Un luogo tanto suggestivo quanto misterioso e intriso di sacralità è l’antro della Sibilla cumana.
In età romana il piano pavimentale venne abbassato fino all’attuale quota e la galleria fu trasformata in un criptoportico di servizio collegato alla terrazza esterna dell’Acropoli. All’età paleocristiana risalgono alcune tombe a cassa in muratura, collocate sul fondo delle cisterne della zona centrale e l’ambiente con arcosolio e banchine di fronte all’uscita laterale. In età post-classica alcuni bracci laterali vennero utilizzati come cava. Numerose sono le ipotesi e le interpretazioni maturate su questo cunicolo o galleria, che dir si voglia, a struttura trapezoidale, di cui non si riesce ad intravedere la fine e stretto al limite della claustrofobia.
L’antro della Sibilla cumana: chi era?
Secondo la prima ipotesi la struttura non era altro che la sede della Sibilla cumana. Infatti, Virgilio, nel celebre poema epico “L’Eneide” in cui fa…