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Bollette da 500mila euro: chiude una storica catena di hotel in Puglia

Caro bollette, chiude catena di alberghi in Puglia dopo una bolletta da circa 500mila euro relativa al mese di agosto

Una storica catena di alberghi chiude a causa del caro bollette. Succede in Puglia, dove la Caroli Hotels, catena composta da quattro alberghi tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca, si è vista costretta a chiudere la propria attività dopo aver ricevuto una bolletta da circa 500mila euro relativa al mese di agosto.

Caro bollette, chiude catena di alberghi in Puglia

“Si spegne, a causa degli alti costi dell’energia elettrica, la nostra storica catena alberghiera dopo quasi sessanta anni di attività ininterrotta” ha annunciato Attilio Caputo, il direttore generale. Solo nel mese di agosto, del resto, le bollette dell’energia elettrica hanno raggiunto un importo complessiva di circa 500mila euro.

La catena ha una storia e una tradizione che porta avanti da quasi 60 anni, impiega 275 dipendenti e opera in diverse altre attività nel settore dell’accoglienza. “Pur rammaricati del disservizio che creeremo a ospiti, partner e fornitori – ha spiegato Caputo -, gli spropositati e insostenibili costi, che hanno eroso totalmente i margini di profitto, rendono impossibile garantire il prosieguo dell’attività, pur ricorrendo alle opportunità offerte dal sistema creditizio e all’implementazione di impianti fotovoltaici, la cui installazione non è stata ancora autorizzata”. La decisione di interrompere tutti i servizi alberghieri e di ristorazione per i nuovi clienti, onorando fino a scadenza solo i contratti in essere e quelli già stipulati, è stata già inoltrata alla prefettura di Lecce.

Lecce, fabbrica di gelati Royal costretta a sospendere la produzione per una bolletta

Una storia che ricorda quella della fabbrica di gelati Royal, costretta a sospendere la produzione. L’azienda con sede a Monteroni di Lecce si è vista recapitare una bolletta dell’energia elettrica pari a 1 milione ed 80 mila euro. Il titolare, però, non vuole sentir parlare di licenziamento.

Non ci penso proprio. Quest’anno la domanda è aumentata. Quindi, per produrre di più ho dovuto assumere altri 10 addetti. Ora ne ho 52. E non li toccherei per niente al mondo. Piuttosto, agisco sul prodotto. Ho sospeso la produzione di vaschette e alzato il prezzo sull’intera gamma” ha dichiarato al Mattino Spiridione Strafino, amministratore di Royal, la fabbrica di gelati con sede a Monteroni di Lecce, nata in forma di laboratorio alla fine degli anni ’60 a Veglie quando la Società Italiana Cioccolato e Affini (S.I.C.A) si ritirò dalla produzione del gelato industriale e cedette al padre (Pasquale) i macchinari.

“I costi si sono quadruplicati. A gennaio 2020 pagavamo un kWh 0,16 centesimi. Ad agosto 2022 0,60, mentre a luglio 0,50: in un mese il costo è aumentato del 20 per cento. Il nostro periodo di produzione va da febbraio a metà settembre: consumiamo 2 milioni di kWh. Pertanto, se nel 2020 pagavamo in media 320mila euro, prendendo a riferimento il prezzo dell’energia di luglio 2022, la nostra bolletta è arrivata a 1 milione e 80mila euro”, spiega l’imprenditore.

“Per il momento – dice Strafino – stiamo ottimizzando la produzione, lasciando inalterata quella di gelati mono-porzione e mettendo da parte quella dei prodotti più energivori”. Deriva da questo la scelta di sospendere la produzione delle vaschette di gelato: “Per produrle ci vuole più energia perché bisogna trattare più materia e dunque ci vogliono più ore di lavoro. Nel nostro settore, la vaschetta è considerato il prodotto “civetta””, è venduto, cioè, a un prezzo molto ridotto per attrarre quanti più clienti. “Ma non ha più convenienza, perché produrla non implica più alcun margine operativo”.

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