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Chi era Victor Hugo, il padre del romanzo “Notre Dame de Paris”

Distante dalla narrativa tradizionale che racconta i drammi della "dolce vita" parigina, i suoi personaggi, possiedono una forza che li fa vivere di vita propria rendendoli immortali

Interprete delle voci degli umili e delle infinite sfumature dell’animo umano, Victor Hugo è considerato il maestro della scuola romantica francese. I suoi romanzi sono opere corali che investono tutti gli aspetti delle nostre emozioni. Distante dalla narrativa tradizionale che racconta i drammi della “dolce vita” parigina, i suoi personaggi, possiedono una forza che li fa vivere di vita propria rendendoli immortali.

Victor Hugo, il celebre scrittore di “Notre Dame de Paris”

Nato a Besançon nel 1802, Victor Hugo si stanzia con la famiglia a Parigi sette anni dopo, e a scuola si dimostra un allievo brillante. La sua vocazione poetica si rivela molto presto: in uno quaderno scolastico scrive “Voglio essere Chateaubriand o niente”.


Victor Hugo


Nel 1822 si sposa con Adèle Foucher con cui avrà quattro figli. Nel 1824 pubblica la sua prima raccolta di Odi, poi Odi e ballate due anni dopo. Il suo nome è già famoso e il giovane romantico scrive nel 1827 la famosa prefazione di Cromwell, definendosi come il nuovo capo del romanticismo.

Le opere di Victor Hugo

A partire dal 1830 la gloria di Hugo non smette di crescere. La sua attività letteraria è florida. Scrive:

  • per il teatro (Hernani, 1830, Ruy-Blas, 1838);
  • un romanzo (Notre-Dame de Paris, 1831);
  • delle raccolte liriche (Le foglie d’autunno, 1830, I Canti del crepuscolo, 1835, Le Voci interiori, 1837, I Raggi e le Ombre, 1840);
  • numerosi articoli di critica.

Il suo salotto letterario in via Notre-Dame-des-champs è sempre pieno. Incontra nel 1833 una giovane attrice, Juliette Drouet, con cui inizia una relazione che durerà tutta la sua vita. Nel 1841 Hugo è eletto all’Académie française.

L’allontanamento dalla letteratura

Due eventi allontanano Victor Hugo dalla letteratura:

  • il fiasco del dramma I Burgravi; rinuncia definitivamente al teatro nel 1843;
  • la morte accidentale della sua figlia Léopoldine, annegata nella Senna. Nel 1856 pubblica Le Contemplazioni, raccolta dei poemi ispirati dalla figlia.

figlia


L’allontanamento dalla letteratura lo spinge verso la carriera politica: diventa il sindaco dell’ “VIII arrondissement” e successivamente viene eletto deputato di Parigi all’Assemblea costituente. Crea anche un giornale, L’Evento, favorevole alla candidatura di Napoleone Bonaparte alla presidenza della Repubblica. Ma dopo le elezioni del 1848, Hugo si rende conto delle reali ambizioni del presidente ed il pericolo di una svolta in senso autoritaria. Il colpo di stato del 2 dicembre 1851 fa perdere ogni speranza ad Hugo il quale, espulso con un decreto, deve fuggire all’estero.

La fuga all’estero e le opere

Dal 1851 al 1870, Victor Hugo vivrà all’estero, il suo esilio durerà quanto il secondo Impero. Si rifugia con la famiglia e Juliette nelle isole inglesi del Jersey e più tardi di Guernesey. In questo periodo lavora molto e soprattutto scrive contro colui che chiama “l’usurpatore”.

Le opere di questo periodo sono:

  • La Storia di un delitto, racconto del colpo di Stato organizzato da Luigi Napoleone contro la libertà repubblicana;
  • un pamphlet contro “Napoleone il piccolo” denunciano Napoleone III;
  • I Castighi, pubblicati a Bruxelles nel 1853 sono ancora più violenti. Il poeta grida la sua indignazione e la sua rivolta

L’esilio esalta il suo genio epico, compone:

  • La Legenda dei secoli (1859), l’epopea dell’Umanità;
  • I Miserabili, lungo romanzo che svela, dietro il racconto, un’intenzione sociale: la difesa degli umili, vittimi dell’ordine sociale;
  • Le Canzoni delle strade e dei boschi (1865), raccolta poetica in cui Hugo lascia andare la sua fantasia opponendo la giovinezza alla vecchiaia, l’ombra e la luce.

Hugo è sempre più famoso in Francia e in tutto il mondo, riceve lettere con l’indirizzo “Victor Hugo, Oceano” che arrivano sempre a destinazione nella sua dimora. L’esilio ha ridato ispirazione al poeta.

Il ritorno in Francia e la morte di Hugo

Victor Hugo torna in Francia dopo la caduta dell’Impero, il giorno dopo la proclamazione della repubblica nel settembre 1870, e in patria riceve un’accoglienza trionfale. Ha ancora una sua influenza politica ed infatti viene eletto deputato. La delusione per la sconfitta nel 1872 lo allontana da questo mondo e torna alla letteratura. Finisce La Leggenda dei secoli, scrive Novantatré (1874) e L’Arte di essere nonno (1877).


hugo


Nel 1881 Parigi celebra ufficialmente i suoi 80 anni. La sua morte nel 1885 fu un’apoteosi: la sua salma fu esposta per una notte sotto l’Arco di Trionfo e un’immensa folla lo condusse fino al Pantheon.

Caratteristiche e temi dell’opera di Hugo

Dotato di una creatività eccezionale, Hugo ha trasformato tutti i generi dalla poesia al teatro ai romanzi, rivoluzionando la letteratura.

