Cronaca

Argentario, ritrovato il corpo dell’uomo morto nello scontro tra un motoscafo e una barca a vela

Le indagini per capire perché non è stata rispettata la precedenza

È stato recuperato il corpo dell’uomo morto nello scontro tra un motoscafo e una barca a vela. Il corpo è stato recuperato nella mattinata di domenica 24 luglio. L’uomo aveva 64 anni ed era un romano.

Ritrovato il corpo dell’uomo morto nello scontro tra un motoscafo e una barca, nell’Argentario

Nel pomeriggio di sabato 23 luglio nelle acque fra l’Argentario e l’isola del Giglio è avvenuto lo scontro fra un motoscafo d’altura di 20 metri e una barca a vela di 10 con sei turisti a bordo, tutti residenti nella Capitale. I sommozzatori dei vigili del fuoco si sono immersi fra i resti della chiglia dell’imbarcazione a vela, la Vahinè, e sono riusciti a liberare il corpo che è stato poi trasferito a Porto Ercole e successivamente nella camera mortuaria dell’ospedale di Orbetello. Al porto della cittadina si trova invece il natante, sotto sequestro.

Le ricerche della donna dispersa

Nel frattempo proseguono le ricerche di Anna Claudia Cartoni, di 60 anni, dispersa dopo l’impatto. Alla battuta in un tratto di mare interessato da forti correnti e anche molto frequentato soprattutto nei fine settimana prendono parte oltre ai pompieri, con un elicottero, anche guardia costiera (con un altro velivolo) e carabinieri.

Chi sono le vittime

L’uomo deceduto e la donna dispersa si trovavano sulla barca a vela insieme con i rispettivi coniugi, e un’altra coppia di amici, fra i 59 e i 63 anni, rimasti feriti e ricoverati negli ospedali di Grosseto e Orbetello. Solo uno, di 61 anni, è in condizioni preoccupanti anche se non in pericolo di vita ed è stato trasferito in elicottero a Grosseto. Dimesse invece due donne da Orbetello dove è trattenuto invece in osservazione il marito della 60enne dispersa, Fernando Manzo.

Il motoscafo con a bordo due 25enni danesi

Potrebbero essere sentiti presto da chi indaga per ricostruire l’accaduto. Insieme con loro saranno interrogati i due 25enni danesi a bordo del motoscafo: non è chiaro se fosse stato noleggiato e avesse inserito il pilota automatico, e se ai comandi ci fosse un comandante italiano. Da accertare proprio se il motoscafo non abbia dato precedenza all’altra imbarcazione, in quanto a vela, con la randa issata, o se quest’ultima avesse il motore inserito in quel momento, particolare comunque difficile da accertare se non attraverso le testimonianze di chi si trovava a bordo. Rimane il fatto che la collisione è avvenuta a velocità sostenuta, tra metà e poppa, tanto che la barca a vela si è quasi spezzata in due.


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La dinamica

Manzo, titolare della società Bio Impresa, si trovava al timone della barca a vela e avrebbe tentato una disperata manovra per evitare che il natante fosse investito dal motoscafo. Con la moglie è impegnato da anni nell’assistenza di ragazzi affetti da disabilità. E proprio la signora Anna Claudia, che ha lavorato anche per il Coni, insegnante di ginnastica artistica e giudice federale, è autrice di un libro “Irene sta carina. Una vita a metà”, nella quale ha ripercorso il suo rapporto e la storia della figlia Irene, oggi 20enne.

L’intervento dei vigili del fuoco

Nelle prossime ore i vigili del fuoco dovrebbero intervenire sul posto anche con un sistema automatizzato Rov, un robot subacqueo in grado di raggiungere anche i 150 metri di profondità per scandagliare il fondale di 40 metri in quel tratto di mare e cercare di individuare la donna scomparsa. Le speranze di ritrovarla in vita sono considerate poche, visto che potrebbe essere rimasta ferita in modo grave in seguito all’impatto e che sono passate quasi 24 ore dall’incidente in un punto dove anche la navigazione non è facile.

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