Cronaca

Berlusconi affetto da leucemia: a marzo la prima diagnosi, ora le cure

Sarebbe leucemia la malattia da cui è affetto Silvio Berlusconi. L’ex premier è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano dalla mattinata di mercoledì 5 aprile. Come riportato dal Corriere della Sera, il Cavaliere soffrirebbe di leucemia, patologia che spiegherebbe i problemi di salute avuti dall’ex premier negli ultimi tempi. Nelle prime ore post ricovero si era parlato di polmonite, ma in realtà i dolori accusati dall’imprenditore lombardo sarebbero complicazioni della malattia su un fisico già debilitato come quello di Berlusconi.

Berlusconi e la leucemia: la diagnosi a marzo

La diagnosi di leucemia sarebbe arrivata a marzo, con la successiva conferma in seguito agli esami del caso, ovvero pet e prelievo del midollo. Subito è stato avviato il percorso di cure. Ma come sta Berlusconi? Sarebbe sempre vigile, le sue condizioni di salute sono stabili. Il cavaliere continua la terapia intensiva per ristabilire una corretta ossigenazione del sangue in un sistema cardiovascolare chiaramente sotto stress, che si aggiunge ai problemi a quello a rischio di infezioni.

La chemioterapia

Silvio Berlusconi ha iniziato la chemioterapia per combattere una forma di leucemia che lo ha colpito e che ne ha costretto il ricovero. La prima somministrazione è avvenuta ieri, dopo il ricovero. Le sue condizioni, a quanto si apprende, restano stabili.

Secondo quanto si è appreso nell’ambiente ospedaliero del San Raffaele, per il momento però non sarà emesso alcun bollettino medico sulle condizioni cliniche dell’ex premier.

La leucemia mielomonocitica cronica di Berlusconi

La leucemia mielomonocitica cronica (LMMC) è la più frequente delle sindromi mielodisplastico-mieloproliferative, ed è una malattia caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti.

Le sindromi mielodisplastico-mieloproliferative sono un gruppo di patologie a cavallo fra le neoplasie mieloproliferative croniche, in quanto presentano spesso una proliferazione eccessive delle cellule del sangue, e le sindromi mielodisplastiche, con cui condividono una maturazione anormale dei precursori del midollo.

La LMMC è una malattia eterogenea, che compare solitamente in età avanzata e che può presentarsi in una forma displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia, oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. Vi è sempre un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo, e un numero variabile di cellule immature (“blasti”).

La prognosi, in maniera simile ma non uguale alle sindromi mielodisplastiche, viene stimata da diversi score, che considerano i valori dell’emocromo, il numero dei blasti, il valore dei globuli bianchi, la citogenetica e, più recentemente, la mutazione in alcuni geni specifici come l’ASXL1.

Il trapianto allogenico di cellule staminali è l’unico trattamento con potenzialità curative, ma in molti casi – in considerazione dell’elevata età della maggioranza dei pazienti – è di difficile attuazione. Viene comunque raccomandato nei casi ad alto rischio.

Nei casi ad alto rischio non candidabili a trapianto può essere impiegata l’azacitidina e, nei casi proliferativi, l’idrossiurea per controllare la conta dei globuli bianchi. In caso di anemia, nei pazienti a basso rischio può essere utilizzata l’eritropoietina.


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Cos’è la leucemia e come si contrae

La leucemia è un tumore del sangue causato dalla proliferazione incontrollata di cellule staminali ematopoietiche, cioè cellule immature che sviluppandosi daranno poi vita a globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Le cellule staminali del sangue si trovano nel midollo osseo, presente negli adulti soprattutto nelle ossa piatte (come bacino, sterno, cranio, coste, vertebre, scapole).

Le cellule staminali possono seguire due linee di sviluppo: mieloide o linfoide. In uno stato normale, le cellule della linea mieloide daranno origine a gran parte dei globuli bianchi (in particolare il tipo detto “neutrofili” e il tipo detto “monociti”), ai precursori di piastrine e globuli rossi, mentre le cellule della linea linfoide diventeranno un tipo di globuli bianchi detti “linfociti”.

In seguito a mutazioni genetiche e meccanismi complessi non sempre ancor oggi del tutto chiariti, le cellule staminali possono interrompere precocemente il processo di maturazione, non riuscendo a portare alla formazione di cellule del sangue normali. Inoltre, la cellula immatura può acquisire la capacità di replicarsi senza limite e diventare resistente ai meccanismi di morte cellulare programmata. Se tutto ciò avviene, i “cloni” – copie identiche della cellula originale – potranno invadere il midollo e il sangue, e talvolta anche linfonodi, milza e fegato. Così ha origine una leucemia.

La velocità di progressione della malattia è un fattore chiave nell’ulteriore classificazione della malattia. Si differenziano così le forme acute (evoluzione con tempistiche brevi o brevissime, che presentano inoltre un blocco di maturazione delle cellule) dalle forme croniche (evoluzione più lenta, in cui viene comunque mantenuta la capacità di maturare dei precursori del midollo, sebbene essa possa essere anormale).

Il rischio di sviluppare una leucemia è maggiore in presenza di alcune condizioni, quali:

  • esposizione a radiazioni ionizzanti o prodotti chimici tossici;
  • esposizione ad alcuni farmaci chemioterapici;
  • anomalie cromosomiche o altre malattie preesistenti (es: sindrome di Down, anemia di Fanconi, ecc)

Come si cura la leucemia

Dipende moltissimo dal sottotipo di leucemia. Nelle leucemie acute le terapie mirano, in generale, all’eradicazione delle cellule immature anormali, o “blasti”, nel tentativo di evitare che questi prendano il sopravvento sulla popolazione cellulare normale.

Nelle forme croniche il trattamento è generalmente meno intensivo, e mirato spesso a controllare la proliferazione cellulare. Ogni tipologia di leucemia viene trattata seguendo una specifica strategia terapeutica.

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