Victor Hugo ha usato tutte le forme, tutti i temi e tutti i registri della poesia. Si ritrova in particolare tutti i grandi temi romantici:

  • il gusto per il pittoresco e l’esotismo;
  • l’espressione dei sentimenti personali: riflessione autobiografica, dolce malinconia, amarezza di fronte alla vita;
  • il tema della natura è presente in ogni opera;
  • la concezione del popolo in marcia verso la luce.

In realtà, Hugo eccelle in due grandi generi poetici: uno in cui esprime il suo lirismo e nell’altro la potenza di una visione epica. La sua opera è estremamente ricca:

Odi (1822), Odi e ballate (1826) e Le Orientali (1829) sono opere della giovinezza di grande virtuosità tecnica. Testimoniano del piacere di scrivere bei versi e dipingere quadri suggestivi, tinti d’esotismo.


morte


Con I castighi (1853), rinnova la poesia satirica. Più di 6000 versi sono animati da un sentimento di vendetta. Victor Hugo fustiga il colpo di stato di Napoleone Bonaparte chiamato Napoleone il piccolo. Denuncia, variando i toni, dall’ironia all’accusazione passionale o patetica, gli scavalcamenti del regime autoritario.

La sua ispirazione non smette di approfondirsi fino al lirismo delle Contemplazioni (1856). Cantando le sue emozioni più singolari, il poeta esprime le gioie e i dolori di ciascuno.

I migliaia di versi della Leggenda dei secoli (1859-1883) fanno sentire le voci dell’epopea dimenticate fin da Théodore Agrippa d’Aubigné. Non scrive soltanto un lungo poema narrativo ma più “piccole epopee” dagli soggetti mutuati da tutte le storie e mitologie.

Il teatro di Hugo: temi e caratteristiche

Nei sui drammi che hanno imposto il romanticismo nel teatro, Hernani, Lucrezia Borgia, Ruy Blas, Victor Hugo moltiplica i colpi di scena, gli scontri violenti, i finali patetici. Rifiutando le costrizioni delle unità di luogo e di tempo, ignorando la verosimiglianza, il poeta crea ambienti dall’intensità da incubo: esseri appassionati vengono schiacciati da forze insuperabili che non comprendono. L’affresco storico prende una dimensione epica che annuncia l’arrivo del teatro moderno.

Il genere romantico

I romanzi di Hugo Notre-Dame de Paris, I Miserabili, Novantatré, hanno raggiunto un grande pubblico e sono ancora oggi una fonte di ispirazione per il mondo del cinema e della musica. Il romanziere usa le convenzioni del genere romantico, coincidenze, personaggi idealizzati, per comporre affreschi complessi in cui si interroga sulle forze all’opera nella storia umana. Se non usa le regole della letteratura realista, è per denunciare meglio gli aspetti più scandalosi della realtà sociale e politica.

Notre-Dame de Paris l’opera rappresentativa del romanticismo

Notre-Dame de Paris è l’opera più rappresentativa della narrativa romantica. In quest’opera lo scrittore trasfonde nella cornice storica e nella rievocazione del passato la sua immensa passione e la sua straordinaia poesia, allontanandosi cosi dall’ elegante distacco di Walter Scott.


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In ogni personaggio del monumentale affresco si rispecchia il tormento e il dolore dello scrittore che, ancora giovanissimo, ha già conosciuto la crudeltà della morte che gli stacca il suo primogenito di pochi mesi. La figura di Esmeralda sembra richiamare Juliette Drouet, la ragazza che, quando la moglie di Hugo comincia a ad allontanarsi dal marito, ne prende discretamente il posto ed accompagna amorevolmente lo scrittore per tutto il resto della sua vita.


Cattedrale-di-Notre-Dame


Notre Dame de Paris non affronta solo le tematiche dell’amore e del dolore; si può infatti considerare un grande affresco storico della Parigi di Luigi XI, non molto cambiata da quella di oggi. Una Parigi contradditoria, come tutte le grandi città, e che nella bellissima cattedrale di Notre Dame, vera protagonista del romanzo, riassume l’arte e il cuore del Medievo ed è pronta a sfidare il tempo e la stupidità di quei piccoli uomini moderni che osano toccare i monumenti gotici.

Contro la pena di morte e le ingiustizie

Nelle sue prefazioni in cui esprime con forza la sua concezione della letteratura e della storia, nei discorsi politici, volantini, saggi Victor Hugo non smette di combattere contro la pena di morte, contro le ingiustizie della giustizia umana per difendere coloro che crede che siano ingiustamente perseguitati. Le sue opere più polemiche sono all’unisono delle sue opere più letterarie: la stessa esigenza anima tutti i suoi scritti.

Lotte e pensiero di Victor Hugo

Victor Hugo ha sempre concepito la forza creatrice, che sia espressa in versi o in prosa, nel teatro o nei suoi romanzi, come una forza di liberazione. Si è rallegrato per aver:

  • dislocato “questo grande sciocco di alessandrino”;
  • liberato la scena delle costrizioni arbitrarie del teatro;
  • arricchito la lingua letteraria di tutti gli apporti del gergo perché a suo avviso il dovere dello scrittore è di: non chiudersi nelle regole, rifiutare le false gerarchie e ritrovare, trasportato nel linguaggio dell’arte, il movimento proprio della vita.

Lotta letteraria e lotta politica

Questa lotta letteraria non può separarsi dalla lotta politica. Victor Hugo ha sempre rifiutato la teoria dell’arte per l’arte. Disdegnato sia dai parnassiani sia dai realisti, ha sempre affermato che “l’utile, lontano da circoscrivere il sublime, lo ingrandisce”. Essere poeta implica un impegno di tutto il suo essere, una lotta per il progresso che Hugo sa di essere necessario ma difficile.

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