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Arthur Rimbaud, l’artista rivoluzionario che trasformò il linguaggio della poesia

È il poeta che con Charles Baudelaire e Gérard de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna: il suon nome è Arthur Rimbaud

Jean Nicolas Arthur Rimbaud è stato un poeta francese che con Charles Baudelaire e Gérard de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna. L’opera di Rimbaud comincia con versi legati per arrivare al verso libero e alla poesia in prosa.

Dopo di lui la poesia non sarà più la stessa, perché Rimbaud è stato in grado di trasformarne radicalmente i connotati. Non basterebbero centinaia di pagine per ripercorrerne l’arte e la vita di questo straordinario artista. Tenteremo l’impossibile: tracciare con brevi e significative frasi la sua incredibile biografia e mettere l’accento sugli elementi essenziali della sua operazione di stravolgimento poetico.

Arthur Rimbaud, poeta francese

Arthur Rimbaud nasce il 20 ottobre del 1845 in una piccola città in Lorena vicina a Metz, Charleville. Suo padre era un ufficiale dell’esercito e sua madre apparteneva a una famiglia di proprietari terrieri. Il piccolo Arthur ha sei anni quando i suoi si separano. Cresce con la madre molto severa e manifesta presto un sentimento di rivolta e un desiderio di fuga.

Gli studi e la fuga

Al Collegio di Charleville è un allievo brillante dimostrando immediatamente uno spiccato senso poetico che viene incoraggiato con entusiasmo dall’insegnante di retorica, George Izambart.


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Casa di Arthur Rimbaud a Charleville.

Ma in casa si sente oppresso: la guerra mette fine ai suoi studi e Rimbaud inizierà a manifestare il suo anticonformismo e la ribellione contro l’ordine stabilito che lo porterà a scappare di casa nel 1870 per dirigersi a Parigi. Arrestato dalla polizia viene liberato grazie all’intervento del suo professore di retorica, George Izambart.

Parigi e l’incontro con Verlaine

Nel 1871 Rimbaud si reca di nuovo a Parigi in piena insurrezione della Comune. La sua poesia diventa sempre di più straziante, ancora più personale, più originale. Nel suo lungo poema, Le Bateau ivre (“Il battello ebbro”, 1871), Rimbaud descrive simbolicamente il viaggio alla scoperta di un mondo nuovo e sconosciuto, come Baudelaire sognando di tuffarsi “nel fondo dello sconosciuto per trovare del nuovo”. Scrive la Lettera del veggente, una specie di testamento poetico che sconvolge la poesia come era stata concepita fino a quel momento.


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Una celebre foto di Paul Verlaine.

Affascinato dalle sue poesie, Rimbaud aveva scritto a Verlaine chiedendo di incontrarlo. Tra i due inizia una relazione e con questa anche un periodo di dissolutezza tra alcol e droga. L’avventura tra i due poeti finirà male: tempo dopo Verlaine, ubriaco, sparerà all’amico ferendolo.

Addio alla poesia e ritorno a Londra

Conclusa la relazione con Verlaine Rimbaud torna da sua madre e scrive un’autobiografia in prosa poetica in cui racconta il suo fallimento, Una stagione all’inferno (1873). Sono gli anni maledetti passati con Verlaine e l’impossibilità dell’arte. Nel “disordine del suo spirito” Rimbaud ha l’intenzione di intraprendere un cambiamento. Una stagione all’inferno finisce con un “Addio” a quello che è stato, addio alla dissolutezza ma anche alla sperimentazione poetica, per ritrovare la semplicità. Ma presto Rimbaud riprende la strada della scrittura.


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Arthur Rimbaud ad Harar.

Di nuovo a Londra nel 1874, accompagnato da un altro poeta – Germain Nouveau – lavora ad un’opera in prosa poetica intitolata le Illuminazioni che sarà pubblicata nel 1886. Questa raccolta è l’ultima di una breve carriera perché a 20 anni smetterà definitivamente di scrivere. La sua poesia lo consacra come un poeta rivoluzionario, uno dei più forti e commuoventi della letteratura francese.

Africa, Europa e morte

Lontano dai sentieri della poesia, Rimbaud conosce tutte le difficoltà dell’esistenza. Da allora, riprende il suo vagabondare viaggiando attraverso l’Europa, poi l’Africa mantenendosi con diversi mestieri: professore di francese, interprete, venditore, trafficante d’armi.


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La tomba di Arthur Rimbaud.

Colpito da un tumore al ginocchio torna in Francia per farsi curare ma muore a Marsiglia nel settembre del 1891 per le conseguenze dell’amputazione.

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