Economia

Reddito di cittadinanza, la proposta dell’Inps: “Ridurre l’assegno per darlo a più famiglie”

L'Inps invita il legislatore a valutare una possibile riforma del reddito di cittadinanza. L'idea è quella di estendere la platea dei beneficiari

L’Inps invita il legislatore a valutare una possibile riforma del reddito di cittadinanza. L’idea è quella di estendere la platea dei beneficiari, allentando per esempio i requisiti patrimoniali. Per farlo, però, potrebbe essere necessario ridurre l’importo base. Vediamo insieme quali sono le proposte presentate.

Reddito di Cittadinanza: le nuove proposte dell’Inps

Nell’anno in cui il Rdc si è rilevato uno strumento fondamentale per sostenere tante famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, l’Inps ha individuato alcuni elementi di questa misura che possono essere migliorati.

Si parla di un progetto di riforma: è necessario allentare, secondo l’Istituto, i requisiti patrimoniali, in modo da raggiungere chi ne ha più bisogno.

Le proposte dell’Inps

Per aumentare i beneficiari potrebbe essere necessario ridurre l’importo. Questo per poter compensare in termini di costo l’allargamento della platea.

Non solo: ridurre l’importo potrebbe servire a rendere meno disincentivante la ricerca di un lavoro. Ancora, si pensa a un pieno computo del reddito da patrimonio, comprendendo l’abitazione di proprietà. Altra idea è quella di modificare la scala di equivalenza, rendendola più generosa per i nuclei con più figli a carico.

Altra opzione al tavolo e proposta dall’Inps è quella di allentare i requisiti sugli anni di residenza necessari per accedere per gli extracomunitari.

L’Inps scrive che bisogna puntare alla “semplificazione dei requisiti e ad un possibile allargamento della platea dei potenziali beneficiari, così come è stato sperimentato con il Reddito di emergenza durante il periodo emergenziale. Nel ridisegno del RdC, e compatibilmente con le risorse disponibili, occorrerà anche affrontare la redistribuzione delle erogazioni in riferimento alla numerosità familiare.

Tuttavia, questo intervento non potrà prescindere dalla possibile riforma dell’assegno unico, per evitare di ricreare altre sperequazioni tra nuclei familiari bisognosi di sostegno. Con l’insieme di queste correzioni si potrebbe superare (o attenuare) la gran parte dei limiti dell’attuale intervento”.

 

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