L’appello dell’infermiere: “Ai giovani che fanno finta di niente dico: venite con me in Rianimazione”
Un infermiere del Cotugno di Napoli parla dell’emergenza coronavirus e di come viene vissuta nei reparti d’ospedale. In una intervista al Mattino, Raffaele Garzia ha raccontato la sua esperienza nel reparto di Rianimazione del nosocomio napoletano.
Infermiere del Cotugno di Napoli: il messaggio ai giovani
“Credo sia cambiato poco come virus da marzo a oggi, semmai è mutato l’approccio terapeutico ma persistono alcuni casi gravi. Tutto questo determina una minore mortalità ma personalmente lo temo ancora. Ho visto troppi morti, troppo dolore e la paura aiuta a rispettare le norme di prevenzione. I giovani, che sembrano ignorare questa epidemia, se stessero un giorno in rianimazione non trascurerebbero un semplice gesto come indossare la mascherina.
Ho vissuto in prima linea la lotta contro Covid-19 e toccato con mano il Coronavirus e le sue conseguenze. Ciò che non si conosce incute ancora più timore e aver vissuto quell’inferno mi ha aiutato a comprendere meglio ciò che avevamo di fronte nei mesi scorsi. Oggi guardo con rispetto e prudenza al nuovo profilo epidemiologico”.
L’appello
“Ai giovani innanzitutto, che rappresentano il maggior serbatoio dei contagiati ma hanno affrontato questa estate come se nulla fosse accaduto e senza prendere nessuna precauzione, anzi reagendo con fastidio alle raccomandazioni e ai tempi dei tamponi necessari nella fase dei rientri. Per non parlare dell’insofferenza dei contatti di chi è risultato positivo portato a considerare la quarantena frutto di chissà quale perversa macchinazione.
C’è chi continua a fare paragoni con l’influenza stagionale. I giovani hanno un ottimo sistema immunitario e uno stato di salute perfetto tuttavia da asintomatici sono il principale veicolo di questo virus e possono contagiare persone care a loro vicine, parenti e amici anziani, immunodepressi”.
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