generation Eu, ma dobbiamo assicurarci che l’aspetto sociale sia prioritario” ha detto ancora von der Leyen. “Sono certa che questo summit dimostrerà che l’Ue saprà rispondere adeguatamente”.

“La pandemia e l’incertezza non sono finite- ha continuato la presidente-. La ripresa è ancora a una fase iniziale. Con la nostra economia sociale di mercato possiamo dare certezza alle persone ora che ne hanno più bisogno. Ora abbiamo tutti una grande responsabilità, tutti abbiamo un ruolo per la ripresa dalla pandemia”. 

Sassoli: “Lavorare uniti per il salario minimo europeo”

“Sarà essenziale lavorare uniti per definire un quadro comune per un salario minimo europeo, come battaglia identitaria del nostro continente che ha alle spalle una storia di lotte per i diritti e che ha ancora sistemi di welfare pubblici che devono essere rilanciati e non smantellati nel cuore di questa crisi”. Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, nel suo intervento di apertura.

“L’Unione europea – ha sottolineato – deve ora cogliere l’opportunità di promuovere una società equa e giusta, sostenendo l’inclusione sociale e combattendo la povertà, e dove ogni cittadino possa vivere una vita dignitosa. In questo senso, la Garanzia europea per l’infanzia è uno strumento essenziale per ridurre le disuguaglianze fin dalla giovane età e dare ad ogni bambino in Europa l’opportunità di svilupparsi e crescere in un ambiente sano e dignitoso”. 

“Ugualmente importante – ha aggiunto – è fare in modo che la ripresa sia l’occasione di ritrovato protagonismo delle donne e delle ragazze nel mondo del lavoro e dell’istruzione e di un passo decisivo verso l’uguaglianza di genere, cominciando dalla parità salariale”.

“Questa crisi – secondo Sassoli – ci ha ricordato infatti il valore dei sistemi di welfare pubblico, lo ha insegnato anche ad altri che hanno tradizionalmente e storicamente avuto un approccio privatistico ai servizi alla persona. Guardate il cambio di passo senza precedenti che ha compiuto il Presidente Biden nel varare un intervento di stimolo pubblico di quasi due trilioni di dollari, che mette al centro l’azione pubblica a sostegno delle famiglie più deboli e dell’infanzia.

È giunto il momento quindi di fare il punto sulle lezioni apprese dalla pandemia e di costruire società resilienti e prospere nel futuro. Il Parlamento ritiene che abbiamo la legislazione, abbiamo i mezzi finanziari, necessitiamo solo della genuina volontà politica e dell’impegno di tutte le autorità responsabili per trasformare i diritti sociali in una realtà per ogni singola persona nell’Ue”. 

Dombrovskis: passare da tutela posti lavoro a politiche attive

Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis è intervenuto per sollecitare i governi a passare “gradualmente” con la ripresa economica dalla difesa dei posti di lavoro esistenti a politiche del lavoro attive per accompagnare le transizioni verde e digitale. Che significa cambiare posto di lavoro, piuttosto che difendere quello che c’è.

Secondo Dombrovskis “le trasformazioni delle nostre economie avranno successo solo se saranno socialmente accettabili, bisognerà mettere enfasi sul ridurre le disuguaglianze di redditi e proteggere e aggiustare il nostro mercato, adattandolo alla realtà”.

“Quando saremo fuori dalla crisi – ha detto durante un panel del Porto Social Summit – dovremo muoversi gradualmente dalle misure che proteggono i posti di lavoro verso politiche attive, per accompagnare le transizioni green e digitale”.

Macron: anglosassoni smettano di bloccare export vaccini e componenti

Il presidente francese ha invitato “gli anglosassoni” a smettere di “bloccare” le esportazioni di vaccini e degli ingredienti necessari per produrli, il che rafforzerebbe la “solidarietà” globale dei vaccini.

Parlando al vertice, Macron ha detto: “Perché il vaccino circoli non dobbiamo bloccare gli ingredienti e le dosi”, tuttavia “attualmente gli anglosassoni bloccano molti di questi ingredienti e vaccini. Oggi, il 100% dei vaccini prodotti negli Stati Uniti d’America va al mercato americano”, ha affermato.

Quanto alla Ue, ‘siamo i piu’ generosi al mondo oggi nel campo dei Paesi sviluppati.

Il nodo brevetti

A margine dei lavori in agenda, è il tema dei brevetti sui vaccini a tenere banco nella discussione tra i leader. Sono stati proprio questi ultimi ad agitare qualche governo a ridosso dell’inizio del vertice.

L’annuncio del presidente Usa, Joe Biden, di sospendere i brevetti sui vaccini anti-Covid per aumentarne la produzione a favore dei Paesi poveri, è stato salutato come una svolta epocale dall’Oms, la Francia e l’Italia l’hanno sostenuta, al pari della Russia, mentre l’Ue si è detta pronta a discuterne, ma dalla Germania è arrivata la frenata della cancelliera, per la quale creerebbe “gravi complicazioni”.

Era scontata l’opposizione da parte delle case farmaceutiche che producono i vaccini, i cui titoli sono stati penalizzati in Borsa dal dibattito, e che hanno trovato un forte alleato in Merkel. “Il fattore limitante per quanto riguarda la realizzazione dei sieri sono le capacità produttive e gli alti standard qualitativi richiesti, non i brevetti”, ha affermato una portavoce del governo tedesco.

A peggiorare il clima, un articolo del quotidiano tedesco, Die Welt, nel quale si sostiene che la Francia abbia intenzione di fare ostruzionismo sull’acquisizione di 1,8 miliardi di dosi Pfizer da parte dell’Unione. Subito la precisazione di Parigi: “Contrariamente a quanto si dice, la Francia ha ufficialmente confermato il proprio sostegno al contratto BioNTech-Pfizer.

