Cronaca

Zerocalcare non andrà al Lucca Comics: “Il patrocinio di Israele per me è un problema”

Michele Rech, noto come Zerocalcare non andrà al Lucca Comics a causa del patrocinio di Israele sull’evento. Lo ha annunciato lo stesso fumettista 39enne che ha affidato il suo punto di vista ai social. “Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema”, ha scritto Zerocalcare in merito alla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza dove “sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo”.

Zerocalcare non andrà al Lucca Comics per il patrocinio di Israele

Il fumettista Zerocalcare ha annunciato la sua decisione di non prendere più parte al Lucca Comics in un lungo post pubblicato sui suoi profili social ufficiali: “Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema” scrive il fumettista “senza troppi giri di parole”.

“In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco -il minimo davvero- che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire.” Spiega Michele Rech.

La scelta sofferta di Zerocalcare

Zerocalcare precisa che: “Mi dispiace nei confronti della casa editrice, dei lettori e delle lettrici che hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta, e anche per me stesso, perché Lucca per me è sempre stato un gigantesco accollo ma anche un momento di calore e di incontro.”

“Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire.” scrive il 39enne.

L’esperienza a Gaza

“Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. – prosegue il post del fumettista – Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione. Non riesco nemmeno a dire loro del mio dispiacere di non esserci e di quanto questa cosa mi laceri, se lo paragono all’angoscia che sento nelle loro voci.

“Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese.” Conclude Michele Rech.

La reazione di Salvini

Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini che sul social X ha scritto: “Spiace che per qualcuno il sostegno dell’ambasciata di Israele ad un bellissimo evento culturale sia un problema, a tal punto da annullare la presenza. Io la penso esattamente al contrario, e farò il possibile per essere al Lucca Comics. Evviva l’arte, evviva la libertà”

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