Cronaca

Zona viola Covid: che cos’è, come funziona e che restrizioni prevede la zona viola a cui pensa il Brasile

Il governo dello Stato di San Paolo sta prendendo in considerazione la possibilità di introdurre una fase viola per impedire il diffondersi della pandemia da Covid-19

In Brasile si pensa ad una nuova zona per contrastare la diffusione del Covid: si tratta della zona viola. Ecco di cosa si tratta e che restrizioni prevede. Il governo dello Stato di San Paolo sta prendendo in considerazione la possibilità di introdurre una fase viola per impedire il diffondersi della pandemia da Covid-19. La nuova fase prevederebbe delle restrizioni più rigide di quelle che sono previste per la rossa. Nei mesi scorsi anche in Italia si era parlato della possibilità di introdurla, soprattutto in un momento delicato come quello del Natale.

La fase viola in Brasile

Stando a quanto riporta l’agenzia Dire, la fase “viola” potrebbe entrare in vigore nei prossimi giorni. Secondo l’emittente radiofonica Cbn, la nuova fase potrebbe entrare in vigore massimo nella giornata di sabato.

In Brasile i decessi per il Covid nelle ultime 24 ore sono stati 2280. Il ministero della Sanità rivela che ci sarebbero oltre 79mila i nuovi casi, per un totale di malati che ha superato gli 11 milioni. Dati impressionanti che fanno supporre che il Paese abbia raggiunto il picco della curva.

Che cos’è la fase viola

Quindi che cosa prevede la fase viola, e che differenza c’è con la zona rossa usata fino a questo momento in Italia? La fase viola degli orari ancora più ridotti anche per le attività essenziali che restano aperte, intese quindi come gli alimentari, farmacie e benzinai.

Stop a sport e eventi religiosi, e didattica in presenza. In Brasile prevede anche la costruzione di ospedali da campo.

Anche la California usa un sistema a 4 livelli di diffusione del Covid-19: giallo, arancione, rosso e viola. Ad oggi, dopo un anno di pandemia, la situazione della zona viola non è la stessa che era prevista allo scoppiare del virus: prima quasi tutte le attività non essenziali dovevano chiudere nel livello viola, ad oggi invece possono restare aperte ma riducendo la capienza, di solito al 25%, nei posti al chiuso.

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La zona viola in Italia

Era il 16 dicembre 2020 quando anche in Italia si parlava della possibilità di introdurre una zona viola. In quei giorni la più grande preoccupazione era il Natale e la possibilità che le feste facessero impennare i dati sui contagi.

Giovanni Toti, presidente della regioni Liguria, ne aveva parlato dicendosi a favore: “Dove c’è assoluto bisogno io sono per fare anche la zona viola, non solo la zona rossa. Ci mancherebbe, dobbiamo preservare la salute dei cittadini. Ma dove invece è possibile allentare non vedo perché si debba fare questa ulteriore stretta di Natale“, aveva spiegato a Radio Capital. Sappiamo poi come è andata: le misure per l’Italia hanno preso in considerazione solo la zona rossa come massimo contenimento della pandemia.

Negli scorsi giorni, a riparlare di zona viola, è stato il sindaco di Pergine-Valsugana Roberto Oss Emer deciso a mettere un freno ai cittadini che non rispettano le norme. Il Dolomiti riporta le sue parole: La battaglia contro questi irresponsabili è estremamente difficile per questo, purtroppo, soprattutto per i tanti cittadini e titolari di attività rispettosi e responsabili, ritengo che meriteremmo veramente non solo la zona rossa ma viola scuro ed una sorta di coprifuoco.  E credo che ad un livello superiore lo si stia già pensando“.


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Francesco Piccolo

Giornalista professionista, direttore del network L'Occhio che comprende le redazioni di Salerno, Napoli, Benevento, Caserta ed Avellino. Direttore anche di TuttoCalcioNews e di Occhio alla Sicurezza.

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