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Restituito il vitalizio a Formigoni, nonostante la condanna per corruzione

La Commissione contenziosa di Palazzo Madama accoglie il ricorso di Roberto Formigoni e gli restituisce il vitalizio

La Commissione contenziosa di Palazzo Madama accoglie il ricorso di Roberto Formigoni, ex Presidente della Regione Lombardia, e gli restituisce il vitalizio, nonostante la grave condanna per corruzione. La decisione della Commissione annullerebbe la delibera Grasso ed i suoi effetti si estenderebbero erga omnes. Infatti, questo esilarante precedente potrebbe far recuperare il vitalizio anche a Ottaviano Del Turco, altresì privato per essere stato autore di illecite condotte.


Vitalizio a Formigoni nonostante la condanna per corruzione

La Commissione Contenziosa di Palazzo Madama ha accolto il ricorso di Roberto Formigoni contro la sospensione del suo vitalizio, a causa della condanna definitiva di 5 anni e 10 mesi. Lo stesso ex governatore della Regione Lombardia, infatti, si era macchiato di condotte corruttive. La delibera Grasso- Boldrini del 2015 sottraeva la possibilità di percezione del vitalizio per i parlamentari condannati per “gravi reati”. 

Il presidente della Commissione e rappresentante di Forza Italia, Giacomo Caliendo ha affermato: “La decisione tiene conto di sentenze e leggi, che si sono susseguite nel corso degli anni, sul diritto alla pensione. Questo non può essere sospeso, se non in caso di evasione o latitanza. É una interpretazione basata sulle norme vigenti e si applica erga omnes, non riguarda, cioè, il caso singolo”. Della decisione della Commissione potrebbe beneficiare anche l’ex Presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, noto alla cronaca per lo scandalo delle mazzette nel caso della Sanitopoli abruzzese.

Vitalizio a Formigoni reazioni del mondo politico

Roberto Formigoni, condannato per corruzione, tornerà a ricevere un vitalizio di 7mila euro al mese, nonostante la pesante accusa di corruzione, dopo la decisione della Commissione Contenziosa di Palazzo Madama.

La Commissione, composta dal presidente Giacomo Caliendo di Forza Italia, Simone Pillon ed Alessandra Ricciardi della Lega, a cui si aggiungono due giuristi, ha sancito questo particolare precedente, insieme a quello del 2019 del Senato, ovvero quando a Formigoni era stato concesso un assegno mensile di 700€ al mese, perché “privo  di un reddito minimo che assicuri la sua stessa sopravvivenza”.

Roberto Formigoni ha ritenuta giusta la decisione ed ha aggiunto: “Ho fatto bene a fare ricorso perché ho ottenuto una misura di giustizia non solo per me ma per tanti altri cittadini”.

Invece, il M5S ha commentato la vicenda con sgomento: “Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza emessa dalla Commissione Contenziosa del Senato, ma vedere riconosciuto il privilegio del vitalizio a un condannato come Formigoni rimane una vergogna. La delibera votata nel 2015 dal Consiglio di Presidenza, la cosiddetta delibera Grasso, stabilisce che il vitalizio debba essere negato a chi viene condannato in via definitiva per reati gravi. È una misura doverosa che qualsiasi cittadino italiano approverebbe e che anzi per il MoVimento 5 Stelle poteva essere ancora più severa. È sconfortante assistere a questa restaurazione, proprio mentre tutto il Paese affronta una durissima crisi sanitaria, economica e sociale”. Ciò è quanto si apprende in una nota di senatori e senatrici del Movimento.

L’ennesimo schiaffo sul volto di milioni di cittadini italiani

Proprio in questi ultimi giorni, migliaia di manifestanti hanno assediato le strade di Roma, a causa del mancato allentamento delle misure restrittive. Tra questi erano presenti ristoratori, operatori del settore turistico, albergatori, baristi e tante altre categorie, identificati semplicemente come “Partite Iva”.  I manifestanti, insoddisfatti dai ristori/sostegni chiedono di poter riaprire le proprie attività commerciali, mantenendo rigidi protocolli, per evitare di diffondere il virus.

In un momento così delicato, quanto potrebbe incidere la decisione della Commissione Contenziosa sulla fiducia e sul rispetto dei cittadini nelle istituzioni? In un Paese dilaniato dai problemi, soprattutto economici, è giusto corrispondere il vitalizio/ la pensione a chi ha svenduto le proprie funzioni pubbliche, tradendo la fiducia dello Stato e dei cittadini?

Non sarebbe forse ora di dare seguito a quella voce di giustizia, per alcuni versi anche populista? Come può “un padre di famiglia”, con serie difficoltà a portare un piatto in tavola, riporre ancora fiducia nello Stato italiano, a fronte di queste ingiustizie? Queste domande dovrebbero essere rivolte alla classe politica, pronta a disattendere, continuamente, il proprio elettorato. Alcuni leader politici, poi, accentuano il tutto nei vari talk show e nelle diverse interviste. Molti sono quelli contrari a misure di contrasto alla povertà o agli strumenti di sostegno del reddito, disposti dal governo Conte, tra cui il Reddito di Cittadinanza. Bisognerebbe domandar loro cosa ne pensano della decisione della Commissione Contenziosa.

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