Cronaca

Virus mortali come a Wuhan: sono 59 i super-laboratori | Ecco dove vivono i “mostri”

Virus mortali, nel mondo 59 super laboratori: ecco dove si trovano e quali sono le regole osservate all'interno

In tutto il mondo ci sono quasi 60 laboratori dove vengono studiati virus potenzialmente mortali. Laboratori come quello di Wuhan dal quale – secondo alcuni – si sarebbe diffuso il Covid che da un anno e mezzo a questa parte ha fortemente cambiato la vita di tutti i cittadini del mondo.

Virus mortali, nel mondo ci sono 59 super laboratori

Sono 59 i laboratori in cui si trovano virus potenzialmente pericolosi per il genere umano. Lo spiega un articolo del South China Morning Post intitolato “Dove vivono i mostri”. Un articolo nel quale viene raccontata l’esperienza del dottor Andreas Kurth,  capo del team di ricerca dell’Istituto Robert Koch di Berlino, classificato come BSL-4, livello 4 di biosicurezza, il livello più alto di biocontenimento.

Dove si trovano i super laboratori

Come riportato da Il Mattino, nel mondo, in base allo studio, ce ne sono 59 di questo tipo, già operativi o in costruzione, distribuiti in 23 Paesi. “La maggiore concentrazione, 25 laboratori, si trova in Europa, ovvero in Bielorussia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Italia (al Sacco di Milano e allo Spallanzani di Roma), Svezia, Svizzera, Regno Unito e Federazione Russa. Nel nostro Paese laboratori di questo tipo si trovano all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma e all’Ospedale Sacco di Milano.L’Asia e il Nord America hanno quasi lo stesso numero di laboratori BSL4.

Nel continente asiatico ce ne sono 13, tra Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita, Singapore e Taiwan. Gli Stati Uniti e il Canada ne contano 14. L’Australia ne ha 4. Tre quelli nel continente africano, tra Costa D’Avorio, Gabon e Sudafrica. Il dato forse più allarmante messo in evidenza dal rapporto: almeno 46 dei 59 laboratori di tutto il mondo sono stati costruiti in centri urbani. Gli incidenti, qualora si verificassero, e in passato ne sono accaduti, avrebbero conseguenze molto più gravi in termini di rischi sulla popolazione. Anche perché soltanto 3 dei 23 Paesi considerati hanno adottato politiche nazionali di controllo e supervisione delle ricerche cosiddette dual-use, condotte a scopi civili che possono essere convertite a uso militare” recita l’articolo a firma di Erminia Voccia.

Le regole

Inutile sottolineare quanto siano scrupolose le regole osservate all’interno di questi laboratori. “Il tempo per iniziare a lavorare dipende da quanti piercing ha un ricercatore o una ricercatrice», scherza Kurth. Non sono ammesse neanche le lenti a contatto. Ci si deve spogliare del tutto prima di indossare le tute. Finito il turno, la doccia dura sei minuti, dopodiché ci si sfila l’indumento protettivo.

Poi, un’altra doccia. Le tute vengono decontaminate e riutilizzate. L’aria del laboratorio viene filtrata e completamente cambiata in massimo 10 o 15 minuti. C’è un sistema di filtraggio dell’acqua e uno per lo smaltimento dei rifiuti solidi, compresi i computer in disuso.


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