Cronaca

Afghanistan, decapitata la pallavolista Hakimi: punita dai talebani

Afghanistan, decapitata la pallavolista Mahjabin Hakimi: perseguitata e punita dai talebani perché praticava sport

La pallavolista Mahjabin Hakimi è stata decapitata ad Afghanistan. La donna era hazara, etnia sciita e di origine cinese perseguitata dagli studenti coranici. La famiglia e le compagne di squadra sono state costrette al silenzio sulla vicenda.

Afghanistan, decapitata la pallavolista Hakimi: punita dai talebani

Che i talebani abbiano preso di mira le donne mostratesi in pubblico senza hijab, è notizia nota. Altrettanto conosciuto è il ruolo che gli studenti coranici attribuiscono al genere femminile: vita domestica, possibilità di uscite accompagnate da partenti stretti e nessuna velleità lavorativa. Se alla vicenda di Mahjabin Hakimi si aggiunge che la giovane era di etnia hazara, si completa la fotografia della violenza sulla pallavolista.

Chi era Mahjabin Hakimi

Hakimi era membro della Nazionale afghana di pallavolo, è stata decapitata dai nuovi padroni del Paese. Un suo allenatore, sotto falso nome, ha raccontato la decapitazione dell’atleta, mentre i parenti di lei hanno mantenuto il riserbo poiché i talebani avevano minacciato ritorsioni su tutto il nucleo famigliare. A livello locale, sono state diffuse fotografie del cadavere con la testa mozzata, tutto per tenere lontane dallo sport le donne. Non solo, la pallavolista aveva anche prestato servizio come militare, condizione inaccettabile per gli studenti coranici. Hakimi aveva cercato di fuggire dall’Afghanistan dopo la caduta di Kabul, ma senza successo: solo due pallavoliste della nazionale sono riuscite a scappare prima che i talebani entrassero nello scalo aereo.

 

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