È sorprendente che siamo criticati per aver posto domande di buon senso sulle sfide per la salute che dobbiamo affrontare” ha detto la ministra francese per l’Industria, Agnès Pannier-Runacher. “Le prime dosi di richiamo sono già state assicurate, stiamo parlando di garantire le dosi del secondo e terzo richiamo nel 2022 e 2023 (di cui non sappiamo ad oggi se avremo bisogno)” ha concluso.

Francia, Spagna, Svezia, Belgio e Danimarca chiedono un “sistema Ue di distribuzione dei vaccini”

I leader di Spagna, Francia, Danimarca, Svezia e Belgio chiedono alla presidente della Commissione Ursula von der Leyden l’introduzione di un sistema unico europeo per la distribuzione dei vaccini in tutto il mondo. I governi di questi Paesi esortano i loro partner in Europa ad accelerare l’impegno per creare un meccanismo europeo che condivida dosi di vaccini contro il Covid-19 con tutti i paesi del mondo, in particolare con i più poveri, e che l’Ue riaffermi il suo ruolo di “leadership” globale nella lotta contro la pandemia.

La lettera è stata indirizzata anche al primo ministro del Portogallo, António Costa, presidente di turno dell’Ue e distribuita poco prima dell’inizio del vertice. Polonia e Ungheria cancellano “parità di genere” da testo summit Polonia e Ungheria si sono opposte all’uso dell’espressione “parità di genere” nella dichiarazione che i leader dell’Ue adotteranno domani al vertice informale di Porto, ottenendo una modifica. Il testo in inglese, negoziato dai 27 Stati membri dell’Unione, inizialmente faceva riferimento alla promozione della “parità di genere”. Ma nella sua versione finale, datata oggi, i leader si impegnano a promuovere l’uguaglianza “per ogni individuo”. Il termine “genere” è ancora utilizzato, ma in riferimento alle “disparità tra i sessi”, ad esempio in termini di occupazione o di stipendio.

“La Polonia sottolinea sempre quanto sia importante la chiarezza giuridica. Dobbiamo attenerci alle disposizioni del trattato. Il trattato Ue fa un riferimento molto chiaro non all’uguaglianza di genere, ma all’uguaglianza tra donne e uomini”, ha spiegato un funzionario polacco ad Afp.

Secondo fonti europee, l’opposizione del governo conservatore nazionalista polacco di Mateusz Morawiecki e quella del sovranista ungherese, Viktor Orban, si spiega con il fatto che la menzione “parità di genere” crea secondo loro “uno spazio per i diritti Lbgt, a cui sono fermamente contrari”. E sembra che Polonia e Ungheria abbiano avuto la stessa posizione anche con testi durante la presidenza tedesca.

Draghi interviene nel panel sul tema ‘Investimenti e lavoro’

Al centro della discussione, il nuovo obiettivo dell’Ue sul lavoro: raggiungere almeno il 78% del tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni entro il 2030. La discussione, sottolineano fonti italiane, si concentrerà sulle politiche necessarie per creare una ripresa del mercato del lavoro sostenibile e inclusiva che consenta all’Ue di raggiungere questo obiettivo entro il 2030, sulle iniziative da promuovere per la creazione di posti di lavoro di qualità sia a livello Ue che a livello nazionale, e sulle misure che i 27 Stati membri stanno pianificando per il raggiungimento dell’obiettivo principale dell’occupazione.Al di là dell’agenda del Summit, l’incontro (il primo in presenza dopo molti mesi) sarà l’occasione per un confronto sul tema dei brevetti sui vaccini, posto al centro dell’attenzione dal presidente americano Joe Biden.

Draghi, ieri, ha preso posizione a favore della proposta dell’amministrazione americana. “I vaccini – ha detto – sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali”.

Anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen si è detta disponibile a “discutere” della proposta, ma in Europa non tutti gli Stati membri sono d’accordo. In particolare pesa l’opposizione della cancelliera tedesca Angela Merkel, che a Porto non è arrivata (a causa dei problemi legati alla pandemia in Germania) ma che parteciperà in collegamento.

Ripresa economica e sviluppo sostenibile

A Porto l’Europa comunque prova a ripartire, a superare anche la seconda ondata del coronavirus e il vertice serve a fare il punto sulla ripresa che dovrà essere equa e sostenibile, anche grazie al ‘Recovery Fund’. I fari saranno puntati proprio sul premier italiano che interverrà in una sessione dedicata allo sviluppo sostenibile e al lavoro. Il Consiglio europeo informale segue quello che si è tenuto a Goteborg nel 2017, prevede due sessioni plenarie e tre panel tematici paralleli a cui partecipano sia i leader Ue sia esponenti del mondo sindacale e imprenditoriale, rappresentanti dei territori.

Draghi interviene sul tema dello sviluppo e del lavoro.Tra i temi in discussione anche le relazioni esterne e la preparazione al Vertice Ue-India. La prima sessione di lavoro a cui partecipa il premier è dedicata al nuovo obiettivo dell’Ue sul Lavoro: raggiungere almeno il 78% del tasso di occupazione della popolazione di età compresa tra 20 e 64 anni entro il 2030.

L’obiettivo rientra nell’ambito del Piano d’azione del Pilastro europeo dei diritti sociali. La discussione si concentrerà sulle politiche necessarie per creare una ripresa del mercato del lavoro sostenibile e inclusiva che consenta all’Ue di raggiungere questo obiettivo entro il 2030, sulle iniziative da promuovere per la creazione di posti di lavoro di qualità sia a livello Ue che a livello nazionale, e sulle misure che i 27 Stati Membri stanno pianificando per il raggiungimento dell’obiettivo principale dell’occupazione.


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