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Il 13 marzo 1959 nasce Alfonso Pecoraro Scanio: noto politico italiano

Percorriamo insieme la carriera politica e la vita di Alfonso Pecoraro Scanio: politico e avvocato italiano

Alfonso Pecoraro Scanio è un politico e avvocato italiano. È stato presidente nazionale della Federazione dei Verdi dal 2 dicembre 2001 al 19 luglio 2008, Ministro delle politiche agricole e forestali nel governo Amato II e Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare nel governo Prodi II.

13 marzo 1959: nasce Alfonso Pecoraro Scanio, politico italiano

Nato a Salerno il 13 marzo del 1959 è da tempo attivamente impegnato nella battaglia in difesa dell’ambiente, della legalità nella Pubblica Amministrazione e nella tutela e difesa dei consumatori.


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È stato consigliere comunale a Salerno e poi Assessore al Verde, protezione civile e informazione. Consigliere regionale in Campania, consigliere comunale a Napoli e consigliere provinciale e regionale.

Come Membro della Commissione Giustizia della Camera si è impegnato sui temi delle garanzie per i detenuti, della lotta alla malavita organizzata e alla corruzione.

Presidente della Commissione Agricoltura

Eletto Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati è promotore delle indagini conoscitive sulle biotecnologie, sul patrimonio forestale, sulla pesca e acquacoltura e sui mangimi.


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È stato inoltre relatore della legge sull’imprenditoria giovanile, sulla riforma dei consorzi agrari, sulla tutela dell’origine dell’olio di oliva prodotto in Italia: tutte approvate dal Parlamento.

Altre leggi che portano la sua firma sono quelle sulla tutela delle aree a produzione DOP, sui mezzi tecnici in agricoltura biologica e quelle sui traccianti per individuare il latte in polvere negli usi alimentari. Ha avviato come relatore le riforme dell’agriturismo e degli usi civici.

Primo ministro “Verde” alle Politiche agricole e forestali

Dal 26 aprile 2000 al 13 maggio 2001 è stato il primo Ministro Verde al mondo alla guida delle Politiche agricole e forestali. In questa veste ha varato la riforma dell’agricoltura italiana (Legge di Orientamento sull’Agricoltura) e condotto battaglie contro gli OGM (applicando coerentemente il principio di precauzione e bloccando l’ingresso in Italia degli OGM in agricoltura, pur aumentando i fondi per la ricerca in laboratorio e in aree confinate) e per la sicurezza dei cittadini nell’emergenza di mucca pazza.


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Ha fondato l’Osservatorio parlamentare “Qualità Italia” per la tutela dell’agricoltura e dei prodotti di qualità e ha scritto il libro “Il principio di precauzione”.

Ora è componente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e componente della VIII Commissione permanente Ambiente, territorio e lavori pubblici.

Ministro dell’Ambiente del Governo Prodi

E’ stato eletto Presidente dei Verdi all’Assemblea Nazionale di Chianciano il 2 dicembre 2001, con il 74% dei voti validi.


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Nel maggio 2006 è stato nominato Ministro dell’Ambiente da Romano Prodi. Durante il suo dicastero, viene attaccato dal collega Antonio Di Pietro che lo accusa indirettamente di praticare, con i Verdi, ostruzionismo sul programma delle grandi opere.

La crisi dei rifiuti

Nel 2008 viene presentata in Parlamento una mozione di sfiducia nei suoi confronti dalle forze politiche d’opposizione che lo ritengono tra i principali responsabili della emergenza dei rifiuti in Campania. La mozione, che sarebbe stata appoggiata anche da alcuni esponenti della maggioranza, non arriva al voto alla Camera, per la caduta anticipata del governo Prodi.


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Per metterlo al riparo dalle polemiche sul suo coinvolgimento nella crisi dei rifiuti, La Sinistra l’Arcobaleno decide di non ricandidarlo in Campania per le elezioni politiche 2008 e di presentarlo come candidato in Puglia. La lista non supera il quorum richiesto e non elegge alcun deputato.

Nella vicenda dei rifiuti campani è stato sostenuto dal comico Beppe Grillo che, nel suo blog, gli ha dedicato un post intitolato Il Pecoraro Espiatorio, in cui Pecoraro veniva sollevato dalle responsabilità a lui attribuite per indicare altri responsabili.

