Cronaca

Alessandro Borghese chiude i ristoranti per Natale: “Si passa con la famiglia”

"Così la mia brigata potrà trascorrere il Natale con la famiglia"

Restano chiusi Natale ristoranti di Alessandro Borghese. Il popolare chef, nelle scorse ore, ha annunciato la sua decisione come riportato da Fanpage, spiegando: “I giorni di Natale i miei ristoranti resteranno chiusi”.

Alessandro Borghese, i suoi ristoranti chiusi a Natale

Così la mia brigata potrà trascorrere il Natale con la famiglia“. Le serrande resteranno quindi abbassate anche per il noto ristorante di viale Belisario, a Milano. “Mi fa piacere che la mia brigata possa tornare dai parenti: io sono per il Natale a casa”, ha invece detto a La Stampa lo chef. “Milano e Venezia sono due città frenetiche, lavoriamo tutto l’anno con orari improponibili quindi almeno per le feste è giusto che tornino dai loro cari”.

Lavoro non pagato, polemica per le parole di Alessandro Borghese

Nei mesi scorsi, Alessandro Borghese è finito al centro di una polemica mediatica dopo aver parlato della difficoltà di reperire personale di cucina. Secondo il volto di “Quattro Ristoranti”, fioccano le proposte di impiego ma in pochi, o nessuno, risponde agli annunci con un cambiamento rispetto a ciò che capitava fino a pochi anni fa. “Ricevevamo fino a trenta curriculum al mese. Ora sì e no uno. Il penultimo lo scorso 26 febbraio, l’ultimo il 27 marzo“, rivela Giancarlo Perbellini, patron di Casa Perbellini a Verona, due stelle Michelin, a Cook del Corriere della Sera, che dedica al problema un lungo articolo.

Tra le tante testimonianze raccolte, c’è anche quella di Alessandro Borghese, che si lascia andare ad alcune dichiarazioni che in poche ore hanno creato molte polemiche sui social. Lo chef racconta ciò che gli è capitato lo scorso weekend, quando quattro ragazzi della sua brigata hanno dato forfait all’ultimo minuto e non c’era nessuno disposto a sostituirli. “Così a cucinare siamo rimasti io e il mio braccio destro: 45 anni io, 47 lui”.

Borghese sottolinea di essere alla perenne ricerca di collaboratori ma di faticare a trovare nuovi profili da inserire: i ristoranti sono tornati a lavorare ma manca il personale. Secondo lo chef, la pandemia ha cambiato le cose, i ragazzi hanno capito che stare in cucina non è come stare sul set di un programma tv e secondo lui l’altro problema è che peccano di devozione al lavoro e di umiltà.

La critica di Borghese

“Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato. E la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito“, osserva. Poi lo chef, figlio dell’attrice Barbara Bouchet e dell’imprenditore napoletano Luigi Borghese, aggiunge una considerazione che ha innescato feroci critiche, soprattutto su Twitter: “Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati. Io prestavo servizio sulle navi da crociera con “soli” vitto e alloggio riconosciuti. Stop. Mi andava bene così: l’opportunità valeva lo stipendio. Oggi ci sono ragazzetti senza arte ne parte che di investire su se stessi non hanno la benché minima intenzione. Manca la devozione al lavoro, manca l’attaccamento alla maglia”.

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