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Il 30 gennaio del 2018 ci lascia Azeglio Vicini: celeberrimo allenatore italiano

L'Azeglio, l'ultimo selezionatore azzurro cresciuto a Coverciano, in questo piccolo omaggio biografico

Azeglio Vicini è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano. Alla guida della nazionale espresse un gioco «all’italiana» che assunse, tuttavia, connotazioni piuttosto innovative, senza risultare eccessivamente difensivista.

30 gennaio 2018: muore Azeglio Vicini, allenatore italiano

Nato a Cesena il 20 marzo del 1933 Azeglio Vicini si mette in luce da calciatore contribuendo alla promozione in massima serie del Lanerossi Vicenza, club con cui fa il suo esordio in Serie A il 25 settembre 1955 nella gara interna con l’Internazionale (0-2). Passa alla Sampdoria e con i blucerchiati disputa sette campionati consecutivi nella massima serie, prima di scendere in Serie B con la maglia del Brescia.


Azeglio_Vicini


Con le rondinelle esordisce il 15 settembre 1963 a Varese in VareseBrescia (4-0), sfiorando la promozione, che ottiene l’anno successivo contribuendo a riportare il Brescia in Serie A dopo 17 anni di cadetteria. A Brescia chiude la carriera di calciatore e nel 1967-68 incomincia quella di allenatore che gli darà grandi soddisfazioni.

Allenatore


Azeglio_Vicini


La sua prima esperienza è sulla panchina del Brescia, nel campionato 1967-68, e si concluderà con la retrocessione delle rondinelle in Serie B. Già nel 1968 entra a far parte del settore tecnico della nazionale, a soli trentacinque anni. Il primo incarico di una certa rilevanza è però la guida della nazionale Under-23, affidatagli nella stagione 1975-76 con cui disputa il campionato europeo di categoria.

Under 21 e Nazionale

Dall’anno successivo gli è affidata l’Under-21 (dopo che la UEFA ha riservato il campionato europeo giovanile a tali nazionali), incarico che porterà avanti per ben dieci anni. Ai campionati europei Under-21 ottiene tre volte la qualificazione ai quarti di finale (1978, 1980 e 1982), arrivando alla semifinale nel 1984 e nell’edizione del 1986 si piazzò al secondo posto perdendo ai rigori la finale contro la Spagna.


Azeglio_Vicini


Sempre in quell’anno fu chiamato sulla panchina della Nazionale A, per sostituire Bearzot dopo i Mondiali messicani. Esentata – in quanto paese ospitante – dalle eliminatorie del Mondiale 1990, la compagine azzurra partecipò alle qualificazioni per Euro ’88. Ottenuto in anticipo l’accesso alla fase finale, la squadra raggiunse le semifinali del torneo venendo poi battuta dall’Unione Sovietica.

Il bronzo

Prima del Mondiale giocato in casa, Vicini fece esordire – tra gli altri – Salvatore Schillaci e Roberto Baggio, che composero il duo d’attacco azzurro. L’Italia superò a punteggio pieno il suo raggruppamento, per poi accedere alle semifinali senza alcun gol al passivo; venne quindi sconfitta ai rigori dall’Argentina, dovendosi accontentare di competere con l’Inghilterra per la medaglia di bronzo. Il terzo posto, conquistato battendo per 2-1 i britannici, fu vissuto più come un fallimento che un trionfo. Nel corso del 1991, il suo rapporto col presidente federale Matarrese iniziò tuttavia ad incrinarsi; fallita la qualificazione all’Europeo 1992, fu rimpiazzato da Arrigo Sacchi.


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La sua carriera da allenatore toccò le ultime tappe sulle panchine di Cesena e Udinese, prima di svolgere l’incarico di consigliere tecnico del Brescia. È poi stato presidente del settore tecnico per la FIGC, venendo sostituito da Roberto Baggio nell’estate 2010.

Si spegne a Brescia il 30 gennaio del 2018 (all’età di 84 anni) i funerali si sono svolti nel Duomo nuovo, con la presenza delle alte cariche federali italiane e di molti ex giocatori. In seguito, è stato sepolto nel cimitero di Cesenatico.

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