Accuse di gestione personalistica

Pecoraro Scanio è stato criticato all’interno del partito dei Verdi per la sua gestione definita “personalistica”, in particolare in occasione della candidatura al Senato del fratello Marco Pecoraro Scanio come capolista della lista “Insieme con l’Unione” nel collegio della regione Campania nelle elezioni politiche 2006.



Il fratello Marco, dopo essere diventato senatore, nelle successive elezioni politiche del 2008 ha però rinunciato a ricandidarsi, al fine di non dare corso ad ulteriori polemiche.

Pecoraro Scanio ha sempre risposto duramente ricordando come sia stato, al contrario, il fratello a sostenere i Verdi fin da giovane calciatore professionista.

La candidatura di Marco

Precisa inoltre che a fine carriera furono i verdi marchigiani a chiedere la candidatura a Marco per capitalizzare la sua popolarità dopo 3 campionati eccellenti giocati con l’Ancona calcio.


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Fu, infatti, eletto con i propri voti nelle Marche sia al consiglio comunale di Ancona nel 1997 e sia per due volte (1998 e 2002) al consiglio provinciale di Ancona.

Nel 2004, vista l’esperienza maturata, fu chiamato a guidare l’assessorato provinciale allo sport e qualità della vita di Salerno. Così si spiega, e non in altro modo, come mai venga, nel 2006, indicato sia dai verdi campani che dai verdi marchigiani per la lista del Senato.



E anche grazie alla sua popolarità la lista Verdi-Pdci riesce per poco a raggiungere il quorum nelle Marche e in Campania, territori dov’era noto e apprezzato come calciatore prima e amministratore poi.

Vicende giudiziarie

Un’inchiesta della procura della Repubblica di Potenza lo ha coinvolto quale ministro dell’Ambiente, indagandolo per associazione a delinquere e corruzione per alcuni rapporti ipotizzati dai magistrati con imprenditori legati allo smaltimento dei rifiuti e al titolare di un’agenzia di viaggi specializzata in vacanze di lusso, affitto di yacht e velivoli oltre che nel provvedere anche a organizzazione di servizi di scorta. Gli atti di chiusura dell’indagine sono stati trasmessi per competenza al Tribunale dei ministri.


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Pecoraro Scanio avrebbe usufruito di vari favori a titolo di ricompensa per la concessione di appalti ed incarichi di consulenza: voli privati in elicottero, vacanze verso mete esotiche e soggiorni in un hotel di sette stelle a Milano a spese dell’imprenditore che noleggiava i trasporti in elicottero.

Il terreno a Borghetto

Inoltre, secondo i magistrati, lo stesso imprenditore avrebbe acquistato un terreno per conto del ministro in località Borghetto sul lago di Bolsena e la locazione di un immobile a Roma che sarebbe dovuta diventare la sede di una fondazione riconducibile al ministro.



Pecoraro Scanio ha smentito ogni addebito e la sua difesa si è detta pronta a dimostrare che i viaggi in elicottero privato sono stati effettuati in quanto più economici dei costi degli stessi viaggi compiuti con i mezzi della Forestale.

Assoluzione

È stato assolto dall’accusa di tentata concussione, assieme all’ex assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Diego Tommasi, nell’ambito dell’indagine sulle tangenti che sarebbero state pagate per autorizzare la nascita di alcune centrali elettriche, condotta dal sostituto procuratore Pierpaolo Bruni.



L’inchiesta si basava sulle rivelazioni di Antonio Argentino, procuratore della Crotone Power Development una società con capitale americano, già proprietaria di centrali elettriche in Cina e Stati Uniti, che avrebbe voluto realizzare una centrale a Crotone, sul sito dell’ex Pertusola Sud.

Secondo Argentino, esisteva un sistema di collusioni tra politici, funzionari e imprenditori, di livello locale e nazionale, per accaparrarsi finanziamenti pubblici o per trasformare le autorizzazioni a costruire centrali elettriche in un vero e proprio mercato. Le indagini e la successiva archiviazione disposta dal Tribunale di Crotone hanno confermato la sua completa estraneità ai fatti.

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